I DOCUMENTI MARCIANISE. Secondo noi questa è la prova che il sindaco Velardi sapeva della fideiussione falsa dell’Interporto

22 Marzo 2019 - 18:05

MARCIANISE – Per ben due volte il sindaco Antonello Velardi si è rifiutato di rispondere ad un’interrogazione, scritta dal consigliere di minoranza Dario Abbate, sulla vicenda dell’ormai famosissima fideiussione da 10mila euro, presentata al Comune di Marcianise da quelli dell’Interporto quale garanzia in un accordo transattivo che avrebbe dovuto permettere a Barletta e compagnia, se questo giornale non si fosse messo di mezzo, di incassare diverse altre centinaia di milioni di euro, rifacendo in grande stile la prima delle porcate, cioè quella che porto alla costruzione del centro commerciale Campania e dei suoi derivati.

Leggendo questi verbali di consiglio comunale, relativi alle sedute del 27 marzo 2017 e del 31 maggio successivo, quando l’opposizione presentò anche una mozione sulla losca vicenda dell’accordo transattivo, ovviamente respinta dalla maggioranza, ci si rende conto che il sindaco Velardi rifiutò coscientemente di affrontare un argomento che riteneva in tutta evidenza imbarazzante.

Citiamo alcune delle parole da lui pronunciate nel botta e risposta con Abbate: “Di questa cosa che lei sta dicendo non so niente, vada a denunciare all’autorità”.

In poche parole Velardi affermava di non saper nulla di un documento che aveva firmato e approvato con una delibera di giunta.

Fatto di inaudita gravità, se non ci trovassimo di fronte a un personaggio anomalo.

Tra le altre cose, esisteva la possibilità diretta di verificare che la finanziaria indicata dall’Interporto non aveva alcuna abilitazione a rilasciare garanzie bancarie dentro ad accordi convenzionali che coinvolgevano enti pubblici.

Questa fideiussione è parte integrante, anzi fondamentale, dell’accordo transattivo che la giunta comunale ha votato all’unanimità e di cui il sindaco Velardi si è assunto piena responsabilità quale rappresentante massimo della medesima giunta.

Per cui, anche il resto dello show riportato fedelmente nel verbale del consiglio del 27 marzo 2018 va letto in questa chiave: “Mica sono un broker assicurativo”, aggiunge Velardi rivolgendosi sprezzante alla minoranza.

Che dire. Destano veramente sconcerto queste affermazioni. Che cavolo significa non ho firmato io, dato che stiamo parlando di un atto, quello di fideiussione, che rappresenta una condicio sine qua non per la validità di un accordo transattivo e che dunque, essendo tale, non può sfuggire all’attenzione della giunta comunale, che nel momento in cui approva l’atto, approva anche la fideiussione fasulla.

Velardi ha votato quella delibera e dunque ne è amministrativamente e giuridicamente responsabile.

Abbate, in risposta a queste parole, dichiarò che il giorno dopo avrebbe presentato la denuncia, invitando il sindaco a fare altrettanto, così come, in maniera picaresca, guascona, aveva affermato nel suo intervento.

Ovviamente il sindaco non ha mai denunciato nulla.

Dario Abbate tornò ancora sull’argomento, affrontando i suoi contenuti tecnici a dir poco inquietanti. Se non ricordiamo male, in quella seduta del consiglio era in discussione una mozione dell’opposizione che la maggioranza, visti gli eventi di questi giorni, irresponsabilmente, respinse.

Insomma, il leader della minoranza aveva mantenuto la promessa, fatta il 27 marzo, di presentar denuncia; Velardi che a questo punto si è autosmascherato facendo capire a tutti che lui è stato sempre perfettamente al corrente di tutti i contenuti di quell’accordo transattivo, compreso quello relativo alla fideiussione, ovviamente ha girato al largo da caserma e Procura.