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ELEZIONI A CASTEL VOLTURNO. Ecco i nomi dei candidati parenti di camorristi, presunti tali e inquisiti. Il “solito” nostro punto di vista

21 Maggio 2019 - 18:17

CASTEL VOLTURNO(g.g.) Non ne sono tantissimi, ma ci sono. Essere parenti di qualche pregiudicato, di qualche camorrista, non è, ripetiamo, non è di per se un fatto ostativo all’esercizio della vita politica e alla volontà di candidarsi per un’istituzione rappresentativa. Essere, però, imparentati direttamente o indirettamente con soggetti con cattivi precedenti, necessita di un’attività supplementare di testimonianza politica e culturale.

Da anni, questa è la posizione di CasertaCe, ovviamente fraintesa in questa landa desolata di semi analfabeti, abituati a leggere solo i titoli degli articoli e a vedere le fotografie.

Un parente di un camorrista, fosse anche il figlio di un camorrista, può candidarsi, altroche. La nostra posizione liberale è trasparente, adamantina e costruita su convinzioni culturali di storico prestigio.

Ancora una volta, detto questo, i candidati zavorrati da parentele scomode, dovrebbero condurre una campagna elettorale tutta concentrata sul registro della legalità, della lotta senza quartiere alla criminalità organizzata, in cui, in maniera forte e chiara e senza limitarsi alle frasi fatte e alle dichiarazioni di principio, fare anche i nomi e cognomi dei cattivi esempi, dei propri familiari che hanno sbagliato, che hanno imboccato una strada senza sbocchi.

Avete letto questa premessa? Ci scommettete che stasera qualcuno analizzerà questo nostro articolo, limitandosi esclusivamente al suo aspetto onomastico?

Ma a noi non frega un tubo e procediamo.

Partiamo dal simpatico Cesare, Cesarone Diana, che ci è simpatico sul serio, lui e il mitico attentato del sabato alla povera automobile che veramente è stata sottoposta durante tutto l’anno 2018 ad un martirio. Ultimamente Cesare Cesarone si è dato alla legalità, nel senso che ha sposato i temi della necessità di liberare Castel Volturno da ogni tipo di ipoteca conveniente. D’altronde, lui è un politico di razza e come tutti i politici di razza sa interpretare i tempi. La rivoluzione copernicana di Cesare Cesarone rispetto ad altri periodi in cui menava vanto della sua indubbia virilità politica e virilità tout court, in grado di tenere a bada soggetti di ogni tipo.

Nella sua lista va segnalata la presenza di Rosa Gravante, nipote di Alessandro Gravante detto “o giuric“, attualmente detenuto per estorsione. Che facciamo, ripetiamo il concetto? Lo facciamo una volta sola: la signora Gravante ha esercitato un suo sacrosanto diritto, nel momento in cui ha deciso di candidarsi alle elezioni. Detto questo, non abbiamo letto dichiarazioni sue sull’esperienza di vita di suo zio e questo, nel rispetto della persona, rende politicamente poco credibile la sua candidatura.

Ci siamo capiti? Questo vale per tutti i nomi che faremo ora.

Col candidato sindaco Luigi Letizia, scende in campo, per un posto in consiglio comunale, Federica Anna Pia Falcone, figlia di Antonio Falcone, detto il commendatore, con problemi giudiziari relativi a presunti reati finanziari.

Con Luigi Petrella sindaco, scende in campo, nella lista di Forza Italia, Gennaro Diana, appassionato di armi. Una passione che gli ha creato qualche problemino con la giustizia, evidentemente superato se ha potuto candidarsi presentando i documenti del casellario giudiziario e del certificato penale.

Eugenio Fiorentino torna a incrociare la sua passione per la politica che subì un brusco stop al tempo della sindacatura di Mario Luise, allorquando, fu colpito da un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici, accessorio a una condanna per abuso d’ufficio, insieme al citato sindaco. Se si è candidato, evidentemente è stato successivamente assolto o prosciolto.

Veniamo al centrosinistra. Nella lista del candidato sindaco Oliva, attuale presidente del consiglio comunale, c’è Mario Camasso, figlio di Armando Camasso, sorvegliato speciale, attiguo al clan dei casalesi, fazione Bidognetti. Anche in questo caso, il problema non riguarda la legittimità, ma la politica, perchè a nostro avviso, chi ha subito l’onta di un congiunto inquisito per reati tanto gravi, non può non collegare la decisione di candidarsi ad una dura, serrata attività di testimonianza contro la camorra da definire però, non come una categoria evanescente, ma con nomi e cognomi.

Raffaele Esposito è il marito di una persona che ha vissuto momenti difficili con la giustizia, in indagini relative a fatti di droga.

Nella lista di Parente, si scorge il nome di Carmine Brancaccio, recentemente indagato a piede libero nell’indagine riguardante le mazzette e i favori sessuali all’interno dell’ufficio tecnico comunale.

Del capolista di Prima Castel Volturno, Eliana Colamatteo sindaco, cioè del mitico Alfonso Iovine, che ne parliamo a fare? A lui non abbiamo mai risparmiato nulla. Si sa chi è. Può candidarsi e dunque è inutile ripetere le stesse cose.