IL FOCUS. Scommessi un miliardo e 300 milioni di euro l’anno: con questi soldi i casertani potrebbero autofinanziarsi il reddito di cittadinanza

23 Gennaio 2019 - 09:50

CASERTA (Ruben Romitelli) – Pochi mesi fa, precisamente tra maggio e giugno, l’Istituto di rilevazione ‘Infodata’ ha pubblicato i dati relativi alle scommesse del primo semestre 2017, dati assorbiti direttamente dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, una delle tre agenzie, insieme all’Agenzia delle Entrate ed all’Agenzia del Demanio, che svolgono le attività tecnico-operative che prima erano di competenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Insomma, non si potrebbe trovare un interlocutore più altolocato per ottenere tali informazioni.
Ci siamo presi la briga, voce per voce, comune per comune, di raccogliere i dati di tutti i 104 comuni della provincia casertana per provare a dare una visione d’insieme dello stato delle cose circa il rapporto tra la popolazione della provincia ed il gioco d’azzardo.
Il primo dato che si può analizzare è, perlopiù, legato ad un fattore culturale ed anagrafico: infatti i comuni dell’alto casertano, in cui tendenzialmente l’età media è più alta ed il reddito più basso, sono i più virtuosi: si scommette di meno e non si registrano anomalie. A Gallo Matese, Rocchetta e Croce, Rocca d’Evandro, Aliano, si scommettono meno di 200€ pro capite ogni semestre. Addirittura a Letino si scommettono poco più di 8€ ogni sei mesi.
Ciò che preoccupa, invece, sono i numeri che ad esempio accompagnano il comune di Maddaloni visto che, pur non essendo il più popoloso, è quello in cui si scommette di più: oltre 72 milioni di euro, contro i 48 milioni di Caserta nonostante il comune capoluogo abbia quasi il doppio degli abitanti. Secondo i dati, i maddalonesi scommettono in sei mesi ben 1.855€, l’11,83% del reddito annuale. Ciò significa che parametrando il risultato sui 12 mesi in media, un abitante calatino scommette il 23,66% di quanto guadagnato.
È, questo, un numero che oggettivamente non ha senso.
E da qui partono i punti interrogativi, perché il dato non può essere spiegato neanche volendo considerare che magari il centro maddalonese richiama scommesse anche dai comuni limitrofi, accentrando su di sé più territori. Le possibili soluzioni, dunque, portano a strade certamente non legali: una collegata al reddito, l’altra alla criminalità organizzata.
È possibile, infatti, che l’evasione sia una parte del problema. Se non si dichiara effettivamente ciò che si guadagna è ovvio che il dato sul reddito pro capite non possa essere veritiero. Ma anche ipotizzando un errore di 2.000€, causato da dichiarazioni dei redditi non veritiere, e passando dunque dai 15.683€ ai 17.683€, la percentuale semestrale di reddito scommesso resterebbe ancora in doppia cifra: ben il 10,4%.
Per quanto l’evasione possa quindi influenzare i risultati, non spiega da sola il problema. Qui c’è per forza qualcosa di marcio, e con tale termine intendiamo dire che quasi certamente si prefigura un fenomeno come il money laundering, altresì detto riciclaggio. La modalità è semplice: per un dato evento si scommettono tutte le possibili combinazioni (ipotizzando una partita di basket, in cui non vi è pareggio, si punta sia sull’ ‘1’ che sul ‘2’) assicurandosi così una vincita certa e l’ingresso di danaro ripulito. Certo, così facendo ci si perde una percentuale, ma il gioco alla fine vale la candela.
Come si può evincere dalla tabella pubblicata in calce all’articolo, altri comuni in cui si delineano particolari anomalie sono San Marco Evangelista, Casagiove, Teverola, Villa Literno, Casal di Principe.
Più in generale, confrontando la media provinciale con quella nazionale si scopre che la ludopatia nella provincia di Caserta è un problema di cui si parla troppo poco: se in media, in Italia, si scommette ogni sei mesi il 2,21% del proprio reddito, in Terra di Lavoro la media è più che doppia, raggiungendo il 4,67% di quanto semestralmente guadagnato.
Dati che dovrebbero far riflettere tanto le istituzioni locali quanto le forze dell’ordine per cercare di tenere il fenomeno sotto controllo.
Pensare che in un solo anno, nella sola provincia di Caserta, si spendano poco meno di 1.300.000.000€ (sì, avete letto bene, un miliardo e trecento milioni di euro) fa paura. Tanto per fare un esempio, il reddito di cittadinanza tanto sbandierato dal Movimento 5 Stelle, vale poco più di sei miliardi, che verranno però spalmati su tutto il territorio nazionale. In rapporto si può tranquillamente affermare che gli abitanti della provincia di Terra di Lavoro sarebbero in grado, da soli, di autofinanziarsi il reddito di cittadinanza.

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