GUARDA IL VIDEO. Zinzi interroga Bonavitacola e finalmente ecco tutta la verità sul biodigestore di Ponteselice. Avrà anche un enorme Arbre Magique

23 Luglio 2021 - 19:24

Le immagini tratte dalla seduta del consiglio regionale di oggi pomeriggio

 

 

CASERTA – È stato un pomeriggio importante quello vissuto in consiglio regionale.

In verità queste cose vengono valorizzate se ci si presta attenzione, dato che di solito si affrontano con molta superficialità.

Il consigliere regionale Gianpiero Zinzi, candidato sindaco alle prossime elezioni di Caserta capoluogo, ha interrogato il presidente della Regione Vincenzo De Luca sullo stato dell’arte dell’ormai famigerato biodigestore.

Il fatto che a rispondere sia stato il vice-presidente, nonché vero dominus esecutivo della giunta, Fulvio Bonavitacola, ha attribuito a questo momento un peso specifico nettamente maggiore rispetto a quello che avrebbe avuto se a rispondere fosse stato un assessore di serie B o di serie C, dato che anche quest’ultimo cluster dell’inutilità è ben rappresentato.

In parole povere, Zinzi ha domandato che fine abbia fatto questo progetto, per il quale sono stati spesi fior di quattrini per le attività di progettazione.
E ancora, se è possibile stabilire quale sia l’attuale localizzazione pro tempore, dato che si è partiti da Ponteselice, poi si è parlato di Gradilli, poi ancora della Cava Mastellone in zona San Michele e infine, in una sorta di gioco dell’oca, di nuovo di Ponteselice.

Le risposte fornite da Bonavitacola, che potrete ascoltare nel video che pubblichiamo in calce, hanno oscillato tra lo sconfortante, il pericoloso e anche l’esilarante, perché qui veramente, ricorrendo ad una citazione che spesso facciamo di un anarchico di più di un secolo fa, l’unico antidoto per non indignarsi, è costituito dal ridere, in modo che “una risata li seppellirà”.

Veniamo allo stato giuridico-amministrativo del progetto, cioè alla parte preoccupante al limite dell’impietoso, nella quale si riconosce tutto il fallimento, l’incapacità e l’inettitudine degli uffici comunali e di dirigenti che da anni si auto-attribuiscono premi di produttività per i risultati raggiunti (quali?) che consentono loro di doppiare un introito di 200mila e passa euro all’anno, tutti rubati dalle tasche dei cittadini.

Lo definisce “tortuoso“, Bonavitacola, il percorso amministrativo attivato dal Comune di Caserta. E stiamo parlando di una delle punte di diamante del centrosinistra campano, di uno che appartiene alla stessa area politica che governa la città, figuriamoci cosa avrebbe potuto mai dire un assessore autenticamente tecnico.

Leggete bene: “Attualmente l’iter procedurale risulta fermo. C’è stato un finanziamento da parte della Regione. In base a questo l’amministrazione comunale ha espletato una gara d’appalto per attribuire l’incarico di progettazione. I progettisti hanno offerto una variante migliorativa rispetto alla base del format progettuale e il Comune di Caserta erroneamente (sic!) ha cumulato i costi del progetto ammesso al finanziamento con i costi della presumibile realizzazione dello stesso, senza distinguere le due cose”.

“Ora – aggiunge Bonavitacola – bisognerà sistemare questo errore che blocca sostanzialmente l’iter”.

Bonavitacola ha rivelato che il Cronoprogramma presentato dal Comune di Caserta lo scorso 14 maggio è stato bocciato dagli uffici regionali in quanto inadeguato, dunque da adeguare.

E poi veniamo alla parte esilarante. Secondo Bonavitacola l’impianto sorgerà a 1 km dalla Reggia.

In effetti, aggiungiamo noi, in linea d’aria la distanza è significativamente minore.  E siccome si discute anche di emissioni, la linea d’aria è di sicuro più dirimente rispetto ai sentieri stradali di accesso.

Ascolterete cosa hanno scritto i progettisti di Athena perché ciò è stato ripetuto da Bonavitacola nella sua risposta: l’impatto visivo dalla Reggia sarebbe quasi nullo, e quel poco che sporge in altezza dovrebbe essere schermato da una sorta di armatura in legno utile a sorreggere piante rampicanti sempreverdi.

Ma il capolavoro si attua nel momento in cui Bonavitacola affronta, sempre citando Athena, il problema olfattivo: “Non si sentirà nulla, con una percentuale di annullamento degli effluvi superiore al 99%“. Che non è, aggiungiamo noi, il 100% e che lascia sempre una porticina aperta per dire dopo che questa irrinunciabile esigenza non era stata garantita con sicurezza matematica.

Ogni cattivo odore delle frazioni umide dei rifiuti, perché queste sarebbero trattate nell’impianto di compostaggio, sarà convogliato e in pratica dissolto.

Naturalmente, sulla scorta anche di esperienze vissute, c’è poco da stare allegri. Ma voi, parliamo seriamente al di là degli steccati politici e delle varie tifoserie già in azione in vista delle prossime comunali di ottobre, pensate che esista una città al mondo che possedendo una Reggia enorme, sfarzosa, meravigliosa, che appartiene sicuramente alla prima decina degli 869 siti culturali che nel mondo si fregiano dell’onore di essere definiti Patrimonio dell’Umanità Unesco, ci costruisce un impianto di trattamento dei rifiuti organici (quelli che puzzano di più) a 500 metri di distanza in linea d’aria?

Questo è un posto di criminali, specchio di un popolo che ormai fa della sua ignoranza di andata e di ritorno un tratto distintivo, un concreto, materiale, ma anche retorico cortocircuito tra la quintessenza della bellezza, condensata nel Palazzo Reale e fuori da esso per chi lo può ammirare, e la quintessenza della bruttezza, condensata in una incoscienza civile in una sorta di contrappasso con il quale una mente ordinatrice sembra essersi divertita a organizzare uno scherzo della natura.

Uno dei monumenti più belli e fastosi del mondo in uno dei luoghi più arretrati e abitati da un popolo di trogloditi che esprime e produce una classe dirigente di trogloditi alla massima potenza.

E allora ci è piaciuto immaginare un mastodontico Arbre Magique affianca la Reggia di Caserta per annullare la puzza del biodigestore.

Un Arbre Magique salverà i casertani, così come in versione pocket ha salvato milioni di abitacoli dal fumo.

Certo, non è mai stato il massimo dell’eleganza, tanto è vero che chi ce l’aveva è stato sempre un po’ guardato dall’alto in basso in quanto portatore di uno scudetto del trash, ma in questo caso l’alberello che protegge come un sudario la Reggia vanvitelliana diventa si pone in armonia rispetto alla storia, alla magnificenza, alla civiltà di cui è intriso quel monumento, diventando una sorta di fine protettore rispetto all’orgia del trash che abita negli uffici del Comune di Caserta e nelle case di chi quegli uffici ha riempito di autentici primati.