ELEZIONI REGIONALI. Oliviero perde la partita: nessun candidato di Caserta. Ok a Massimo Schiavone perché per il Pd i voti non puzzano

17 Agosto 2020 - 20:59

CASERTA (g.g.)Gennaro Oliviero ha una forza elettorale indiscutibile. Ma, attualmente, il peso specifico che esprime all’interno del Pd, non è pari alla consistenza che struttura il suo portafoglio di consensi.
Aver fatto scrivere due comunicati alla sezione PD di Sessa Aurunca affermando in pratica, che il sì alla candidatura di Massimo Schiavone sarebbe stato legato all’impegno diretto di un candidato della città di Caserta, in modo da equilibrare il sacrificio tra lui e Graziano, fa sì che oggi, nel momento in cui in pratica vengono ufficializzati gli ultimi due nomi dei Democratici, si possa parlare di una vittoria, forse non completa, quale sarebbe stata nel caso in cui Oliviero avesse detto un no secco a Massimo Schiavone, con la conseguenza che lui e il papà si sarebbero schierati direttamente dalla parte di Graziano, ma comunque di vittoria, seppur piccola, si tratta, visto che nessun esponente del Pd di Caserta si è candidato e l’ottavo nome è Nicola Tessitore di Gricignano.

Per il resto, che dire di più di quello che non abbiamo già detto: pensate un po’ che la candidatura di Massimo Schiavone, ma soprattutto le azioni stravaganti e anche molto scomposte, fatte nelle prime settimane della campagna elettorale quando più persone, politici o parenti dei politici (clicca qui per leggere l’articolo) sono stati assunti a tempo determinato nelle strutture convenzionate della famiglia sessana, hanno indotto Clemente Mastella e Luigi Bosco, che tutto sono fuorché degli angioletti, a considerare pericoloso e inopportuno l’impiego di Massimo  Schiavone.

Dunque quello che Mastella e Bosco hanno scartato, preoccupandosi della percezione non certo esaltante, comunicata dalla candidatura dello Schiavone sul terreno della morale spicciola, è stato raccattato dal Pd, che ormai è il partito che è, il partito che ha fallito totalmente ciò che Walter Veltroni, nel 2008, all’atto della fondazione, promise dal palco del Lingotto.

Un tipico partito all’italiana, dove contano i voti purchessiano. I voti a prescindere da come vengono conquistati. Ormai siamo ad una condizione, per quanto riguarda soprattutto il Pd di Caserta, di vero e proprio partito degli affari.