CORTE D’APPELLO. Confermate le confische di case, terreni, titoli, auto di Nicola Ferraro e della compagna Gelsomina Crisci. Cambia qualcosa su una cifra bloccata e sulla proprietà dell’ex moglie

24 Gennaio 2022 - 14:09

Introduciamo l’argomento, dandovi la notizia e i primi contenuti della stessa, in attesa di approondire nei prossimi giorni. Ricordiamo che si tratta di un giudizio di secondo grado e che eventualmente manca ancora il pronuciamento definitivo, che può essere anche non definitivo, della Corte di Cassazione

 

CASAL DI PRINCIPE – La corte di Appello di Napoli Ottava sezione – misure di prevenzione ha emesso la sua sentenza sul ricorso presentato dagli avvocati difensori di Nicola Ferraro, ex imprenditore del settore dei rifiuti e delle multiservizi ed ex consigliere regionale dell’Udeur di Clemente Mastella, avverso alla sentenza di primo grado pronuciata dal tribunale di Santa Maria con la quale Nicola Ferraro si era visto confiscare diversi beni, considerati provento della sua attività criminale, condotta nel clan dei casalesi e per la quale ha anche incassato condanne penali.

La Corte di Appello ha sostanzialmene confermato il verdetto di primo grado. La riforma, cioè la modifica ha riguardato solo della somma di 834mila 226 euro e 46 centesimi riguardante beni non oggetto del decreto di confisca. Ritorna nella disponibilità di Gina Vanacore, prima moglie di Nicola Ferraro, un appartamento di via Napoli a Teverola.

Ciò in accoglimento del ricorso presentato dall’avvocato Mario Griffo, che ha rappresentato in giudizio Gina Vanacore.

Per il resto, come abbiamo scritto prima, tutto confermato. A Nicola Ferraro sono stai confiscati un fabbricato a Casal di Principe via Torre di 359 mq, più terreno, valore 320mila euro; un appartamento di 88 mq a Gaeta in via Atratina, valore 270mila euro, quota del 22.5% della Protek srl per un valore di 2.700 euro, Protek di cui non è stato possibile controllare le sedi legali dichiarate visto che sia quella di Caserta in via Ferrarecce, sia quella di Teverola in via Appia sono risultate fantomatiche, nel senso che al suo intervento non è stata rtrovata alcuna attività e per di più l’amministratore Giancarlo Adami ha riferito all’ufficiale giudiziario di non essere in possesso della documentazione societaria.

Quota dell’11.25% della FIN.CAP srl per un valore di 11.250 euro. La FIN.CAP, con sede in via Padule a Mondragone. In questo caso la società risulta attiva con ultimo bilancio depositato nel 2016. In questo caso non sappiamo però se questa società sia ancora attiva. Lo era al momento in cui fu visitata nell’anno 2016, dall’ufficiale giudiziario; un’autovettura BMW oggi in uso alla questura di Caserta che la utilizza per motivi istituzionali. Infine un conto deposito acceso presso banca popolare dell’Emilia Romagna.

Confermate anche le confische dei beni intestati a Gelsomina Crisci, compagna di Ferraro. Nel dettaglio, la villa di Arienzo, in via Maddalena di 371 mq, compreso arredamenti, con porzione di terreno, valore 352mila 450 euro. Poi a Caserta, un appartamento in via Marchesiello 137 mq del valore di 212mila 350 euro, appartamento a cui sono legati due locali, probabilmente un deposito e un garage, il primo di 13 mq valore 20.150 euro e il secondo di 31 mq, valore 48.050 euro.

Invitandovi a seguirci perchè nei prossimi giorni approfondiremo i contenuti dei riscorsi degli avvocati e le ragioni esposte dalla Corte di Appello, vi ricordiamo che questa sentenza non è definitiva, visto e considerato che le parti processuali, cioè la Procura Generale e/o gli avviocati difensori, potrranno impugnarla, nei tempi previsti dalla legge, davanti alla Corte di Cassazione, alla quale, annullamento con rinvio permettendo, sancirà il definitivo destino di questi beni.