E Schiavone jr “incastra” il suo padrino di battesimo: era amico di papà e socio del clan

3 Luglio 2024 - 17:59

Le dichiarazioni di Nicola Schiavone nel processo per le infiltrazioni negli appalti per le Ferrovie dello Stato.

CASAL DI PRINCIPE. mentre il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri ferma la collaborazione con Francesco Scavone Sandokan, suo figlio, Nicola Schiavone, ha reso dichiarazioni nel corso del processo sulle infiltrazione del clan dei Casalesi negli appalti per le Ferrovie dello Stato, che si celebra davanti alla terza sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Giuseppe Meccariello.

Nicola Schiavone ha dichiarato che Nicola ‘o munaciello non era un affiliato in senso formale della cosca, ma era un amico del padre, un confidente, un consigliere legato da un rapporto umano alla famiglia del boss, tanto che sia o munaciello che suo fratello e Enzuccio ‘o trick erano spesso a casa Schiavone. Un’amicizia che poi indusse Sandokan a chiedere a Nicola Schiavone di diventare il padrino di battesimo di suoi figlio.

I due fratelli erano, stando alle dichiarazioni del figlio del boss, imprenditori che in pratica mettevano nei loro lavori i soldi del clan dei Casalesi.

Nicola Schiavone è andato anche oltre, dichiarando che c’erano soci come i fratelli Schiavone o come Domenico Pagano, Giuseppe Di Ronza e Alfonso Schiavone e poi c’erano anche quelli che invece prendevano gli appalti e corrispondevano il 10% degli introiti derivanti da questi lavori al clan. Questi erano, ad esempio, Dante

Apicella, Claudio Schiavone, i fratelli Mastrominico e Alfonso Salzillo.

Nel corso della prossima udienza verranno ascoltati altri collaboratori di giustizia. Va ricordato che nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Mirella Baldascino, Mario Griffo, Carlo De Stavola, Mauro Valentino, Giuseppe stellato e Carlo Madonna.