FRATELLI… SPERICOLATI. La Meloni ha già troppi guai. Stamattina Biagio Lusini (cor’ a cor’ con Oliva), citato dai pentiti del clan dei Casalesi, all’inaugurazione del circolo FdI. E se il compagno Sigfrido…

14 Gennaio 2024 - 20:26

Come abbiamo scritto fin dal giorno dopo delle elezioni politiche del 2022, la premier, come ha dimostrato anche il fatto dello, *scemo con pistola” a Capodanno, deve stare attenta a questi “camerati” dei bei tempi delle vacche magre del Fronte e di Azione Giovani, , il più delle volte gente senza testa, svalvolati e ad altissima cifra di ignoranza.

TEVEROLA – (Gianluigi Guarino) Sigfrido Ranucci è un ottimo giornalista. In testa ha scolpite le regole auree di dell’inchiesta, intesa come analisi approfondita di temi, di fatti che dell’inchiesta rappresentano il trampolino di lancio, il primo strumento di lavoro.

Il “suo” Report, che va in onda da anni su Rai3, è esattamente, geometricamente, goniometricamente un programma da Rai3, come uno condotto da Mario Giordano o da Nicola Porro, oppure anche da Paolo Del Debbio sono programmi di Rete4, rete privata, senza gettito da canone, che oggi dopo la morte di Silvio Berlusconi, possono tranquillamente affermare di aver effettuato una scelta editoriale che tende a privilegiare le tesi del centro destra rispetto a quelle del centro sinistra, al netto di Bianca Berlinguer, che Piersilvio Berlusconi ha voluto fortissimamente nella sua televisione affinché questa offrisse uno spazio significativo e perequativo in cui, seppur sfumatamente, le tesi del centro sinistra prevalgono rispetto a quelle del centro destra.

La Rai funziona così come funziona da decenni e decenni: quando al potere c’è il centro destra, Rai1 e Rai2, più il TG2, tendono più a favorire più le sue tesi del centro destra rispetto a quelle del centro sinistra.

Il TG1 cosa diversa da Rai uno. ha un direttore, vicino al centro destra, in questo giro Gianmarco Chiocci, che però, al di là di una sfumatura non può andare, al di là di quella sfumatura storicamente definita come “panino”, in cui la coalizione di governo, nella pagina politica, ha due spazi su tre, quello della informazione cosiddetta istituzionale, che dà visibilità al premier o come in questo caso alla premier e ai ministri. di centro destra e poi i proverbiali “pastoni” cioè una sintesi delle tesi dei partiti di maggioranza e di opposizione, realizzata col cronometro in mano.

Poi ci sono Rai3 e il TG3. Da quando sono nate, cioè dal 1979, loro non sfumano ma sono chiaramente schierate a sinistra e col centro sinistra con un eleganza e un metodo di lavoro sicuramente più accettabili di quelli attraverso cui il mitico Emilio Fede appoggiava le tesi di Berlusconi e del centro desta, ma la sostanza questa è.

A sinistra ci sono giornalisti molto bravi. Tecnicamente bravi. Forse di più di quanto non ce ne siano al servizio dell’area di centro destra.

Poi, ci siamo noi, la buttiamo lì come inciso volutamente contestualizzato, a cui non fotte nulla ne del centro destra, ne del centro sinistra e che, tra tanti faticosissimi sacrifici, abbiamo l’unica consolazione di poter godere della nostra solitaria indipendenza.

Tra questi giornalisti bravi di sinistra c’è, per l’appunto, Sigfrido Ranucci, che si sta dedicando intensamente alla Meloni. Se lui non fosse obnubilato dall’amore per la sua fazione politica , che lo rende, automaticamente fazioso, sarebbe uno dei migliori in Italia.

Nek 90% dei servizi di Report evidenzia, invece, guai, tresche, peraltro esistenti, per carità, che si consumano a destra. Prendete ad esempio, l’indice della puntata di stasera, domenica 14 gennaio mle camorre e le mafie nelle amministrazioni comunali del nord che per la maggior parte, non a caso, sono a trazione leghista e poi la solita puntata imperniata sulle dichiarazioni rilasciate da un pentito, sui presunti rapporti tra il papà di Giorgia Meloni, quello che Giorgia Meloni non ha più visto da quando era adolescente, e cellule della criminalità organizzata.

In poche parole, si tratta della solita modalità, quella applicata dai giornalisti di sinistra per decenni nei confronti di Silvio Berlusconi. Ma mentre in quel caso le inchieste riguardavano un imprenditore italiano, che si era fatto grande in Italia e dunque realizzando tutti i compromessi spesso inconfessabili, che occorrono in questo Paese per farsi largo, volendo poi utilizzare questa rendita di posizione, per diventare leader politico, in quest’altro caso stiamo parlando di una persona, cioè la Meloni, che aveva scelto un partito, che non gestiva un benemerito tubo e che, dunque, per campare faceva la babysitter, così come ha raccontato ancora una volta Fiorello in un intervista data al TG1 nel periodo di Natale.

Un tempo – diciamo fino a un paio di anni fa – rispondevamo al telefono a quelli della redazione di Report, quando questi erano interessati a conoscere meglio notizie da noi pubblicate su fatti della provincia di Caserta e della Campania.

Adesso, non gli rispondiamo più perché quando abbiamo suggerito un paio di situazioni molto gravi, per le quali sarebbe occorsa un’ attività di ricerca giornalistica su consiglieri regionali del centro sinistra di De Luca, sull’ Asl di Caserta, sull’Asi di Caserta, sul Consorzio idrico di Caserta, dall’altra parte, cioè dalla parte di Report, non abbiamo avuto alcuna risposta. Manco a dirlo, tutti enti gestiti da De Luca attraverso uomini suoi. Al contrario, dai redattori di Sigfrido abbiamo ricevuto applausi e considerazione , quando Report ha acquisito da noi informazioni sul centro destra.

Insomma, noi non guardiamo in faccia nessuno, al contrario di Sigfrido Ranucci invece sì e si comporta più da militante politico che da giornalista.

Fatta questa premessa e avendo capito che Giorgia Meloni è oggetto di una vera e propria “caccia alla donna”, è chiaro che la sua scelta, che non ci convinse neanche un poco sin dal tempo in cui la fece, ossia quella di premiare con un posto in parlamento i suoi antichi amici del Fronte della Gioventù e di Azione Giovani, la espone a rischi evidenti.

Ciò perché non tutte quelle persone, anzu, solo pochissime tra loro, hanno sviluppato un percorso di studio, di formazione, di maturazione di un identità e di un’autentica coscienza politica; pochissimi tra loro sono persone pensanti così come ha ampiamente dimostrato la vicenda di quel cretino di deputato che la notte di Capodanno girava armato di una pistola.

In poche parole, la Meloni, con i suoi camerati, la maggior parte dei quali al limite dell’acefalo, rischia di finire sui giornali un giorno sì e l’altro pure e di dover rispondere sempre alle stesse domande, durante le conferenze stampa, con i grandi temi dell’economia, della politica internazionale che finiscono per essere soverchiati, offuscati, se non addirittura fatti scomparire da queste robette.

Da quando ha vinto le elezioni, scriviamo che la situazione in Campania di Fratelli d’Italia è pessima, pericolosissima. . Qui comanda l’ex-carabiniere o carabiniere in congedo Edmondo Cirielli e la sua nuova compagna che sta al Ministero della Salute, ci dicono con una carica molto importante.

Cirielli ha messo un tal Iannone in Parlamento e come sue prestanome politico a capo del partito Campano. E allora, in base alla premessa iniziale, se il fattaccio del consigliere regionale Nonno, non è finita sotto alle grinfie del compagno Sigfrido, ciò è stato solo per distrazione, dato che il nostro giornale se ne sia occupato in maniera dettagliatissima nell’ultima estate.

L’andazzo non segnala inversioni di rotta . E l’incredibile gaffe fatta un po’ di mesi orsono dall’allora commissario provinciale Marco Cerreto, che portò a Maddaloni il presidente di una commissione parlamentare allo stesso tavolo con il patron dell’interporto Giuseppe Barletta, condannato recentemente per la vicenda gravissima dei capannoni Leroy Merlin e che rischia una condanna ancor più grave nella prossima estate.

Ma ancor più grave di questo episodio si può considerare, almeno a nostro avviso, la presenza, registratasi stamattina, all’inaugurazione del nuovo circolo di Fratelli d’Italia di Teverola, dell’ex-sindaco di questo centro, nonché ex-vicepresidente dell’ASI di Caserta, Biagio Lusini.

Al di là del fatto politico e dell’appartenenza imbarazzante di Lusini all’area dell’attuale deputato del Pd, nonché suo compaesano Stefano Graziano, noi stiamo parlando di un pluri-indagato, citato diverse volte da collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi, anche in testimonianze, erogate in aula come è successo qualche anno fa durante un processo riguardante l’ex-sindaco di Villa Literno, nonché ex consigliere regionale del Pd, Enrico Fabozzi.

Nell’occasione, fu un boss di primissimo piano, ossia Antonio Iovine, uno dei quattro capi del clan dei casalesi, ad affermare, al cospetto delle domande del pubblico ministero della DDA, Antonello Ardituro, che Biagio Lusini era stato ed era un costruttore edile e più in generale, un imprenditore che rispondeva alle necessità del clan dei Casalesi, che lo consideravano uomo di loro stretta fiducia.

Ora, i motivi per cui uno come Lusini si sia presentato stamattina, così come dimostra la foto che pubblichiamo all’inaugurazione del circolo di Fratelli d’Italia di Teverola, lo sa lui e soprattutto lo sa chi lo ha invitato, si dice il riferimento locale Gennaro Caserta, il quale, tra alti e bassi, ha avuto anche rapporti costruttivi con Lusini.

A dire il vero, però, i bassi sono stati maggiori degli alti, al punto che qualcuno, stamattina, ha avanzato l’ipotesi che Biagio Lusini si sia presentato per effetto di qualche altro invito e che in realtà, starebbe tentando di far fesso Gennaro Caserta, nel momento in cui promette a Fratelli d’Italia un suo pieno appoggio ad un’eventuale candidatura a sindaco, sposata anche dal partito della Meloni, di Tommaso Barbato, negli ultimi anni una sorta di comparsa, bardato di fascia tricolore ma politicamente e amministrativamente controllato da Biagio Lusini.

Il tutto per evitare che Fratelli d’Italia punti su Dario Di Matteo, storicamente vicino a Massimo Grimaldi, neo tesserato di Fratelli d’Italia, nel cui gruppo consiliare alla Regione Campania non è ancora, però, entrato, consegnando lui stesso ad una brutta figura un partito, che qui da noi si comporta ancora come un soggetto politico da 3 o 4 per cento, scordandosi invece di essere il partito di maggioranza relativa in Italia, che esprime il presidente del consiglio.

Al di là di tutte queste considerazioni politiche, resta il fatto gravissimo del rapporto tra Fratelli d’Italia e Biagio Lusini. Non ci stupisce che nella fotografia celebrativa sia entrato il solito fessacchiotto di Alfonso Oliva, il quale pare, si sia trasformato in una sorta di Tafazzi aversano che fa di tutto per mettere in cattiva luce la sua reputazione, proprio nel momento in cui sta puntando, in maniera piuttosto avventurosa, alla candidatura a sindaco di Aversa.

Gimmi Cangiano, oltre ad essere il neo-presidente provinciale di Fratelli d’Italia, eletto dal recente congresso di novembre, è anche un componente della Commissione Antimafia. Su queste cose farebbe bene a vigilare. La Meloni ha già troppi guai per dover affrontare, eventualmente e improvvisamente, magari per un servizio non infondato dell’apparatnik Sigfrido, la necessità di dover spiegare una foto del genere.

Nella foto, scattata stamattina, Biagio Lusini, mentre parla fitto fitto con Alfonso Oliva, davanti al nuovo circolo di Fratelli d’Italia a Teverola