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Gaetano VASSALLO, non solo monnezza. La Mazzara dinasty, il consuocero, Lelluccio “scarpasciota” e…

25 Giugno 2019 - 18:12

CESA – Torniamo sul racconto reso dai collaboratori di giustizia a proposito dell’omicidio di Michele Caterino, consumatosi nel 2006. Ieri, ci siamo occupati delle dichiarazioni rese da Tammaro Scarano (LEGGI QUI), mentre oggi pubblichiamo, in calce a questo articolo, quelle rilasciate da uno storico pentito, Gaetano Vassallo. Questi nell’interrogatorio datato 2008, ha raccontato la sua verità su quel delitto, non riscontrando, in alcuni passaggi, le dichiarazioni di Scarano.

Innanzitutto, Vassallo dichiara che “l’omicidio di Michele Caterino è stato commesso da Tammaro Scarano“: una versione completamente diversa rispetto a quella di Tammaro Scarano che, invece, aveva partecipato al delitto, sostenendo poi che a premere il grilletto per uccidere Caterino era stato Giovanni Mazzara. Le notizie di cui è a conoscenza Vassallo, però, gli sono state fornite de relato, da Di Tella “il quale era sicuro dei soggetti che indicava come esecutori degli omicidi“. Questo spiegherebbe la diversa indicazione del killer di Caterino.

Inoltre Vassallo fornisce un elemento particolare: il figlio di Tammaro Scarano era fidanzato con la figlia di Giovanni Mazzara. Insomma Scarano e Mazzara erano consuoceri, almeno ufficiosamente.

I mandanti, anche in questo caso e confermando la versione fornita da Tammaro Scarano, sono individuati dal Vassallo nei vertici del clan Mazzara, dove “allo

stesso livello di questi ultimi si trova tale Lelluccio Scarpasciota, ex guardia giurata che insieme a Mazzara Giovanni aveva compiti militari.

Un ultimo dettaglio. Vassallo indica in tale Giancarlo, nipote di Michele Caterino, il reggente del clan insieme al fratello. Giancarlo avrebbe anche partecipato, sempre secondo i racconti che Di Tella ha fornito al pentito, all’omicidio del parcheggiatore di un supermercato di Cesa considerato appartenente al clan Mazzara: “Gli esecutori furono Michele Caterino e tale Giancarlo che era il nipote di Caterino, come mi riferì Antonio Di Tella.”

Qui sotto, riportiamo il testo integrale del relativo stralcio dell’ordinanza.