CORONAVIRUS. Il caso delle mascherine vendute a 90 euro in una farmacia: il governo ha auspicato la vendita singola

12 Aprile 2020 - 17:40

SANT’ANGELO IN FORMIS (CAPUA) – I nostri lettori rappresentano una risorsa importante. Pochi minuti dopo la pubblicazione dell’articolo con cui abbiamo espresso qualche perplessità sulla decisione di Paternuosto, titolare della farmacia Tiscione di Sant’Angelo in Formis, di vendere le mascherine solo nelle confezioni da 50, ad un prezzo di 90 euro, è arrivato il soccorso di chi, nel giorno di Pasqua, ha speso qualche minuto per compiere una ricerca sulle norme che regolano la materia della vendita di questi fondamentalI dispositivi di protezione, così come queste sono state modificate con la decretazione di emergenza di quest’ultimo mese.

Lo ringraziamo, perché il suo è un contributo integrativo alla tesi che noi abbiamo espresso sulla vicenda.

L’articolo 1 dell’ordinanza di giovedì 9 aprile, cioè l’ultima della serie, afferma testualmente:

1. È consentita la vendita al dettaglio di DPI da par-
te delle farmacie ubicate nell’intero territorio nazionale,

anche in assenza degli imballaggi di riferimento, con le
opportune cautele igieniche e sanitarie adottate a cura del
venditore come descritte nel successivo art. 2.

Dunque, avevamo ragione: la signora Paternuosto si è comportata da commerciante e ha esplicitato la sua opzione. Pur essendole consentito vendere quelle mascherine anche una alla volta ha deciso, avendone facoltà, di venderle a pacchi interi da 50, al prezzo di 90 euro.

Come potete leggere nel testo integrale di questo articolo, il governo, tutto sommato auspicando, seppur in maniera implicita, un comportamento altruista da parte dei farmacisti, ha fornito anche le istruzioni per la determinazione del prezzo del singolo pezzo:

2. La vendita al dettaglio anche di una sola unità di DPI
senza imballaggi di riferimento deve prevedere un prezzo

inferiore o pari all’importo previsto per la singola confe-
zione diviso il numero dei DPI presenti nella medesima.

In poche parole, i 90 euro fissati come prezzo della confezione da 50 mascherine chirurgiche vanno divisi per quest’ultima cifra per determinare il prezzo della mascherina singola, che in questo caso, qualora la farmacista Paternuosto avesse deciso di utilizzare il via libera del governo per questo tipo di vendita, è di 1,80 euro.

Il secondo documento che pubblichiamo in calce, rappresenta la comunicazione che il dirigente della sanità campana Antonio Postiglione ha scritto il 23 marzo ai direttori generali delle Asl in modo che queste facessero da tramite con l’Ordine dei Farmacisti, raccomandando la stessa cosa.

Insomma, c’è stata la preoccupazione degli organi esecutivi nazionale e regionale affinché fosse garantita una vendita sociale delle mascherine perché, diciamocela tutta, fuori di diplomazia: quella promossa dalla Paternuosto è una vendita classista, a cui possono accedere solamente persone che versano in condizioni economiche più che discrete.

Se ci saranno novità continueremo a seguire il caso.

SPACCHETTAMENTO CONFEZIONI MULTIPLE NOTA REGIONE CAMPANIA Ordinanza-9-aprile-2020-recante-“Disposizioni-urgenti-per-la-vendita-al-dettaglio-di-dispositivi-di-protezione-individuale-da-parte-delle-Farmacie”