COVID & SCUOLE. Come volevasi dimostrare, domani riaprono le materne, le elementari e le medie. Il Tar ha sospeso l’indecente e spregiudicata ordinanza di De Luca

10 Gennaio 2022 - 16:47

In calce all’articolo in cui cominciamo anche a sviluppare qualche nostra riflessione, che poi approfondiremo ulteriormente tra stasera e domani, il link contenente il testo integrale dell’ordinanza del Tribunale amministrativo della Campania

 

 

NAPOLI (g.g.) – Sin da quando venerdì pomeriggio il caso è esploso, non avevamo il minimo dubbio su quello che sarebbe stato l’esito del ricorso che molti genitori hanno presentato subito dopo l’ennesima performance del tele-predicatore, anzi video-predicatore, Vincenzo De Luca che continua biecamente a speculare sulle paure dei più sprovveduti, purtroppo la magna pars dei cittadini della Campania, per promuovere se stesso quale unico difensore della salute delle persone.

Ma su questo De Luca, sull’ultimo De Luca, scriveremo una nostra riflessione tra stasera e domani, perché quello che ha detto durante il suo intervento Facebook di venerdì scorso, appartiene alla sfera del puro sciacallaggio.

Accusare, infatti, il Governo di utilizzare i bambini che vanno a scuola come cavie rappresenta il totale abbandono di ogni freno inibitore da parte di un politico, che quando era più giovane sapeva dosare un po’ di più i suoi discorsi ed anche i suoi interventi picareschi, mentre oggi è un no limits con licenza di affermare ogni parola, ogni pensiero, spregiudicatamente piegato alla causa dell’alimento quotidiano di una vanità scaduta in senescenza, delirio di onnipotenza.

Ma questo, ripetiamo, lo scriveremo con calma. Oggi, invece, ci limitiamo a dare l’informazione della decisione assunta pochi minuti fa dal Tar della Campania e riportata in un dispositivo di 11 pagine che pubblichiamo in calce all’articolo, riservandoci poi di ragionare, anche in questo caso nelle prossime ore, sui suoi contenuti letterali.

Undici pagine per sospendere attraverso un decreto urgentissimo l’ordinanza con la quale De Luca ha chiuso, senza avere alcun titolo per farlo (oggi però c’è un Governo che glielo dice e che glielo contesta, a differenza di quello guidato dalla macchietta con i capelli pittati che c’era prima) le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, in pratica quelle che molto più efficacemente si chiamavano fino a qualche tempo fa materne, elementari e medie.

Quando il Tar decide con decreto, lo fa con la sola firma del presidente della sezione a cui il ricorso è stato assegnato. E’ un atto monocratico che si eroga nei rari casi in cui il Tribunale Amministrativo ritiene che esistano le condizioni per accogliere l’istanza dei ricorrenti affinché si produca una decisione immediata “inaudita altera parte”, cioè senza passare per un contraddittorio, per un dibattimento o per un semplice esame delle tesi della parte convenuta.

Alla Regione Campania, il Tar aveva chiesto sabato di produrre documenti che illustrassero nel dettaglio i motivi di particolare emergenza a giustificazione dell’ordinanza di chiusura firmata da De Luca. Questi, pensiamo, sapeva bene che stavolta non l’avrebbe spuntata, visto e considerato che nel novembre scorso, seppur tardivamente, lo stesso Tar della Campania aveva prodotto una sentenza, quella volta di merito, che annullava altre ordinanze simili firmate da De Luca durante lo scorso anno scolastico.

In quel caso la temporalità della sentenza ne aveva vanificato gli effetti concreti, ma è chiaro che giurisprudenzialmente ha pesato e anche molto. Quel verdetto, che definiva la vittoria, seppur platonica, dei genitori che al tempo avevano presentato ricorso, è stata anche merito del noto avvocato amministrativista di Caserta Luigi Adinolfi, uno dei protagonisti di quell’iniziativa giudiziaria e uno dei protagonisti di quella che ha scritto oggi il suo primo epilogo.

Sin qui la questione Tar. Leggeremo le motivazioni e capiremo meglio in modo da spiegarle anche ai nostri lettori. Va precisato, comunque, che qui il Tar è servito per bloccare istantaneamente questa follia di De Luca che ora se la prenderà anche con i magistrati probabilmente. Se non ci fosse stato, infatti, questo pronunciamento, ci avrebbe pensato sicuramente la Corte Costituzionale, a cui il Governo si è rivolto stamattina impugnando la stessa ordinanza di De Luca ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione, visto e considerato che la Regione Campania ormai con gli editti del suo presidente, si comporta come se fosse una nazione indipendente, tipo la Catalogna di un paio di anni fa, dove però, il presidente Carles Puigdemont, non a caso, fu arrestato. Anche ieri abbiamo scritto che De Luca si comporta in maniera eversiva pur di far sopravvivere la sua popolarità.

È eversivo nel momento in cui con atti che non hanno precedenti nella storia del nostro Paese, viola una legge dello Stato, la numero 133 dello scorso 24 settembre, con la quale il Parlamento ha convertito definitivamente il decreto legge che il Governo Draghi aveva mandato in vigore all’inizio del mese di agosto.

Come pure abbiamo scritto ieri quella legge afferma, proprio per evitare tutta la confusione e le nefandezze compiute soprattutto da De Luca in occasione delle prime tre ondate covid, che i presidenti delle Regioni, quelli delle Province autonome di Trento e Bolzano e i sindaci d’Italia possono intervenire con atti amministrativi di potestà riguardanti l’apertura o la chiusura degli istituti scolastici solo e solamente, anzi la legge scrive in maniera testuale “esclusivamente”, quando una Regione, una Provincia autonoma o un Comune vengono dichiarati zona rossa.

In tutti gli altri casi né i presidenti delle Regioni, né i presidenti delle Province autonome, né alcuno dei quasi 8mila sindaci d’Italia possono toccare la frequenza scolastica. Mai, ripetiamo mai, avevamo assistito ad una cosa del genere. Quella legge il Parlamento la votò proprio per ridare dignità alla lettera e ai contenuti della Costituzione italiana.

Nessuno si aspettava che De Luca perdesse ogni residuo freno inibitore scrivendo un’ordinanza rozzamente, smaccatamente e platealmente illegale, solo per attirarsi le simpatie di quella parte del popolo, purtroppo preponderante, che non approfondisce nulla, nessun tema, nessun argomento.

Domani, dunque, le scuole materne, elementari e medie della Campania riapriranno. Con buona pace della dirigente scolastica Tania Sassi che ieri ci ha strappato più di un sorriso ed anche qualche pernacchietta con la sua buffa comunicazione che, in pratica, dava all’ordinanza di De Luca un rango più importante di quello di una legge dello Stato, votata dal Parlamento, con la quale si era solamente voluto ribadire quali siano le norme costituzionali che regolano le competenze dei vari organismi dello Stato sulla organizzazione e sull’esercizio della didattica, unico strumento per quel diritto allo studio di cui De Luca si è fatto beffe, nonostante sia un’altra architrave della nostra Carta Costituzionale.

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