GOMORRA 5, SANGUE & FAMIGLIE. Pietro Campomaggiore non solo usuraio, ma al centro delle trame del clan. L’elenco di quelli che tradirono i Quaqquarone
3 Giugno 2019 - 11:25
MARCIANISE – (g.g.) Due elementi di interesse nella ultima parte del lungo interrogatorio che Orlando Lucariello, boss di Gricignano del clan dei casalesi e collaboratore di giustizia da qualche anno, ha reso sulle sue relazioni con il clan Piccolo di Marcianise. Relazioni d’affari. Criminali, ovviamente. Lucariello è stato per diversi anni il fornitore di micidiali armi da fuoco, con cui sono stati compiuti molti omicidi, nell’ambito dell’ormai nota guerra tra i Mazzacane e gli appena citati Piccolo-Quaqquarone.
Due punti. Il primo riguarda un ruolo, tutt’altro che secondario, svolto da Pietro Campomaggiore, figlio di quell’Angelo Campomaggiore, guappo marcianisano, ucciso dal gruppo Cutillo-Belforte nel 1981. Campomaggiore è un nome noto anche oggi e dovrebbe trovarsi a piede libero, visto che la condanna a 4 anni incassata in primo grado per la questione dell’usura ai danni di un paio di imprenditori che vendevano o vendono ancora auto in provincia di Caserta, è stata inflitta solo nel primo grado di giudizio.
Ma Pietro Campomaggiore non è solo un presunto usuraio. E’ di più, stando a quanto riferisce Orlando Lucariello. A casa sua, infatti, nel periodo che va dal 1985 al 1988, si svolge una riunione tra i vertici del gruppo Piccolo, a cui partecipa lo stesso Lucariello.
Questi, in verità pronuncia solo il cognome Campomaggiore, ma il riscontro sul fatto che fosse Pietro Campomaggiore a stare dentro ai meccanismi organizzativi del clan Piccolo durante la guerra è lo stesso Lucariello a fornirlo quando dice che proprio a casa di Pietro Campomaggiore lui fissò una riunione per presentare l’imprenditore di Gricignano d’Aversa Antonio Dello Margio ad Angelo Piccolo, in considerazione del fatto che c’era da concordare il “regalo” estorsivo, che poi fu diverse decine di milioni di lire, dal momento che i Piccolo avevano autorizzato Dello Margio, sempre su richiesta di Lucariello, ad aprire cantieri nella loro città.
Dunque, tutto sommato, la sentenza di primo grado per l’usura, che condanna seppur a una pena inferiore a quella che il pm aveva chiesto, Pietro Campomaggiore e assolve i fratelli Michele e Salvatore, ricalca una realtà che ha visto il primo seriamente collegato alle trame criminali di Marcianise, anche se la magistratura non è riuscita sempre a dimostrarlo.
L’ultimo passaggio è una sorta di mini sintesi, un mini inventario di coloro che, dal clan Piccolo, transitarono con i Belforte. Tutto sommato si tratta della squadra di Felice Napolitano Capitone, vero luogotenente dei Quaqquarone e convinto da Domenico Belforte a cambiare clan nel carcere di Benevento.
Si tratta di Gaetano Piccolo detto Tavernello, Giovanni Musone, il pallavolista Gino Trombetta, Felice Napolitano detto Ciavarella, cugino del Capitone e infine Filippo Petruolo.
Altre cose non le abbiamo pubblicate perchè sono vicende note, relative all’ingresso, tutto sommato sostitutivo di Felice Napolitano, di Antonio e Andrea Letizia nel clan Piccolo e l’assunzione dei poteri di guida dello stesso da parte di Achille Piccolo, figlio di Antimo, all’indomani della morte di Giovanni Piccolo, terzo fratello ucciso, un anno dopo l’omicidio a Casoria di Angelo Piccolo.
QUI SOTTO LO STRALCIO INTEGRALE DELL’ORDINANZA