ESCLUSIVA. Ri-espolde il caso dei neolaureati casertani truffati in Romania. “Risarciti” con corsi fantasma della Regione

3 Luglio 2020 - 19:14

La Guardia di Finanza ha ripreso i fili di un’inchiesta di cui ci eravamo già occupati tre anni fa e che ora, evidentemente, ha presentato spunti nuovi

 

CASERTA – Dopo un paio di anni buoni, forse addirittura tre, torna a far parlare di sé un’indagine giudiziaria che sembrava aver imboccato un binario morto.

Questo giornale raccontava, nell’anno 2017, di un gruppo cospicuo di laureati, giovani e meno giovani, partiti per la Romania allo scopo di ottenere l’abilitazione equipollente all’insegnamento, approfittando del fatto che il paese dei Carpazi è diventato, da diversi anni, membro dell’Unione Europea.

Qualcuno di loro ci raccontò della spesa di una cifra di 7mila euro pagata ad una società di servizi casertana o aversana, che si impegnava a realizzare questo sogno professionale, viatico per l’inserimento nel mondo della scuola.

Finì malissimo, visto che questi poveri neolaureati, si parla di un centinaio di persone, e 7mila moltiplicato 100 fa 700mila euro, si imbatterono in un gruppo di truffatori che, travestiti da docenti, erogarono solo una solenne fregatura, visto e considerato che docenti non erano, ma manovali, muratori che si erano prestati a recitare questa farsa in nome e per conto di persone rimaste ignote.

E lì ci fermammo.

Quando, nel corso di questi tre anni ci abbiamo ripensato, abbiamo anche ipotizzato che quel fascicolo fosse stato definitivamente archiviato.

E invece non è così. Qualcosa deve essere successo, recentemente, se è vero come è vero che la Guardia di Finanza di Caserta ha interrogato diverse persone tra cui molte vittime di quel raggiro.

Non sappiamo se al momento risultino o meno iscritti nel registro degli indagati, ma sappiamo che le Fiamme Gialle conoscono bene chi furono i promotori italiani di questa operazione.

Si è trattato di interrogatori molto seri e stringenti. Qualcuno è durato addirittura più di quattro ore.

Insomma, gli inquirenti danno la sensazione di avere in mano qualcosa di importante.

Non è improbabile che il ritorno della fiamma investigativa sia stato dovuto ad un effetto collaterale, o meglio ancora conseguenziale, di quegli avvenimenti, che non passarono sotto silenzio.

Si parla addirittura di proteste durissime e di diverbi quasi sfociati in rissa tra i promotori e i truffati che chiedevano la restituzione dei 7mila euro versati.

Ed eccoci dunque arrivati all’effetto conseguenziale: molte di queste persone hanno sostenuto, o almeno così risulta, dei corsi di formazione finanziati dalla Regione Campania.

Uno di questi in zona Casal di Principe. Si ipotizza nell’indagine che si sia trattato di cosiddetti “corsi fantasma”.

Dunque, ulteriori reati, che svariano tra il falso materiale e la truffa, allo scopo di far risarcire con soldi pubblici quello che agli allora aspiranti professori era stato sottratto con il raggiro rumeno.

Ma i promotori casertani sapevano della torta preparata a Bucarest e dintorni? Sono stati complici o a loro volta vittime?

Questo non lo si può ancora stabilire.

Fatto sta che non risulta la presentazione di un solo straccio di denuncia da parte loro. Se fossero stati in buona fede e avessero subito la truffa dai rumeni, non avrebbero avuto alcun problema a rivolgersi alla magistratura italiana e alle forze dell’ordine.

Perché non l’hanno fatto? Perché, al contrario, hanno posto in essere un’altra operazione forse illegale, per non pagare di tasca loro la restituzione dei 7mila euro ai neolaureati casertani in trasferta nell’est europeo.

La formulazione di questi interrogativi è, con ogni probabilità, alla base dell’indagine fortemente alimentata dalle sezioni specializzate della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caserta.