Condannato Raffaele Mundo, figlio del boss dei Casalesi “O’ mister”. Voleva ammazzare la sua vittima alla maniera di Pierpaolo Pasolini

20 Novembre 2024 - 18:28

Ridotto su una sedia a rotelle

ORTA DI ATELLA – Partiamo dal presupposto che Nicola Cosentino è stato condannato in via definitiva alla stessa pena a cui è stato condannato oggi Raffaele Mundo, figlio del boss del clan dei Casalesi Salvatore Mundo, detto “o’ mister”.

Nicola Cosentino ha preso 10 anni per essere stato, secondo la magistratura italiana, il grande tessitore degli interessi economici del clan dei Casalesi all’interno del Consorzio Rifiuti Caserta Nord. Raffaele Mundo, i suoi 10 anni li ha invece presi stamattina, da un giudice del Tribunale di Aversa-Napoli Nord, a conclusione di un processo rapido, celebrato con il rito abbreviato.

Dobbiamo ritenere che Mundo Junior fosse incensurato e dunque abbia potuto beneficiare dello sconto di 1/3 della pena per la scelta dell’abbreviato.

Leggete cosa ha combinato questo signore nel febbraio scorso.

Ultimamente, soprattutto quando scriviamo su cose di cronaca, ci piace scovare delle espressioni gergali attinenti al contesto. Dunque, Raffaele Mundo “avevo preso una questione” con un’altra persona. Probabilmente c’era stata una lite molto forte, rimasta nella testa del figlio del boss. Durante un giorno qualsiasi, a bordo della sua auto, questi avvista la persona “della questione”. E che fa? Riprende il litigo a parole, scende dall’auto e innesca una scazzottata per prendersi, a suo modo, una soddisfazione?

No. Innesta la marcia e punta al ragazzo. Travolge il suo contendente che rimane sotto all’auto. Ora uno ritiene che fatto il disastro, si rinsavisca e pur continuando a schifare quel corpo esanime, lo si sposti e magari si organizzi la versione di un investimento fortuito che poi con un buon avvocato si va a combattere per evitare la connessione tra la “questione” e l’investimento. No. Come fece il ragazzo di vita Pino Pelosi, passa sul corpo della vittima.

Nel caso di Pelosi questa manovra determinò la morte di Pasolini. Alla vittima in questione è andata meglio ma fino a un certo punto, dato che è rimasto paralizzato agli arti inferiori e incapace di mantenere il tronco eretto.

Dunque, 10 anni per tentato omicidio, che magari nel corso dei vari gradi di giudizio si andranno anche a ridurre.