EX CANAPIFICIO. La struttura occupata abusivamente dal Centro Sociale passa al Comune

9 Maggio 2019 - 19:39

CASERTA (pasman) – Mentre con una decisione gravissima, autoritaria, che mina la democrazia del Paese, a cui ha fatto da sfondo l’addomesticamento della Rai attraverso una lottizzazione da puro regime, il governo chiude Radio Radicale – un’emittente che per comuni e qualificate opinioni, assicura un’informazione libera, diretta ed indipendente – la carta stampata, dal suo canto, non se la passa proprio bene, per i gravi condizionamenti che subisce.

Non sorprende, dunque, che per il Consiglio d’Europa, nel suo Rapporto sulla libertà d’espressione 2018 appena pubblicato, indichi – come non tutti sanno e forse non a caso – il M5s come una minaccia alla libertà di espressione, a causa di atteggiamenti, episodi e decisioni significativi di ciò.

E proprio di questa situazione dubbia, qui, a Caserta, abbiamo in questi giorni un esempio eclatante, che si riferisce alla vicenda dell’ Ex-Canapificio e dove l’effetto condizionante non si è lontano dal vero a pensare che sia la scadenza elettorale europea.

Come si sa, la struttura, che ospita il progetto Sprar per l’accoglienza dei rifugiati gestito dal Centro Sociale, è sotto sequestro giudiziario per problemi di sicurezza strutturale.

A leggere quanto si pubblica in città in questi giorni, ci si imbatte in una contraddizione patente e che tuttavia nessuno evidenzia o cerca di spiegare.

Il nostro giornale ha già dato, con un articolo dei giorni addietro, una iniziale valutazione dei fatti, osservando come, dopo aver determinato esso stesso il sequestro dell’immobile in concorso di colpa con l’ente proprietario a causa dei mancati lavori di conservazione edilizia, il Centro Sociale abbia preteso una via privilegiata per la risoluzione del caso. Pretesa assolutamente ingiustificata, se il criterio di priorità nella trattazione degli affari pubblici di questa natura – civile ed amministrativa, ad un tempo – non può che essere quello cronologico, a parità di condizioni, se non si vuole scadere nella discrezionalità più assoluta.

Ma qui c’è di più.

Pare, difatti, che la Regione Campania, a dispetto delle accuse di una reiterata inerzia mossegli dal Centro Sociale rispetto alle sue ripetute sollecitazioni ad intervenire per la manutenzione della sede, le abbia non solo escluse, ma le abbia del tutto ribaltate.

Secondo i dirigenti regionali competenti, il Centro Sociale occuperebbe sine titulo, cioè abusivamente, da almeno cinque anni i locali dell’Ex-Canapificio e sarebbe persino pendente, per questo, una esecuzione di sgombero rimasta ineseguita senza motivi plausibili.

Incomprensibilmente e senza che nessuno se ne sorprenda più di tanto, come si diceva, si apprende dalla stampa di ieri e di oggi che, dopo un incontro interlocutorio avuto dal Centro Sociale con gli uffici regionali, l’edificio passerà nella disponibilità del Comune di Caserta in un lampo, addirittura entro 15 giorni.

E la campana dell’autorità giudiziaria è stata sentita? Del destino delle spese associate ad una tale operazione e dell’amianto che ci segnalano presente sul posto si sa nulla?

Di grazia, si può sapere cosa sta succedendo realmente?