Giggino Cesaro, altri guai: blitz della Finanza che acquisisce bilanci e fatture del mega complesso sportivo che lui e i fratelli si assegnarono per 33 anni

5 Ottobre 2018 - 12:57

AVERSA – Due fratelli in carcere ormai da anni, con gravissime accuse di camorra. Lui e il figliolo continuamente investiti da nuove indagini giudiziarie con la prospettiva di dover affrontare, da dicembre in poi, nel tribunale di Aversa-Napoli nord il processo per voto di scambio riguardante le elezioni regionali del 2015, quando Armando Cesaro, figlio di Luigi Cesaro, detto Giggino a’purpetta, fu il candidato più votato nella lista di Forza Italia.

Ma oltre ai processi già in atto (il senatore è imputato anche in quello che coinvolge per camora i due fratelli incarcerati Aniello e Raffaele) altre inchieste, nuove indagini si profilano all’orizzonte.

Nei giorni scorsi, infatti, la guardia di finanza ha fatto sue le copie delle scritture contabili, bilancio e affini, di altre due società di famiglia: la famosa polisportiva Sant’Antimo che per anni ha avuto in gestione da un’amministrazione comunale monopolizzata e pienamente controllata dai Cesaro, il grande impianto sportivo dove in passato si è allenato il Milan e dove ha giocato la primavera del Napoli, e Acqui Sport.

Le fiamme gialle hanno agito delegate dal pubblico ministero della dda Maria Di Mauro, titolare anche di altre inchieste sulla famiglia Cesaro e che lavora in stretto coordinamento con il procuratore della repubblica aggiunto nonchè responsabile della direzione distrettuale antimafia Giuseppe Borrelli.

I reati ipotizzati in questa inchiesta, sono quelli di falso in bilancio e false fatturazioni. E naturalmente, visto che in ballo c’è la dda, questi reati, quantomeno nell’ipotesi che la magistratura inquirente formula, sarebbero aggravati dall’articolo 7 cioè da favori fatti alla camorra.

Non si ha alcuna conferma di iscrizioni nel registro degli indagati, ma il fatto che i finanzieri abbiano acquisito questa documentazione, rende certa l’apertura del fascicolo d’indagine.

Il fatto che sia la pm di Mauro a indagare, porterebbe anche a pensare che questa nuova indagine possa essere collegata a quella più importante relativa al Pip del comune di Marano, cioè l’indagine per la quale più di un anno fa furono arrestati i già citati Aniello e Raffaele Cesaro su cui pesa un’accusa ancor più pesante e cioè di associazione a delinquere dis tampo camorristico ai sensi dell’articolo 416 bis.

Accusa che sta rendendo molto lunga la loro carcerazione preventiva. Sempre in questa indagine sul Pip di Marano, c’è anche, come abbiamo scritto prima, il senatore, indagato per estorsione aggravata dalle finalità mafiose. Cercheremo di seguire l’evoluzione di questi fatti visto che i Cesaro, dopo aver epurato, fatto fuori, tutti quanti gli avversari, a partire da Gianpiero Zinzi, dettano legge in Forza Italia, anche in provincia di Caserta, dove, insieme al loro fedelissimo Carlo Sarro, hanno fatto nominare dal coordinatore regionale De Siano, un’altra loro controfigura, alla carica di commissario provinciale Giorgio Magliocca che ai Cesaro deve dar conto, un giorno sì e l’altro pure.

Va ricordato che la società polisportiva Sant’Antimo è stata già colpita, in passato da un’interdittiva antimafia e un paio di mesi fa fu letteralmente sfrattata dalla modernissima struttura sportiva per decisione dell’amministrazione comunale di Sant’Antimo, oggi guidata da un sindaco politicamente avversario dei Cesaro.

L’impianto in questione, oltre al già citato campo di calcio, ha anche una moderna palestra, una piscina e un albergo. Il comune ha sfrattato la Polisportiva Sant’Antimo all’indomani di una sentenza del consiglio di stato sfavorevole alla famiglia politicamente protetta da Francesca Pascale che ne garantisce la leadership in Campania, imponendola, in pratica a Silvio Berlusconi.

La struttura sportiva fu affidata alla Polisportiva dei Cesaro, per ben 33 anni, con una delibera del consiglio comunale, approvata nel 2002. L’interdittiva antimafia ma anche la morosità, con diversi canoni non pagati al comune, ha indotto quest’ultimo a chiedere la restituzione degli impianti, con conseguente innesco di un lungo braccio di ferro a colpi di carta bollata che sta penalizzando soprattutto i cittadini di Sant’Antimo ai quali è letteralmente preclusa la possibilità di usufruire di un bene di proprietà pubblica.

Ora, ci cercherà di capire se bilanci e fatture della Polisportiva sono stati redatti in maniera corretta come sostiene l’avvocato Vincenzo Maiello, difensore dei Cesaro, o se invece presentino degli elementi di illegalità.