DISASTRO CASERTA. Carlo Marino dovrà riapprovare (ORMAI è UN VIZIO) il Bilancio di Previsione. I 20 MILIONI di disavanzo aggiuntivo lo costringeranno a sparare balle ancora più grandi sul risanamento

26 Agosto 2020 - 17:18

La notizia da noi data l’altro giorno, che parte da una decisione della Corte Costituzionale, porterà conseguenze molto gravi che appesantiranno ulteriormente il fardello di debiti che graverà sulle future generazioni di casertani. Conseguenze pratiche? Fatevi un giro in auto per le strade della città

 

 

CASERTA (G.G.) – Come abbiamo scritto l’altro giorno, i numeri del Bilancio Consuntivo anno 2019, del Comune di Caserta, sono totalmente errati (clicca qui).

Ballano circa 20 milioni di euro relativi a prestiti concessi dalla Cassa che si chiama Depositi e Prestiti proprio per questo motivo e dedicati al pagamento dei fornitori privati di beni e servizi, con titolo esecutivo.

Qualcuno, almeno, ha seguito la polemica, protrattasi per anni, sui tempi biblici che trascorrono prima che le imprese ricevano i sacrosanti corrispettivi dagli enti locali. Un andazzo che ha relegato l’Italia, anche in questo caso, ad uno degli ultimi posti in Europa nella classifica della tempistica delle liquidazioni.

Il governo Renzi da una parte ha dovuto proseguire, nel rispetto dei vincoli europei, nell’attività di contenimento nel rapporto tra deficit e Pil, dall’altro lato ha dato di gomito ai Comuni dicendogli in pratica non vi preoccupate che un po’ di soldi ve li facciamo risparmiare all’italiana, cioè facendo finta che si tratti di prestiti, ma costruendo una norma che non le impone di contabilizzare questi soldi come si fa con un qualsiasi prestito del mondo, cioè tra i residui passivi e dunque tra le passività del bilancio.

Il resto della ricostruzione lo leggete, comunque, cliccando sul link in alto.

Oggi, invece, come promesso, vanno segnalate brevemente le conseguenze di una nuova situazione che non può essere assoluta elusa, esistendo addirittura un pronunciamento della Corte Istituzionale pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 gennaio.

Non potrà, dunque, il revisore dei conti Fattopace non segnalare agli organi ministeriali e alla Corte dei Conti questa situazione.

Ora, Carlo Marino ha già approvato in giunta il Bilancio di Previsione 2020, che come si usa solo in Italia prevede le entrate e le spese di un anno quando questo, in pratica, sta già finendo.

Roba da stregoni, roba italiana.

Ma il Bilancio che Marino ha approvato si fonda sul presupposto che i 14 milioni e mezzo di euro di disavanzo di amministrazione, così come questo è stato approvato, ricordiamo col parere negativo del già citato Fattopace, dal consiglio comunale.

Siccome il disavanzo è, invece, di 34 milioni, il già inaffidabilissimo piano di rientro messo nero su bianco da Carlo Marino e dall’Alta professionalità Girolamo Santonastaso (sull’assessore Pica ormai va calato un velo di pietoso e pudico silenzio) diventa autentica carta straccia.

Marino aveva dichiarato che i 14,5 milioni sarebbero stati recuperati in questa annualità per 9 milioni di euro e in quella successiva per i rimanenti 5,5 milioni.

Il che significava che un Comune, il quale ha collezionato solo e solamente disavanzi, negli ultimi anni, avrebbe improvvisamente rispettato i formali propositi, tutti traditi in passato, di risanamento, creando in pratica una provvista tale da non chiudere in passivo il consuntivo 2020 (circa 5 milioni) e in più creare un tesoretto di 9 milioni per rispettare il piano di rientro dal deficit.

Ridicolo. Siamo pronti ad ogni tipo di scommessa sul fatto che questo con sarebbe accaduto mai.

Non sarebbe accaduto, perché adesso, con gli ulteriori 20 milioni di euro di disavanzo, salta anche il film di fantascienza del piano biennale di rientro.

Bisognerà farne uno molto più pesante che, badate bene, per legge, non potrà andare al di là della scadenza del primo mandato sindacato di Marino rispettando la proporzione del 62% di rientro al primo anno e conseguentemente del 38% di rientro nel secondo anno, cioè l’ultimo contabilizzabile del primo mandato di Carlo Marino,

Dovremmo avere un Bilancio di Previsione che contenga una passività di 21.080.000, cioè esattamente il 62% dei 34 milioni di euro che rappresentano il nuovo disavanzo reale di amministrazione registrato all’anno 2019.