GUARDA I VIDEO. Sapete chi si sta arricchendo grazie alle migliaia di bufale fatte abbattere, tra le contestazioni inascoltate, dalla Regione? Macelli Cremonini, visitati dal governatore De Luca e da Mister Limone

21 Gennaio 2020 - 12:58

CASERTA – Non per fare sempre la stessa citazione, ma questa è tremendamente efficace per mettere insieme tutte le ragioni: quella di una priva non provata sulle intenzioni dei protagonisti di una vicenda, ma allo stesso tempo la visualizzazione chiara e nitida di tutti gli aspetti della vicenda stessa.

Eterogenesi dei fini: un’azione produce un risultato diverso dalle intenzioni con le quali la stessa azione è stata compiuta.
Per il momento dobbiamo mantenerci su questa definizione dei fatti per ragionare su tutto quello che gli atti della Regione Campania hanno prodotto nel campo della massiccia offensiva nei confronti della stalle bufaline delle provincie di Caserta e Salerno allo scopo di combattere malattie quali la brucellosi e la tubercolosi.
Al momento sono già tre le iniziative parlamentari , o meglio due sono parlamentari e la terza è di un consigliere regionale, che muovono pesanti ed argomentatissimi dubbi su quello che viene definito lo sterminio ingiusto di migliaia dic api bufalini per effetto di una strategia decisa dal signor Limone, il quale ha fatto della sua carica di capo dell’istituto zooprofilattico una sorta di feudo inattaccabile, visto che la ricopre da diverse decine di anni.

L’ultima iniziativa reca la firma dell’europarlamentare di Forza Italia Aldo Patriciello.
Un’interrogazione al Parlamento Europeo che pubblicheremo in un altro articolo.
Si unisce a quella presentata al governo italiano dalla senatrice di Forza Italia Giovanna Petrenga e alla presa di posizione decisa del consigliere regionale Gianpiero Zinzi.
Qui nessuno mette in discussione la priorità assoluta della tutela della salute umana.
Detto questo, l’obiettivo non può essere raggiunto eludendo e, addirittura violando, le norme europeee, che fondamentalmente rendono obbligatorio l’equo principio, che si trasforma in metodo, di un contraddittorio tra le parti, cioè tra i veterinari delle Asl e i periti delle aziende bufaline.
Limone fa finta di nulla e dà l’impressione di avere qualcosa da nascondere.
Perché se uno è tranquillo e si ritiene in regola rispetto ai protocolli e alle norme, se uno ritiene che la migliore soluzione per tutelare la salute umana dal rischio di contaminazione dei prodotti della filiera di malattie come la brucellosi e la tubercolosi, non potrà temere un pacifico e democratico contraddittorio, così come prevedono e prescrivono le norme dell’Unione Europea.

E torniamo all’eterogenesi dei fini, a cui colleghiamo un proverbiale interrogativo latino: cui prodest? A chi giova tutto questo?

A chi giova il fatto che, pur senza volerlo, naturalmente fino a prova contraria, migliaia e migliaia di capi bufalini devono essere abbattuti per ordine delle Asl.

Ad uno, ad uno solo: al Cavaliere Cremonini da Modena, il re dei macelli, titolare di un’azienda leader nazionale.

Più bufale vengono avviate alla soppressione e più Cremonini, fino a prova contraria per eterogenesi dei fini, guadagna.

Perché è lui che soccorre amorevolmente le stalle che ormai, nonostante i risarcimenti che variano tra 100 e 1500 euro per capo abbattuto, ovviamente attinti dal pubblico danaro, cominciano ad avvertire la crisi al punto che si parla di un 20% delle aziende casertane in grande difficoltà.

Di quanto è aumentato il fatturato dell’impianto che il Cavalier Cremonini ha aperto in Campania, precisamente in quel di Flumeri, provincia di Avellino?

Secondo noi di tanto. Perché una bufala malata che il metodo Limone avvia alla soppressione non viene certo buttata via. Il macello interviene su quelle parti giudicate non commestibili e tutto il resto se lo tiene.

Ma il governatore De Luca, che la scorsa primavera ha visitato, chissà perché in maniera formalmente privata, ma con un ampio dispiego di telecamere e giornalisti, lo stabilimento di Flumeri, insieme a Mister Limone e abbracciando Cremonini da Modena, additandolo come un esempio di eccellenza imprenditoriale che ha scelto la Campania per creare reddito e tanti posti di lavoro?

e PER FORZA l’ha scelta, la Campania.

E qui un’altra sotrica sequenza di un film di Totò ci soccorre: la famosa lettera che detta a Peppino De Filippo in “Totò, Peppino e la Malafemmina”.

“C’è stata una grande morìa delle vacche”. Mentre per i due strampalati zii del dottorino interpretato da Teddy Reno, quello rappresentava un serio problema economico, per il Cavalier Cremonini, la moria delle bufale in Campania è divenuto oro colato.

Non abbiamo intenzione di mollare questo argomento, di cui abbiamo cominciato a scrivere a dicembre.

Oggi vi vogliamo proporre questi due video in cui la politica va a casa di Cremonini per rendergli omaggio e per ottenere un ritorno di immagine fondamentale a fini elettorali.

Ritorno di immagine ma anche posti di lavori manovrabili dallo stesso De Luca e dai suoi consiglieri regionali.

Ma perché Cremonini, come vedrete dal video, è contento? Perché la morìa delle bufale, attuata attraverso una procedura contestata e già oggetto di due interrogazioni parlamentari, una italiana e una europea, gli sta consentendo di collezionare redditi da capogiro.

Nessuno ci ha messo l’intenzione, fino a prova contraria. Ma non è certo un bello spettacolo vedere il governatore, Mister Limone, la sessuologa irpina D’Amelio, presidente del consiglio regionale, stare lì ad applaudire un’azienda che non intenzionalmente, fino a prova contraria, la Regione Campania, questo suo grumo antico e consolidato di potere qual è l’istituto zooprofilattico, stanno contribuendo ad arricchire.