IL VIDEO E I NOMI. Contrabbando internazionale di sigarette. L’azione della Dda e delle fiamme gialle
15 Maggio 2018 - 12:26
I NOMI DEGLI ARRESTATI:
Custodie in carcere
Pasquale Ambrosio, nato a Caivano, classe 68.
Salvatore Regina, nato a Napoli, classe 67.
Fabio Meola, nato a Napoli, classe 82.
Arresti domiciliari
Pasquale Scherma, nato a Napoli, classe 70.
Ciro Spinelli, nato a Napoli, classe 82.
Giuseppe Spinelli, nato a Napoli, classe 54.
Raffaele Mincione, nato a Napoli, classe 73.
Roberto Pafundi, nato a Napoli, classe 66.
Giovanni Scherma, nato a Napoli, classe 91.
Giovanni Ambrosio, nato a Napoli, classe 95.
Raffele Truiolo, nato a Napoli, classe 68.
Antonio Aiello, nato a Napoli, classe 88.
Pasquale Confessore, nato a Napoli, classe 52.
CASERTA – Questa mattina, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta stanno dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord partenopeo che ha disposto l’applicazione di 14 misure cautelari personali (4 custodie in carcere e 10 arresti domiciliari) nei confronti dei componenti di un’associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri con base operativa in provincia di Napoli, nonché al connesso decreto di sequestro preventivo di beni immobili, autoarticolati e furgoni utilizzati per il trasporto delle sigarette.
I soggetti destinatari dell’ordinanza sono gravemente indiziati di aver costituito e fatto parte di un’associazione per delinquere, operante nel territorio napoletano e attiva nella commissione di plurimi reati concernenti il contrabbando di tabacchi lavorati esteri provenienti da Paesi dell’Europa orientale (Polonia, Moldavia e Ucraina) da commercializzare, principalmente, in Campania.
L’esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine, convenzionalmente denominata “FLYABLE”, eseguita – con il coordinamento della D.D.A. partenopea – attraverso l’incrocio dei dati risultanti dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dalle registrazioni video, dall’attività di osservazione, controllo e pedinamento e dai numerosi riscontri operativi, che hanno consentito nel periodo 2016-2018 il sequestro di oltre 35 tonnellate di sigarette di contrabbando e l’arresto in flagranza di reato di 36 persone. In tale contesto sono 21 i soggetti indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri e per trasferimento fraudolento di valori, di cui 14 destinatari di misura cautelare personale.
Le indagini sono state avviate a seguito del fermo di un autoarticolato e dell’autovettura “staffetta” effettuato nell’agosto del 2015 dalla Sezione Mobile del Nucleo PEF di Caserta – su attivazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, a sua volta destinatario di una segnalazione dell’organo collaterale inglese pervenuta tramite il II Reparto del Comando Generale del Corpo – che si concludeva con l’arresto in flagranza di reato per contrabbando di tabacchi lavorati esteri di 4 cittadini polacchi e il contestuale sequestro di 14 tonnellate di sigarette.
La successiva elaborazione delle evidenze investigative acquisite e l’avvio di una complessa attività di indagine, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, hanno consentito quindi di disvelare l’esistenza di una ben strutturata compagine criminale, con proiezione transnazionale, dotata di una propria sede organizzativa in provincia di Napoli, di più depositi siti in Campania dove collocare la merce oggetto di contrabbando, numerosi automezzi fittiziamente intestati a terzi ed appositamente modificati sia per l’occultamento della merce sia per potere assicurare comunicazioni non intercettabili dalle Forze di polizia nonché utenze dedicate alle comunicazioni illecite.
Ma vi è più: la compagine criminale ha provveduto persino a munirsi di sofisticati strumenti per rilevare la presenza di eventuali microspie negli automezzi o nelle abitazioni dei sodali onde cercare di eliminare la possibilità che le proprie conversazioni fossero oggetto di intercettazione ambientale.
Innumerevoli e ingegnosi sono stati gli espedienti utilizzati dall’organizzazione criminale per occultare la presenza delle sigarette di contrabbando negli automezzi sui quali venivano trasportate o nei depositi in cui erano stipate in attesa di essere destinate alla minuta vendita. Difatti, sono state sequestrate sigarette nascoste sia in “doppi fondi” appositamente creati nei semirimorchi degli autoarticolati o al di sotto dei portabagagli delle auto sia in un bunker sotterraneo sito in un capannone industriale al quale si accedeva tramite un finto tombino.
In occasione dei diversi trasporti delle sigarette di contrabbando l’associazione criminale non operava mai in maniera improvvisata, ma sempre con un’accurata organizzazione di uomini e mezzi, assumendo ogni accorgimento volto ad assicurare un’ampia rete di protezione ai soggetti implicati materialmente nei traffici illeciti in modo da eludere i controlli delle Forze di polizia – all’uopo utilizzando i suddetti apparati ricetrasmittenti per segnalare in maniera riservata eventuali posti di blocco – o comunque da limitare i danni una volta che le stesse intervenivano, facendo sparire ulteriori elementi di prova dell’attività delittuosa.
Inoltre, nel caso in cui i singoli sodali venissero arrestati nel corso delle operazioni repressive del contrabbando di sigarette e fossero condannati a scontare un periodo di detenzione, l’organizzazione provvedeva al riconoscimento ai rispettivi congiunti di uno stipendio per il mantenimento della famiglia, a garanzia della tenuta della compagine criminale.
Oltre alle misure cautelari personali è in atto il sequestro preventivo di beni immobili, autoarticolati e furgoni utilizzati per il trasporto delle sigarette di contrabbando e sono, altresì, in corso perquisizioni presso le abitazioni e i depositi nella disponibilità degli indagati.