CONSORZIO ASI. Dario Di Matteo fu sospeso dopo mezz’ora. Presidente Pignetti, è vero che Nicola Tamburrino, a 70 giorni dall’arresto, è ancora pienamente in carica ed è retribuito?

18 Febbraio 2020 - 20:19

 

VILLA LITERNO (g.g.) – Dato che devo affrontare l’argomento Pignetti e siccome non ho voluto perdere tempo a ripetere per la 5oesima volta quello che ho raccontato già in molti articoli, approfitto dell’occasione per pubblicare anche io quel dispositivo del tribunale di Aversa-Napoli Nord che, in sede civile, mi ha condannato ad un risarcimento significativo da corrispondere a Raffaela Pignetti, nella qualità di presidente dell’Asi Caserta, per alcuni articoli che il giudice civile di primo grado ha ritenuto lesivi dell’onorabilità della presidente.

Come ho scritto tante volte e come si può leggere dal documento, io risulto contumace. Non è una scusante, non è una giustificazione, ma in quel processo civile io non sono comparso, non mi sono costituito e non ho nominato neppure un avvocato che, in qualche modo, mi rappresentasse. Questo non vuol dire che sicuramente, in caso contrario, sarei stato assolto, così come successo in sede penale a Santa Maria Capua Vetere dove una delle tante querele presentate nei miei confronti dalla presidente, non è arrivata neppure in aula, essendo stata archiviata dal Gip, su richiesta del Pubblico Ministero.

Ma una cosa è essere condannati alla fine di un processo in cui l’imputato si è difeso, tentando in tutte le maniere di convincere il giudice della bontà delle sue argomentazioni, altra cosa è se a causa di motivi personali e anche di salute non ho avuto la possibilità di prendere visione di atti notificati attraverso la firma di persone che non hanno avuto la possibilità di consegnarmeli, rendendomi, dunque, totalmente assente, per l’appunto, contumace, in ogni fase di un processo divenuto, non certo per colpa del tribunale, ma di queste circostanze non fortunate, a senso unico.

Rispetto a questa sentenza, a cui mi rimetto da buon cittadino e che onorerò nei limiti del possibile, ho presentato un Appello molto corposo, sperando che i giudici di secondo grado vogliano veramente confrontare due tesi contrapposte e giuridicamente avversarie.

Ciò dovevo a chi si è fatto vivo in questi giorni, segnalandomi la pubblicazione su un quotidiano, ma soprattutto da parte della presidente Pignetti, nei suoi social personali di un atto giudiziario emesso più di due anni fa, circa. Detto ciò, ribadiamo la volontà mai venuta meno, anche quando ho sviluppato la mia attenzione professionale con accenti satirici ma sempre assolutamente dentro a quella confidenza e soprattutto alla verità di fatti sempre dimostrati documentalmente, di collaborare affinché la legge venga rispettata (e non abbiamo dubbi che dovrebbe essere questa un’aspirazione anche della presidente Pignetti), non solo per quanto riguarda la lettera della norma, ma anche andando al di là e ponendo attenzione massima alle ragioni dell’opportunità e del rispetto delle istituzioni che persone in carne ed ossa rappresentano solo pro tempore e non vita natural durante.

In quesa chiave, va letta la nostra decisione di porre la questione di Nicola Tamburrino.

Presidente Pignetti, la pongo laicamente e la prego, per una volta, di essere composta, non perché glielo chiedo io, poi al limite quando le andrà, al di fuori di questi discorsi seri, potrà tornare ad additarmi di ogni nefandezza, di ogni delinquenza, come abitualmente fa, ma perché il tema in discussione attiene direttamente alle sue funzioni.

Quando Dario Di Matteo, al tempo sindaco di Teverola, e componente di nomina della regione, del comitato direttivo dell’Asi, fu arrestato e andò ai domiciliari per la questione Rifiuti, il consorzio, attraverso il suo presidente e gli organi direttivi, sospese immediatamente e, aggiungo io, doverosamente, Di Matteo.

Al tempo, girava una battuta: la lodevole solerzia e la velocità di quella decisione, bruciarono addirittura anche i tempi della sospensione, disposta dalla Prefettura, di Di Matteo dalla carica di sindaco di Teverola. Questi fu rimesso in libertà, totalmente, senza alcun residuo cautelare, dopo pochissimi giorni, da un provvedimento del tribunale del Riesame che scrisse che non esistevano gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti.

Tant’è risultato vero che Di Matteo, poche settimane fa, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Il 10 dicembre 2019, cioè due mesi e una settimana fa, il sindaco di Villa Literno nonchè componente del comitato direttivo dell’Asi Nicola Tamburrino, cioè in una condizione speculare a quella di Dario Di Matteo, al momento dell’esecuzione dell’atto giudiziario, è stato arrestato con provvedimento di reclusione domiciliare.

A differenza di quello che è successo con Dario Di Matteo, nessun provvedimento di sospensione è stato assunto dall’Asi per Nicola Tamburrino. La prefettura, il giorno 11 dicembre, ha normalmente provveduto a sospenderlo dalla carica di sindaco di Villa Literno.

Guardi, presidente Pignetti, ancora una volta le chiedo di mettere da parte le passioni, il nervosismo, le tensioni personali, in modo da concentrarci insieme, in maniera pacata, sul bene dell’istituzione che lei rappresenta.

Ci dice a noi, ma soprattutto ai cittadini che provvedono anche al suo significativo stipendio, se, pur impossibilitato a partecipare alle riunioni del comitato direttivo, Nicola Tamburrino non è stato sospeso? E se non è stato sospeso, ci spiega se dal 10 dicembre ad oggi, gli sono stati pagati gli emolumenti che i componenti dell’organo amministrativo dell’Asi si sono legittimamente attribuiti attraverso un proprio atto amministrativo nella misura di circa 1.800 barra 1.900 euro al mese?

Perchè se fosse così, Nicola Tamburrino, pur stando agli arresti, anche e soprattutto per un primo pronunciamento di un tribunale, quello di una sezione del tribunale di Napoli, quella del Riesame, che ha considerato pienamente valide le accuse, formulate dalla procura di Aversa-Napoli nord nei confronti di Tamburrino, a differenza di quello che successe, sempre in sede di Riesame, con Dario Di Matteo, ripeto, se fosse così e ci auguriamo veramente di sbagliarci, Tamburrino avrebbe già maturato poco più di 4mila euro di compensi relativi a questo periodo.

Non vogliamo aggiungere più nulla. Nessuna considerazione, nessuna battuta, perché abbiamo capito che lei, presidente Pignetti, è un pizzico, proprio un pizzichino, permalosa. Ma il presidente pro tempore dell’Asi non può non chiarire un fatto del genere. Magari ci siamo sbagliati, mi sono sbagliato sulla questione Tamburrino e allora lo riconoscerò pubblicamente.