Gravi accuse all’ex presidente dell’associazione che gestisce beni confiscati alla mafia: ARRIVA LA SENTENZA IN APPELLO

12 Febbraio 2022 - 17:59

PIGNATARO MAGGIORE – L’accusa era molto pesante: aver costretto una serie di imprenditori dell’Agro Caleno a sganciare dai 60 ai 100 euro per farsi rilasciare false attestazioni relative a corsi di aggiornamenti, obbligatori per gli addetti alle attività alimentari e all’igiene di questi prodotti. Un’inchiesta che portò all’arresto di 5 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere, falso e concussione. Dopo aver ricevuto una condanna in primo grado emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere e successivamente anche dalla corte di Appello di Napoli, Gaetano Manna, 70enne di Pignataro Maggiore ed ex presidente di ‘Acli Terra Campania per la Legalità’, associazione affidataria di una pluralità di beni confiscati alla malavita organizzata nei comuni di Teano, Pignataro Maggiore, Castel Volturno e Caserta e la coppia Matilde Fattori e Carlo Di Rauso sono riusciti a ricevere l’annullamento della sentenza in Cassazione, con rinvio di nuovo al secondo grado di giudizio.

In queste ore, i giudici partenopei dell’Appello hanno assolto Manna per non aver commesso il fatto, dopo una querelle giudiziaria terminata a 15 anni dall’avvio delle indagini.