CONSORZIO DI BONIFICA. Il commissario Todisco ha dato 50 incarichi ad avvocati esterni. C’è anche mister “1 milione di euro” e 9mila li intascherà Adolfo Russo

20 Dicembre 2021 - 18:34

Siamo pronti a dialogare, ma la gestione dell’attuale commissario non si discosta da quella del colorito Carlo Maisto di Frignano. Dopo un anno di tregua voluta, porgiamo una domanda all’avvocatessa Lucia Pignata, capo dell’Ufficio Legale: ma se anche per un recupero crediti o per andare in commissione tributaria si buttano soldi per professionisti esterni lei, che ha preso il posto di Marcantonio Abate, che ci sta a fare?

 

CASERTA – Noi vogliamo dialogare con tutti, vogliamo essere aperti al confronto.
Chi ci conosce però sa che questa non può essere una corsa all’indietro verso un compromesso al ribasso.
Se il commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Francesco Todisco ritiene che per assolvere ai compiti attribuitigli dal decreto di nomina del governatore della Campania Vincenzo De Luca occorra un po’ di tempo in più rispetto alle previsioni statuite per legge, che non a caso sono esposte, illustrandone la parte fondamentale nel citato decreto, noi di Casertace siamo pronti a ragionare.
Se ci convince, magari possiamo anche valutare l’idea che ci possa essere una strada per farlo lavorare qualche mese in più da commissario.
Diverso il discorso relativo alla natura e ai contenuti della sua funzione.
Qui, non deve parlarne con noi. Magari può chiamare il suo amico parlamentare del Pd Piero De Luca, chiedendogli di presentare una proposta di legge che modifichi le cornici normative dentro alle quali vengono poi stabiliti i limiti e le possibilità che un commissario straordinario di un ente pubblico qual è il Consorzio di Bonifica può avere.
In pratica, perché il commissario straordinario del Consorzio o di enti assimilabili possa fare cose diverse dall’ordinaria amministrazione occorre un nuovo impianto giuridico, poggiato su norme profondamente modificate rispetto a quelle oggi in vigore.
È questione di politica generale. Cosa possiamo fare noi, dottor Todisco, di fronte a queste situazioni di enorme rilievo? Facciamo i giornalisti.
Leggiamo il testo di una legge e riteniamo che in uno stato di diritto debba essere osservata.
Pure al sottoscritto non piace camminare con la mascherina e ho anche solide ragioni per contestarne l’utilizzo esagerato. Ma se la Campania ritornerà ad essere zona gialla, pur non cambiando idea, la mascherina la dovrò indossare.
E non per timore di sanzioni, ma perché la legge è quella e si combatte su terreni diversi rispetto a quelli della sua violazione.
Se lei, in tre mesi, ha dato, come ha dato in tutta evidenza, 50 incarichi legali e forse anche più e se questi incarichi, tutti esterni, sono costati ai consorziati – i quali ormai sono degli autentici coglioni, perché da 7 anni gli è stato negato il diritto di svolgere la funzione che gli è attribuita dalla legge civile – una barca di quattrini, cosa possiamo mai fare noi?
Come potremmo coprire atti del genere, dopo che negli ultimi 10 anni ci siamo sempre battuti, contestando questi sprechi vergognosi anche quando il Consorzio era legittimamente amministrato da un presidente e da un consiglio di amministrazione democraticamente eletti dai consorziati?
Non potremmo.
Se lo facessimo diventeremmo fautori della violazione delle leggi, le quali non prevedono che un commissario straordinario, che ha solo il compito di portare l’ente alle elezioni muovendosi nell’ambito strettissimo dell’ordinaria amministrazione, di spendere i quattrini degli agricoltori consorziati così come gli pare.
Ripetiamo, lo contestavamo ai presidenti eletti, figuriamoci se non lo facciamo coi commissari.
Vabbè, diciamo che lei, Todisco, ha dato grande comodità

(CLICCA QUI PER LEGGERE) al lavoro di un suo uomo di fiducia, portato qui da Avellino.
L’avvocato de Beaumont, come potrete leggere accedendo al link a un nostro articolo di qualche giorno fa, si è visto garantire, infatti, sia la “lavatura” che la “stiratura”, 2mila euro al mese più rimborso spese vive e trasferimenti, che evidentemente saranno spese morte, dato che sono stati distinti dalle altre spese.
Va bene, le concediamo anche la nomina del commercialista di Maddaloni Salvatore Mataluna.

Tutto sommato, il buon Enzo Santangelo, ispirato da un dipendente del Consorzio di Bonifica, Clemente De Rosa, ha voluto fare quest’opera di bene a 900 euro al mese per tre mesi.

Ma quando leggiamo, come abbiamo fatto in questi giorni, che lei ha firmato 12 delibere, diciamo 12, con le quali ha attribuito altrettanti incarichi legali esterni all’avvocato Edoardo Sabatino di Napoli, vabbè, cosa vuole da noi, che ci rendiamo complici con il silenzio di operazioni come queste che non abbiamo mai condiviso e mai condivideremo?

Quando, fino a poco tempo fa, l’ufficio legale interno era comandato da un altro storico mandarino della Bonifica aversana, l’avvocato casertano Marcantonio Abate, scrivemmo un articolo, mai smentito, con cui demmo notizia che l’avvocato Edoardo Sabbatino aveva incassato , in tre o quattro mesi a partire dal 1 luglio 2020, fatture per una cifra complessiva vicina al milione di euro.

Nello studio dell’avvocato Sabbatino lavorava in quel periodo, non sappiamo se ci lavora ancora, il figlio di Marcantonio Abbate.

Tutto quello che scrivemmo lo potete rileggere ed eventualmente lo può rileggere anche lei, commissario Todisco, CLICCANDO QUI.

Quale elemento di discontinuità Casertace può ravvisare di fronte a 12 delibere che prevedono, tra le altre cose, anche compiti di importanza relativa, oseremmo dire bagattellare, come per esempio il recupero di un credito frutto di un diritto maturato nei confronti di un consorziato, dopo che il ricorso di quest’ultimo è stato respinto dalla commissione tributaria.

Potremmo elencare queste delibere una per una.

Eventualmente dovesse risultare necessario, lo faremo pure.

Ma questa vicenda di Edoardo Sabbatino assimila totalmente la sua figura, caro dottore Todisco, ci dispiace dirlo, a quella di colui che si defini, al secolo Carlo Maisto da Frignano, che ci risulta sia ancora il segretario del Pd in quel Comune.

In tutta franchezza, mai ci saremmo aspettati di dover formulare una tale affermazione.

E qui veniamo ad un’altra brava persona, che legittimamente ha attivato qualche amico comune per perorare la sua causa, per rivendicare la piena legittimità e anche la validità operativa dell’incarico ricevuto. Stiamo parlando dell’avvocatessa casertana Lucia Pignata.

Da quanto tempo non scriviamo che si tratta della cognata del per noi famigerato dirigente dell’Ufficio Tecnico Camillo Mastracchio, oggi direttore generale, perché giustamente le carriere in politica e nelle burocrazie si fanno se sei uno come Mastracchio o Zannini.

Sicuramente da più di un anno.

Abbiamo stima, infatti, di chi ci disse che lei, avvocato Pignata, possedeva una sua peculiare personalità, totalmente indipendente da ogni influsso e da ogni possibilità di condizionamenti e aiutini da parte del potentissimo Mastracchio.

È d’accordo con noi che per più di un anno non l’abbiamo mai citata, rinviando la nostra valutazione al momento in cui lei, anche grazie, almeno lei riteneva, alla pax di Casertace, sarebbe stata nominata al posto di Marcantonio Abbate a coordinatrice dell’Ufficio Legale, organizzato per giunta con il famoso regolamento di Abate, a nostro avviso totalmente fuorilegge (e anche su questo vorremo discutere col commissario Todisco)?

Un regolamento che consente, incredibilmente, a chi fa parte di quell’ufficio di introitare il proprio stipendio, tutt’altro che disprezzabile, e di aggiungervi i compensi che volta per volta vengono attribuiti come se gli avvocati interni fossero consulenti esterni.

Sembra un’altra follia, ma è proprio così in un luogo in cui non ci può essere limite al peggio se le magistrature e le autorità competenti non intervengono mai.

Per cui, silenzio totale sulla Pignata per più di un anno.

Oggi però siamo in grado do cominciare a valutare la sua attività. Ma se il Consorzio di Bonifica, per recuperare 4 o 5mila euro da un contribuente che ha perso la causa davanti alla commissione tributaria deve spendere altri soldi, vanificando questo incasso pagando l’avvocato Sabbatino, il quale è veramente un esecutore della celeberrima frase dell’imperatore Vespasiano sulla “pecunia non olet”, passa dal milione di euro ai mille di parcella con grande non chalance, scusi Pignata, ma questo ufficio legale, che al Consorzio costa un botto, a cosa serve?

Se ci fa arrivare una risposta precisa su questi dati specifici, senza divagare né ciurlare nel manico, le saremmo lieti.

Altri avvocati, che partecipano alla festa del commissario Todisco, sono l’avvocato Lisanti di Salerno, il buon Adolfo Russo, che ha avuto tre mandati per un totale di 9mila euro, Fabrizio Perla da Aversa, eccetera, in un elenco che magari con più calma potremo declinare con precisione, indicando anche gli importi introitati da questi professionisti.