GUARDA IL VIDEO. Militari casertani a Lampedusa. Ha confortato e ha giocato con la piccola migrante. Il rammarico del carabiniere scelto Iadicicco: non so il nome di quella bambina…
19 Settembre 2023 - 17:26
Il racconto del “gigante buono” che ha cullato quella bimba di soli tre anni.
CASERTA. Lampedusa ed i lampedusani non hanno deciso di diventare ciò che oggi sono: il simbolo di una migrazione senza tregua, il simbolo di un’umanità che fugge dalla fame, dalla violenza, dalla guerra e che approda, se approda, in un luogo troppo piccolo per ospitare tutti, troppo impreparato – nonostante questa non sia più un’emergenza, visto che dura da più di un decennio – per prendersi cura di donne, uomini e bambini affamati di pace, di cibo, di libertà, di lavoro. Lampedusa da sola non può, l’Italia da sola non può. I lampedusani si fanno in quattro per sfamare e soccorrere chi giunge sulle coste della loro isola, nonostante il fatto che, proprio i continui sbarchi, abbiano declassato la loro terra da isola ospitale per le famiglie in vacanze, ad approdo di migranti disperati, ma speranzosi in un futuro migliore.
Il video che vi mostriamo, pubblicato su Tik Tok, è stato registrato a bordo di un’imbarcazione della Guardia di Finanza, intenta a rincorrere e poi a bloccare, gli scafisti che, dopo aver abbandonato il carico umano a ridosso delle coste dell’isola, erano pronti a tornarsene in Africa, prima di intraprendere un nuovo viaggio.
Disumani. Non ci sono termini per definire chi, in cambio di soldi, trasporta uomini disperati, donne violentate, bimbi affamati in mare, per poi abbandonarli a ridosso delle coste, vivi o morti, per loro fa poca differenza.
I finanzieri rincorrono lo scafo, riescono a fermalo e arrestano le persone a bordo. Una piccola goccia nel mare, ma pur sempre una goccia.
Gli scafisti rappresentano l’ultimo anello di una catena di soprusi e violenze che parte in Tunisia, in Libia, in Algeria. E’ la rotta mediterranea della morte ed è su quella rotta che, giorno e notte, lavorano i nostri militari: Guardia di Finanza, Guardia costiera, Carabinieri. Tutti pronti ad intervenire per salvare donne, bambini, uomini e per assicurare alla giustizia questi mostri che si prestano a guidare le barche della morte. Caronte, rispetto a loro, era un signore. Lui si limitava a trasportare defunti, non certo prendeva i vivi per poi lasciarli morire in mare.
Alle nostre forze dell’ordine va il nostro plauso. Da tutt’Italia ed anche dalla nostra provincia, sono tanti i militari impegnati a Lampedusa. Sia sulla terra ferma, che attorno alle sue coste. Un abbraccio a tutti loro, così come, pochi giorni fa, abbiamo abbracciato Pasquale Iadicicco, il gigante buono, il carabiniere scelto che ha cullato tra le sue braccia una bambina di pochi anni.
Pasquale Iadicicco, originario di San Marco di Teano (il papà Pietro era di Francolise), ancora continua a ricevere telefonate e messaggi da chi ha visto le foto e il video,diventuti in un attimo virali in cui. Oggi, dice di avere un solo rimpianto: non avere conosciuto il nome di quella bambina.
“E’ successo tutto per caso – ha raccontato all’Adnkronos -. Quella mattina era in corso l’ennesimo trasferimento di migranti sul pullman per lasciare l’isola. E le donne con i bambini avevano, come sempre, la precedenza. Ma io vedevo che questa mamma, con la bambina in braccio, di tre anni circa, faceva un grande sforzo a fare passi avanti, perché c’era una ressa per riuscire a salire sul pulmino. Io vidi quella scena e mi avvicinai alla donna per dirle di consegnarmi la bimba per allontanarla dalla calca. Mentre lei si faceva spazio per raggiungermi io ho preso in braccio la piccolina e ho iniziato a giocarci. Lei mi guardava fisso, non piangeva, non diceva nulla”.