CONSORZIO ASI. Altra figuraccia per la presidente Pignetti e il suo comitato: il licenziamento di Antony Acconcia fu ingiustificato e dunque illegittimo

22 Luglio 2020 - 20:31

CASERTA- Il giudice di una delle sezioni che si occupano del contenzioso nei rapporti di lavoro, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha dichiarato “l’ingiustificatezza del dott. Acconcia Antony“.

Si chiude così una storia incresciosa, una della tante che hanno segnato, negli ultimi anni, l’incredibile gestione dell’Asi di Caserta.

Antony Acconcia, fu licenziato negli ultimi giorni dell’anno 2017. Quella giusta causa rivendicata dalla presidente Raffaela Pignetti viene considerata totalmente ingiustificata dal giudice. Acconcia aveva chiesto anche il riconoscimento della particolare natura di questo licenziamento come “ritorsivo” . A questo, il giudice del lavoro, non è arrivato. E tutto sommato era anche prevedibile, visto che le dinamiche interne ad un ente pubblico che connotano la conflittualità tra il dirigente che esercita il controllo tecnico-amministrativo e il livello politico rappresentano materia complessa e non assimilabile a un normale contenzioso, coì come questo si può configurare all’interno di una struttura privata tra imprenditore e dipendenti.

Ma la sostanza non cambia: Antony Acconcia fu cacciato via con un provvedimento non giustificato. E ora diventa assolutamente doveroso andare a scavare bene i motivi di ciò che accadde in quei mesi della seconda metà dell’anno 2017.

Perché, come amiamo scrivere molto spesso, noi, fortunatamente, non abbiamo la necessità di arrivare a determinate conclusioni con gli elementi dimostrativi che servono ad un giudice per emettere una sentenza o per assumere una decisione.

Lavorando con serietà, mettendo insieme tutti i tasselli, garantendo, come abbiamo sempre fatto, alla presidente Pignetti e a chiunque altro rappresenti il consorzio Asi la possibilità dei replicare. ma non con le chiacchiere e gli slogan, ma nel merito dei rilievi da noi esposti, matureremo una convinzione sulla questione rimasta irrisolta e relativa alla matrice del licenziamento che, Antony Acconcia considera ritorsivo.

“Non mi interessa – commenta a caldo Acconcia –  la condanna al pagamento del danno previsto dal contratto collettivo nazionale dei dirigenti. E neppure m’importa della condanna alle spese di lite.
Mi interessa – sottolinea il direttore generale pienamente riabilitato dal tribunale – solo che il mio ricorso sia stato accolto e che il licenziamento sia stato ritenuto “ingiustificato”, e perciò illegittimo. In altri termini – precisa Acconcia -, il tribunale ha accertato l’infondatezza degli addebiti che il Consorzio mi ha addossato per licenziarmi.”

Ma Antony Acconcia non considera chiusa definitivamente questa vicenda. “Valuteranno i miei avvocati se fermarsi qui o coltivare ulteriori impugnative. Io – ribadisce – per il momento, mi soffermo, con gratitudine, ad apprezzare il fatto che ancora una volta, come già in altre, e purtroppo ben più dolorose occasioni, il “sistema” della Giustizia ha riconosciuto le mie ragioni.”