DROGA & PARITA’ DI GENERE. Al vertice del gruppo criminale che acquistava la droga dal fratello di un boss ucciso, una mamma e tre figlie

8 Febbraio 2023 - 18:41

Marcianise si conferma una piazza di spaccio unica nel suo genere

MARCIANISE – E’ uno spaccato assolutamente congruo rispetto alle tante operazioni compiute dalle forze dell’ordine per contrastare il traffico degli stupefacenti nella storica piazza di Marcianise.

C’è un marchio di fabbrica che lo connota e lo differenzia da ciò che succede in altri luoghi, ugualmente storici come possono essere quello di Castel Volturno, di Mondragone, di Maddaloni dove di droga ne è stata venduta a tonnellate e di persone arrestate a centinaia.

Marcianise ha dei gruppi criminali connessi topograficamente al Parco Primavera, che trasformano l’attività di approvvigionamento e di spaccio in vere e proprie imprese a conduzione familiare. In passato ci siamo occupati m molto, ad esempio, di Donato Bucciero, ma soprattutto del ruolo fondamentale svolto da sua moglie e da sua nipote. Da stamattina trattiamo la notizia dell’arresto di 10 persone che, tutte insieme appassionatamente, avevano costituito l’ennesimo gruppo, l’ennesimo cartello in cui si andavano a saldare quella sorta di centro commerciale all’ingrosso costituito da Caivano, dal Parco Verde, in cui sono insediate attività criminali con flussi degni dei cartelli colombiani, e la tradizione del commercio al dettaglio insediata a Marcianise. E se al tempo di Donato Bucciero, molto ragionammo sul ruolo di sua moglie e di sua nipote, oggi vediamo che gli elementi cardine del gruppo criminale sono 4 donne, una madre, Lucia

Cozzolino moglie del defunto Antonio Russo, detto ‘o Napulitan,  e delle tre figlie: Antonietta, Anna ed Emanuela. In poche parole, almeno per quanto riguarda quest’attività economico-criminale il problema della parità di genere è stato definitivamente archiviato. Il referente commerciale cioè colui che vendeva all’ingrosso la droga rifornendo stabilmente la piazza di spaccio di Marcianise, non era uno “scafesso” qualsiasi, bensì Francesco Castaldo, fratello del boss Pasquale Castaldo detto O’Faran, ucciso nel 2003. Ciò significa che il cartello delle donne non era affatto improvvisato ed era in grado invece di gestire un rapporto con elementi di una camorra tutt’altro che raffazzonata, come quella di Caivano.

Il fatto che il gruppo criminale si muovesse come una vera e propria azienda è dimostrato dal fatto che gli eventi personali riguardanti i componenti di questo sodalizio dovevano rimanere fuori “dal lavoro” così come accade nel giorno in cui viene a mancare il padre di uno di questi componenti, senza che l’attività, consistente nella vendita di cocaina, hashish e marijuana tra via Giovanni Verga, il citato Parco Primavera e Viale Europa, con l’appendice di via Napoli a Capodrise, nel quartiere San Donato, non incontrava alcuna soluzione di continuità dunque non si fermava. La vicenda è piuttosto interessante anche al di là del peso specifico apparente degli indagati e delle indagate. Se lo sono scelto come un lavoro e il fatto che due dei componenti vengano arrestati già diversi mesi fa, non modifica di un millimetro la determinazione criminale del gruppo che continua a vendere droga come prima e più di prima, senza fare letteralmente una piega.