CASERTA Stop al consumo del suolo, Italia Nostra e Wwf: “Nel Puc l’area Macrico sia adibita a verde pubblico”

4 Dicembre 2021 - 17:45

Le associazioni ambientaliste, invitate dall’amministrazione comunale a rendersi partecipi della progettazione “Green economy-Urban green”, ribadiscono la volontà di trasformare l’area ex militare nel polmone verde del capoluogo

 

 

CASERTA Maria Rosaria Iacono, presidente di Italia Nostra Caserta e Milena Biondo, presidente del Wwf Caserta, hanno risposto all’invito del Comune di Caserta sulla progettazione Green Economy- Urban green per lo sviluppo sostenibile
della città. “In riferimento alla nota del 28- 10-2021 in cui si chiede alle associazioni ambientaliste di rendersi partecipi della progettazione indicata in oggetto avviata da codesta Amministrazione, segnalando aree siti ecc. si fa presente che più volte Italia Nostra e Wwf Caserta hanno segnalato gravi criticità per quanto riguarda la manutenzione del verde, la potatura degli alberi, il degrado delle aree abbandonate e la creazione di nuove aree verdi. Pertanto, si premette che una nostra partecipazione per essere realmente attiva, significativa, consapevole e responsabile nell’indicare alla governance locale percorsi di sostenibilità e di sviluppo compatibile, non può prescindere dai criteri che tale amministrazione intende adottare nell’implementazioni delle misure per realizzare gli obiettivi di Green Economy in connessione con il Pnrr”.

“Per i su citati motivi – spiegano –  in più occasioni è stato chiesto alla Amministrazione Comunale l’istituzione di un tavolo permanente per una Consulta comunale sul verde urbano a fini di sostenibilità locale, che non fosse solo un intervento sporadico ma diventasse il luogo per una pianificazione e programmazione degli interventi a farsi e con il compito di informare e coinvolgere la cittadinanza al fine di rendere il cittadino attore e custode del patrimonio verde per realizzare il benessere collettivo. Pertanto ribadiamo la necessità di costituire forme di collaborazione tra i cittadini e l’amministrazione in maniera organica e non puntuale ed episodica. Tanto premesso, prima di definire in maniera generale le aree su cui intervenire per non lasciare questa città in condizioni disastrose rispetto al verde, si fa presente che
sia nel PRG, attualmente in vigore dal 1986 che nel nuovo PUC, in fase preliminare, sono state individuate le aree suddivise in aree pubbliche e aree degradate”.

Distinguiamo le aree pubbliche: rinaturalizzazione dei Monti Tifatini, piazza e viale Carlo di Borbone con i galoppatoi, casermette di viale Carlo di Borbone, Villa Maria Carolina, piazza Vanvitelli, Piazza Cattaneo, viale Beneduce, Viale Medaglie d’Oro, pineta di Casertavecchia, villetta Giaquinto, villa Padre Pio, aree verdi limitrofe al Belvedere di San Leucio, area 167 a Centurano –Falciano, villetta degli Americani a Falciano, viale Gallicola (ex via degli atleti), villetta di
Briano, di Garzano, Casolla, Parco Primavera ed altre. Sono tutte aree che hanno bisogno in primis di essere accessibili ai cittadini (cfr. il caso di Villa Maria Carolina) e poi di una manutenzione costante e programmata con interventi competenti. Si è assistito in questi anni a un taglio cospicuo di alberi vedi piazza Cattaneo con ripiantumazioni incoerenti con le precedenti e il contesto. Per non parlare delle palme di viale Medaglia D’oro, e della paventata distruzione dei pini che costeggiano tale strada. Molte di esse versano in un degrado ed incompiutezza spaventosa vedi le aree di San Leucio e necessitano di una riqualificazione che non è stravolgimento dell’ esistente, ma decoro urbano e manutenzione mirata.
Aree private degradate o incolte: l’area adiacente alla ex Villa Santa Rosalia, in via Fantom, l’area di grande ampiezza prospettante l’Iperion, le aree abbandonate nelle frazioni, le aree limitrofe lungo il vecchio Fellaco che porta dalla zona Petrarelle a Garzano, aree comprese tra via Acquaviva e il viale Carlo di Borbone, le aree ex militari (MaCrico). Sarebbe opportuno che siffatte aree venissero adibite a verde pubblico nel redigendo PUC, onde evitare nuovo consumo di suolo in
una città che ha una quantità di verde inferiore agli standard previsti per legge. D’altronde oggi, – data l’Agenda 2030 dell’ONU con i suoi 17 Obiettivi per realizzare lo Sviluppo Sostenibile – nei contesti urbani, l’afforestazione e la riforestazione, nonché l’espansione del verde edibile (ecologici orti urbani con annessa micro-zootecnia domestica) e paesaggistico (parchi, ville e giardini eco-compatibili) sono potenziali fattori, non soltanto, compensativi dell’emissioni di CO2 e altri gas serra, ma soprattutto di salvaguardia e rigenerazione della biodiversità. Cose quest’ultime che hanno una valenza culturale, sociale ed economica rispetto al riadeguamento dei sistemi cognitivi, formativi e della ricerca che non possono prescindere dal recupero dei saperi locali. Quindi si chiede alla Amministrazione Comunale secondo quali modalità lo studio di fattibilità verrà a trattare tali redimenti questioni e come intenda renderne partecipe l’intera cittadinanza”.