COVID & SPRECHI. Oltre due anni in proroga e centinaia di migliaia di euro spesi per la vigilanza armata dell’ospedaletto di CASERTA semivuoto voluto da De Luca

4 Gennaio 2023 - 12:20

CASERTA – Che l’ospedaletto di Caserta, riservato ai pazienti in terapia intensiva, affetti da coronavirus, sia stato uno spreco di denaro pubblico è cosa evidente.

Due milioni di euro spesi solo per la struttura installata nel parcheggio del Sant’Anna e san Sebastiano di Caserta nella primavera 2020.

Poi, nel dicembre dello stesso anno, l’ospedale di Caserta ha messo nero su bianco la necessità di spendere un milione e mezzo per approvvigionarsi ulteriori dodici letto di terapia intensiva covid.

Queste due procedure sono costate alle casse della regione Campania 3 milioni e 354 mila euro.

Una cifra enorme se si pensa che il limite massimo di pazienti ospitabili è di

circa 14 e la struttura non è stata quasi mai in funzione.

Ma, forse, concettualmente, il momento più alto dello spreco di denaro pubblico relativo all’ospedale modulare di terapia intensiva covid di Caserta è stato quando ritorno nell’agosto del 2020, con una struttura semivuota, è stato affidato un servizio di vigilanza armata dal valore di poco inferiore ai 40 mila euro, tramite affidamento diretto alla SSD di Nocera Inferiore.

Oggi, ad oltre due anni di distanza, l’ospedale di Caserta ha continuato ad affidare, proroga su proroga, migliaia di euro – ormai abbiamo superato anche la centinaia – alla SSD.

Quasi tre anni di proroga per un contratto pubblico rendono evidente, mostrano come quella dell’attuale direttore generale Gaetano Gubitosa è stata una gestione poco trasparente dell’ospedale del capoluogo.

Infatti, come specificato dall’Autorità anticorruzione in ogni occasione possibile, dalla quale prendiamo in prestito le parole, l’utilizzo reiterato della proroga tecnica si traduce in una fattispecie di affidamento senza gara e comporta la violazione dei principi comunitari di libera concorrenza e parità di trattamento.

E’ mai possibile, infatti, che un contratto nato nell’ottobre 2020 e che vedeva la sua fine naturale nell’aprile 2021, possa sopravvivere ancora e durare, secondo quanto scrivono dall’ospedale nella delibera che leggerete in calce, fino al 31 marzo 2023?

E non è più plausibile, dopo due anni, resti ancora in vita la motivazione delle procedure di appalto d’emergenza legate al coronavirus. Il covid fa ormai parte delle nostre vite, che ci piaccia o meno. E quindi non è concepibile immaginare che la governance dell’ospedale di Caserta continui a far sopravvivere un contratto con una proroga superiore ai due anni.

Quanti pazienti ci sono nei prefabbricati? E’ utilizzato o si tratta di un reparto fantasma? Chi può dirlo, però ciò che è certo è che andranno spesi altri 15 mila euro per la vigilanza armata, con il rischio di presidiare un luogo vuoto.

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