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E’ più forte di lui: Saverio Griffo non riesce a star fuori dalla politica di TRENTOLA, nonostante questa l’abbia reso imputato di reati gravi

13 Gennaio 2021 - 13:05

Veramente un soggetto interessante questo avvocato. Seguite, però, bene il nostro ragionamento, perchè come al solito la sua articolazione è garanzia liberale anche per chi ne è oggetto. Ovviamente rimaniamo a disposizione qualora lo stesso Saverio Griffo volesse esprimere la sua opinione

 

TRENTOLA DUCENTA(g.g.) Nessuno “si sogna” nemmeno lontanamente, men che meno noi che conosciamo bene, anzi benissimo i fondamenti della cultura liberale, di contestare all’avvocato Saverio Griffo di Trentola Ducenta la possibilità di esercitare la sua professione. Sul piano del diritto, non c’è discussione: il fatto che sia imputato, peraltro per reati significativamente gravi, nel processo sulla tangentopoli e sulle presunte vessazioni consumate nei confronti di imprenditori, uno in particolare, al comune di Trentola nei pochi mesi del governo targato Andrea Sagliocco, non significa che Saverio Griffo sia colpevole.

Ci risparmieremmo volentieri la solita “pappardella” ma da queste parti dove la relazione tra l’individuo e la conoscenza non rappresenta la specialità del luogo, va necessariamente enunciata: una persona è colpevole solo quando lo sentenzia la Corte di Cassazione o, in alternativa, quando un verdetto, pronunciato da un tribunale o da una corte d’appello non viene impugnato e, dunque, dopo un certo periodo di tempo, passa in giudicato.

Saverio Griffo è semplicemente un imputato, non certo un reo. Stabilito questo, però, il discorso si sposta, anzi, deve spostarsi necessariamente, sul terreno dell’opportunità che, badate bene, non è una cosa buttata lì, giusto per dire, uno sterile esercizio intellettuale. Nel caso specifico, cioè quello riguardante Saverio Griffo, mentre l’essere imputato in un processo riguardante presunti fatti criminali, accaduti nel comune di Trentola e attorno al comune di Trentola, nulla significa per quel che riguarda la definizione finale delle responsabilità penali, tanto, al contrario, significa se Saverio Griffo la professione di avvocato la esercita in relazione a fatti che comunque riguardano il comune di Trentola.

Non c’è niente da fare: questo professionista si comporta come l’ape con il polline del fiore. E’ un richiamo irrefrenabile. Se uno “si è fatto”, come è successo per Saverio Griffo, diversi mesi di arresti domiciliari perchè c’è una procura della repubblica cioè dei magistrati che si muovono su delega del popolo italiano, messa nero su bianco nella Costituzione, che ritiene Saverio Griffo il fulcro di un sistema criminale fatto di intimidazioni, di operazioni a dir poco scandalose, e, scrivevamo prima, di vessazioni consumate ai danni di avversari politici, ciò, non perchè lo sostengano i magistrati della pubblica accusa, debba essere considerato vero. Anzi, affinchè il nostro ragionamento liberale fluisca correttamente, ci schieriamo dalla parte degli innocentisti.

Secondo noi, dunque, Saverio Griffo è un non colpevole. Ma il nostro punto di vista, cioè quello di un giornale importante e quello che il sottoscritto esprime da cittadino, conta come tale. Nè di più, nè di meno. Altro discorso, infatti, è quello che l’autorità giudiziaria dovrà stabilire attraverso i processi.

Lo status di imputato in cui si trova Saverio Griffo non è, insomma, materia di discussione, materia opinabile. E se questo status di imputato niente conta nella piena possibilità che lo stato di diritto offre a Griffo di svolgere pienamente la sua attività di professionista, pone, quantomeno, un limite di opportunità: il Griffo potrebbe tranquillamente occuparsi di cause in tutto il resto della Campania, in tutto il resto della provincia di Caserta, in tutto il resto d’Italia, perchè no, in tutto il resto d’Europa e del mondo, ma cavolo, sulla politica di Trentola sarebbe opportuno astenersi per il momento, in attesa quantomeno di una sentenza di primo grado.

E invece, Griffo che ti combina? Compulsa l’ingenuo Antonio Cantile, candidato sindaco alle ultime elezioni comunali, che lo nomina suo avvocato nel giudizio davanti al Tar, intentato dall’altro candidato sindaco Michele Ciocia e da tre suoi sostenitori, finalizzato a rimettere in discussione il risultato elettorale dello spoglio del 22 settembre che, com’è noto, per due o tre voti, non ricordiamo bene, consentì a Michele Apicella di superare, al primo turno, la soglia del 50% che gli permise di indossare immediatamente la fascia, senza passare per le insidie di un ballottaggio.

Per quanto riguarda il merito del ricorso, abbiamo già scritto e abbiamo anche annunciato che ce ne occuperemo, quando il tar, a marzo, svolgerà la sua udienza e deciderà se accogliere o meno l’istanza di Ciocia, che chiede l’annullamento della proclamazione degli eletti e dunque l’indizione di nuove elezioni.