COVID. A CASERTA i casi di oggi (39) sono uguali a quelli di due o tre anni fa. Cambiata solo la percezione dettata dalla paura

8 Settembre 2023 - 13:43

I tamponi effettuati sono 552. Li abbiamo confrontati con quelli del 30 aprile 2021 e con quelli del 2 ottobre 2020. Cercheremo di acquisire cifre che ci consentano di effettuare lo stesso paragone con i ricoveri in terapia intensiva

CASERTA – Esiste solo, probabilmente con piena ragione da un punto di vista scientifico, una percezione diversa.

Il Covid circola oggi come circolava nel 2020 e nel 2021.

Anche al tempo la medicina era riuscita, dopo i primi mesi di autentico terrore, d grande incertezza terapeutica, a trovare delle soluzioni efficaci per le cure dei casi più complicati.

Ma si sa che i media hanno le loro necessità e la diffusione della paura rappresenta un comodo strumento per alimentare – pardon, drogare – gli ascolti.

Qual è la differenza tra i 46 positivi su 788 tamponi processati, con 0 deceduti, del 2 ottobre 2020; i 2987 tamponi processati con 277 positivi e 1 solo deceduto del 30 aprile 2021; in rapporto ai 39 positivi di ieri, 7 settembre, sortiti da 552 tamponi, con 0 deceduti?

Poca o nulla. Siamo intorno al 10% delle positività. Probabilmente, andando a scavare come si faceva fino a due anni fa, troveremo qualche dato più dissonante sui ricoveri ospedalieri ordinari e in terapia intensiva, ma la sostanza è questa.

È cambiato solo il livello di paura, il tipo di interesse dei media che, purtroppo, sono quelli che di solito stabiliscono se un fatto rappresenti o meno un’emergenza molto più degli addetti ai lavori, al di là della particolare situazione creatasi con il covid, sul quale tanti immunologi e virologi hanno costruito una notorietà assecondando la paura proposta dalla colazione alla cena, dai telegiornali.

La differenza è che il Covid non fa più notizia.

Oggi è diventato “solo un’influenza” mentre, per quanto riguarda Caserta, contesto territoriale che ci interessa, veniva rappresentato in quell’ottobre del 2020 e, in misura minore, a fine aprile 2021, come una pestilenza universale.

Non pensiamo di aver rischiato formulando questa affermazione. Non ci sottrarremo, però, nella ricerca di altri dati, quelli già citati sui ricoveri ospedalieri e sulle terapie intensive.

Non è improbabile che oggi siano molto di meno rispetto a quelle del 2020 e del 2021.

Se saranno molto meno le terapie intensive, potremo affermare che qualcosa è effettivamente cambiato molto più rispetto a quanto appare dai semplici dati relativi al rapporto tra tamponi e positività.

Per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri, lasciamo stare, perché con tuti quei soldi spesi, ad esempio dalla Regione Campania, di questi si è abusato molto al di là delle condizioni dei pazienti, che oggi si curano tranquillamente a casa loro.