C’era una volta…il traffico dei rifiuti. Archeo-camorra alla sbarra. Oggi ha parlato un consulente “stagionato”
16 Settembre 2024 - 17:40
Per la milionesima volta viene detto che molto sotto al campo sportivo di Casal di Principe, a circa 20 metri di profondità, è stato rinvenuto dell’amianto. Alla sbarra quattro under 21 del clan dei Casalesi: Ciccariello, Walter Schiavone, Nicola Pezzella e Luigi D’Ambrosio
NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP. CLICCA QUI -> https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20
CASAL DI PRINCIPE – Si tratta di un processo relativo a fatti datatissimi e al passato remoto del clan dei Casalesi. Ma ciò non vuole dire che non debbano esprimere una verità giudiziaria. Anche se, fino ad oggi, si ha l’impressione che condanne le abbiamo subite camorristi della prima ora e qualche faccendiere antichissimo, utile alle cronache giudiziarie.
Sì, perché se il sotterramento di rifiuti tossici è avvenuto, non è solo opera dei boss, ma anche dei committenti della camorra. E su questo poche verità sono espresse. Siccome ne hanno parlato molti pentiti, il dato della non identificazione delle imprese, di chi commissionava alla camorra questi interramenti, di chi smaltiva i propri rifiuti pagando la metà della metà, rispetto al costo che avrebbe dovuto affrontare, suscita ancor di più perplessità.
Per cui, il puro dovere di cronaca ci obbliga a raccontare la milionesima udienza riguardante i processi su tali attività e la milionesima udienza che coinvolge nomi ormai appartenenti all’archeologia camorristica.
Pensate un po’: Francesco Schiavone Cicciariello, in carcere dal 2004, udite udite, Walter Schiavone, detto Scarface, che una volta abbiamo scritto pure quando fu arrestato, ma per quel che vale, non lo ricercheremo neanche negli archivi. Poi, Nicola Pezzella e Luigi D’Ambrosio. E questi sono gli imputati.
Argomento nuovissimo (😂😂). Il presunto interramento di rifiuti tossici sotto lo stadio di Casal di Principe. A questo gabinetto giudiziario di archeocamorra ha partecipato oggi un funzionario Arpac che ha spiegato alla prima Sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che detriti di questi rifiuti tossici sono stati trovati a venti metri dal livello del terreno e che gli interramenti hanno provocato un avvallamento sempre di venti metri.
Dai prelievi effettuati sui detriti e sulle stratificazioni, si è potuto risalire alla presenza di amianto sotto al terreno nei pressi dello stadio.
Alcune notizie arrivano frammentate da Santa Maria, avendo perso interesse questa vicenda, esclusi gli stessi protagonisti. Dovrebbe trattarsi di un consulente tecnico della procura antimafia, ma anche per noi non è che l’interesse principale della giornata recarci in tribunale a seguire la milionesima udienza del milionesimo processo sul caso.