GLI IMPOSTORI DELL’ASL. Leggete il dominus della Misericordia Cuono Puzone cosa diceva di CasertaCe: ci andò a denunciare perchè ci occupavamo degli imbrogli della gara d’appalto

24 Marzo 2021 - 13:31

In calce all’articolo, nel quale proviamo a fare un punto sull’attività, quella sì criminale, di sistematica intimidazione attuata ai nostri danni attraverso un meccanismo (spesso addirittura pianificato, di querele finalizzate a fiaccarci, almeno economicamente), pubblichiamo lo STRALCIO DI UNA INTERCETTAZIONE in cui questo galantuomo dice, come dicono tanti altri che non hanno giustificazioni per rispondere ai nostri articoli, che il sottoscritto prende i soldi per attaccare ma che soprattutto lui querela perché la nostra attività giornalistica sarebbe collegata alla gara che poi si è rivelata truccata e per la quale Puzone è stato arrestato

 

 

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Il normale ritegno che nutriamo nell’esasperare la nostra funzione, pur esistente, di attori di vicende giudiziarie, sicuramente innescate da nostre puntigliose e lungimiranti inchieste giornalistiche, ci porta a non esagerare in un eccesso di valutazione e di considerazione rispetto all’intercettazione, contenuta nella recente ordinanza sulle ruberie dell’Asl di Caserta, relativa proprio all’attività di questo giornale.

Il dialogo intercettato è quello tra Francesco Della Ventura e il suo “team leader” Cuono Puzone, presidente della sedicente Confraternita La Misericordia, autentica mattatrice per 30 anni delle gare bandite dall’Asl di Caserta che le hanno consentito, in pratica, di infeudare il servizio di emergenza garantito dalle ambulanze del 118, popolate un tempo da un medico dipendente dell’Asl e da una coppia autista-infermiere, dipendenti, pardon, soci volontari (una barzelletta, una truffa, contro la quale ci siamo battuti per due decenni senza che nulla accadesse) erogati dalla stessa Misericordia, parimenti al mezzo di locomozione.

Effettivamente, quella denuncia che Cuono Puzone anticipa al suo servizievole interlocutore fu effettivamente presentata. Al riguardo vogliamo esprimere una breve considerazione, che dal fatto specifico si apre a una prospettiva valutativa più ampia: una querela senza senso e assolutamente priva di fondamento giuridico, ha comportato, comunque, al sottoscritto, la necessità di scomodare un avvocato penalista, il quale ha chiesto che io venissi ascoltato in sede di chiusura delle indagini, e spostamenti fisici da me effettuati verso la città in cui l’avvocato opera e verso la caserma dei Carabinieri di Caserta che ha ricevuto la delega dal pubblico ministero per l’interrogatorio che io ho condotto da indagato.

Per carità, tutto giusto ed è ancor più giusto che se, come sicuramente accadrà, altre persone presenteranno querela contro di me e contro questo giornale, l’autorità giudiziaria su cui grava il dovere dell’azione penale, proceda senza indugio secondo la procedura stabilita dalla legge.

A me preme solamente che ci si renda conto, però – senza che questo, ripetiamo, introduca riserve mentali che vadano ad incidere in qualche modo sull’esercizio dell’azione penale, prevista dalla Costituzione e che per noi rappresenta una funzione sacrale – che la stragrande parte delle querele presentate da anni, nei miei confronti, rappresenta un evidente tentativo di intimidirci ed intimidirmi, di fiaccare la nostra resistenza, di colpirci sapendo bene che non siamo né ricchi, né facoltosi, in modo da stancarci fino a costringerci a mollare la presa.

Per non generare confusione in chi conosce qualcosa della biografia del sottoscritto, tutto ciò va considerato al netto delle querele relative al tempo in cui svolgevo la funzione di direttore responsabile (si fa per dire, mai nella mia vita sono stato più irresponsabile di allora) del Corriere di Caserta che riguardavano per la maggior parte omessi controlli e che per volontà mia, solo mia, mi condussero fino al carcere perché decisi di non attivare alcun meccanismo di difesa, perché decisi di non nominare alcun avvocato di fiducia, lasciando i dibattimenti al loro destino e rifiutandomi per protesta contro un reato da inquisizione medievale, di presentarmi in qualsiasi udienza. al netto di quella storia che è un’altra storia comunque connotata dalla volontà di una testimonianza non violenta rispetto ad un sopruso travestito da Diritto, ciò che sta succedendo tra il malaffare di questa provincia e CasertaCe

Tornando a Casertace e alla stretta attualità, è sicuramente valutabile come un problema grave il fatto che, in tutti questi anni di attività giornalistica, non abbiamo ispirato nessun epigono. I giornali continuano ad essere, in questa provincia, strumento nelle mani di chi, la mattina, si alza, sbatte la porta di casa, svegliando mezzo condominio, prende l’auto, inforcando già il telefonino, non si ferma al rosso e poi, raggiunto l’ufficio in cui lavora, trucca una gara d’appalto, previa bustarelle o altre utilità.

Io e noi non ci fermeremo perché è evidente che ci siano diverse anomalie nel mio cervello. Però mi aspetto e ci aspettiamo un’analisi dei contenuti delle querele che non escluda a priori l’idea che dietro alla stessa ci possa essere una difficoltà, da noi creata, agli impostori di ogni risma nel momento in cui accendiamo i riflettori sulla loro attività, sul modo in cui gestiscono o beneficiano del pubblico danaro.

D’altronde, se leggete lo stralcio in calce, Cuono Puzone lo dice chiaramente: prima afferma che il sottoscritto, che pur non nomina con nome e cognome, prende i soldi per scrivere certi articoli, dimostrando ancora una volta l’esistenza di una concezione subculturale che considera giustamente la stampa locale una variabile secondaria, complementare, che può essere assimilata alle ragioni degli impostori con piccole o grandi dazioni di danaro; successivamente, anticipando l’intenzione di andare in Procura a presentare una querela ai miei danni, Puzone collega i nostri articoli alla realizzazione della gara di appalto che poi la Procura della Repubblica di Aversa-Napoli Nord e un gip dello stesso tribunale considereranno sostanzialmente truccata.

Lui lo sa che è truccata e sa bene che lo sappiamo anche noi. E di fronte a qualche stupidaggine dettagli da Della Ventura, il quale intravede spunti favorevoli in quei nostri articoli, lo zittisce e va al cuore del problema: scrivono perché c’è la gara. Dunque io li vado a denunciare. Puzone dimostra di essere molto più preoccupato per ciò che quegli articoli possono determinare (a mo’ di guastafeste) nell’esito di una gara già assegnata in partenza, che per la sua reputazione. Ed è questo il motivo per cui ci querela.

Noi invece non lo quereleremo mai per quello che ha detto in questa intercettazione sulla questione dei soldi che avremmo preso in quell’occasione e che prenderemmo abitualmente per scrivere gli articoli.

Noi non quereliamo perché gli impostori e i politicanti di questo territorio, partendo da sindaci di città importanti, quali ad esempio Marcianise, lo hanno detto e lo ripetono costantemente che Casertace prende i soldi per attaccare questo o quell’altro. Quindi siamo abituati e ben sappiamo che queste cose possono essere dette partendo dal presupposto che i nostri articoli vengono letti dai più solamente nelle loro prime righe, nei loro titoli e non completamente visto che, se non fosse così, la storiella degli attacchi a pagamento non reggerebbe nemmeno al cospetto di neofiti della lettura o al cospetto di quelli che non conoscono nulla dei fatti narrati.

Non è questo che ci dà fastidio perché oggi, molto più di ieri, essendo stati noi dentro a tante indagini giudiziarie, abbiamo anche dato prova di serietà.

Non crediate, e il fatto ci fa piacere non poco, che la magistratura non abbia (al cospetto della valanga di querele e di esposti anonimi zeppi di calunnie) dato un’occhiata al tenore di vita del sottoscritto e ai conti correnti su cui opera la gestione dell’editore di Casertace. I magistrati lo hanno giustamente fatto e hanno realizzato definitivamente che io sono un pazzo totale e che uno scemo simile, che immola se stesso e la sua vita ad una difesa pura e intransigente della legalità, non c’è in giro, almeno in questo territorio.

Il resto lo leggerete qui sotto nello stralcio integrale dell’ordinanza da noi selezionato.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA