Favori al clan in cambio di denaro, buone notizie per il capitano dei carabinieri originario di AVERSA
15 Aprile 2020 - 16:00
Il giudice ha revocato la misura dell’interdizione dai pubblici uffici
AVERSA – Era la fine del gennaio di quest’anno quando i carabinieri del Comando provinciale di Napoli eseguirono un’ordinanza di custodia cautela (agli arresti domiciliari) a carico di 5 carabinieri e di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per un anno a carico di altri 3 militari, ritenuti responsabili, a vario titolo, di corruzione, omissione di atti d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio, nell’ambito di un’indagine condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna e coordinata dalla Dda partenopea. Per gli inquirenti i 5 miliari avrebbero garantito al boss e agli affiliati del clan Puca, in cambio di denaro e regalie, libertà di movimento e anche informazioni sullo stato delle indagini che li riguardavano.
Tra i militari che hanno subito l’interdizione c’è, a questo punto dovremmo dire c’era, anche Daniele Perrotta, originario di Aversa che fu comandante della tenenza dei carabinieri di Sant’Antimo. Già pochi giorni dopo il blitz, il capitano Perrotta si era difeso davanti al Gip da tutte le accuse. In queste ore arriva un’ottima notizia per lui, il giudice ha revocato la misura dell’interdizione dai pubblici uffici. Perrotta potrà tornare in servizio a tutti gli effetti in in Toscana, dove attualmente lavora.