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Commercio illegale di farmaci: 8 arresti, 4 domiciliari e…

18 Giugno 2018 - 11:55

CASERTA – I Carabinieri del Nas di Milano, nelle province di Milano, Lodi, Caserta e Napoli, a conclusione dell’indagine denominata “Sic iubeo”, aiutati nella fase esecutiva dai militari dei rispettivi Comandi Provinciali e dai Nas competenti per territorio, hanno eseguito la misura cautelare detentiva emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano nei confronti di 14 persone di cui 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 2 di obbligo della sottoposizione alla firma presso la polizia giudiziaria, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale e ricettazione di farmaci successivamente inviati all’estero.

Le indagini, avviate dai militari del N.A.S. nel 2015, hanno consentito di individuare un radicata organizzazione criminale dedita al rastrellamento illecito di medicinali nelle farmacie di tutta la Lombardia, utilizzando “ricette rosse” rubate ad ospedali e medici di famiglia, che venivano poi compilate con dati falsi intestati ad ignari o inesistenti pazienti, in totale esenzione del ticket, riuscendo ad ottenere grandi quantità di farmaci. I medicinali così ottenuti venivano mandati all’estero tramite complicità nel settore della distribuzione che operavano nell’area campana, che li spedivano essenzialmente verso Paesi extraeuropei, utilizzando canali distributivi illegali ed in totale assenza di qualsiasi attenzione alla corretta modalità di conservazione dei prodotti.

Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, hanno permesso: l’arresto in flagranza di reato di 5 persone sorprese in possesso di farmaci ricettati; la denuncia in stato di libertà di 48 fiancheggiatori e collusi, a vario titolo, con l’organizzazione principale; di rintracciare migliaia di ricette mediche, già contabilizzate nei flussi della Regione Lombardia per il rimborso, con l’accertamento di un danno erariale al Servizio Sanitario Nazionale quantificato in oltre 500 mila euro solo per il 2016; di individuare canale illecito di reimpiego degli ingenti profitti ottenuti dall’organizzazione criminale nell’ambito di una parallela attività di fornitura e spendita di banconote false, poi sequestrate.