I lavoratori della REGGIA DI CASERTA sono veramente stanchi. Costretti a lavorare al gelo, senza un disciplinare. Il caso delle gratificazioni economiche non trasparenti

26 Gennaio 2021 - 11:00

CASERTA (pasman) – La misura deve essere più che colma se le organizzazioni sindacali della Reggia, tutte indistintamente ed a poco meno di un mese dalla precedente analoga iniziativa, prendono carta e penna e scrivono, con toni trancianti, a tutti gli uffici ministeriali ed a quello regionale che hanno un potere di vigilanza sul museo per denunciare letteralmente “Reggia di Caserta: non solo anomalie ma vero e proprio caos amministrativo-gestionale”.

Proprio così ha ad oggetto la nota congiunta che FP-CGIL, CISL-FP, UILPA, FLP, UNSA e USB, hanno indirizzato ai vertici del MiBACT ed al Segretario Regionale per la Campania, architetto Salvatore Buonanno ( il quale conosce bene la realtà di Caserta per avervi prestato servizio per diverso tempo), in cui, come già la volta scorsa a fine 2020 ma evidentemente inascoltati, senza mezzi termini affermano “…la disorganizzazione amministrativa che regna sovrana …per la volontà di dirigerla disattendendo continuamente le norme del C.C.N.L. e i regolamenti”.

Il documento sindacale (che si estende per ben 5 facciate fittamente redatte e che pertanto non si presta ad una facile sintesi, ma che il lettore può consultare in calce per rendersi pienamente conto di come starebbero incredibilmente  le cose) non si fonda su recriminazioni generiche o su astruserie, ma passa in rassegna tutta una serie di episodi e di vicende ben concrete  legati alla gestione del personale, reputati dimostrativi di quanto denunciato, ossia del disordine amministrativo e della ripetuta violazione delle norme contrattuali .

Dei quali, forse, il più preoccupante è quello che attiene alla sicurezza del monumento, allorquando viene affermata “…La mancanza di un disciplinare scritto [ossia le regole di comportamento che il dipendente è tenuto ad osservare nell’espletamento del servizio, n.d.r.], l’obsolescenza del sistema di videosorveglianza, i continui malfunzionamenti del sistema di allarme e l’esiguo numero di lavoratori presenti in servizio, mettono a repentaglio sia la sicurezza del museo che quella dei lavoratori coinvolti”.

Ma non da poco, in quanto capace di minare i buoni rapporti tra il personale, è anche il caso legato ad alcuni riconoscimenti professionali che sarebbero stati ultimamente attribuiti senza la debita trasparenza. Fatto che ha già scatenato un contenzioso e che chissà per quanto tempo si trascinerà. Ma certo, se una funzionaria di maggiore anzianità e titoli si vede immotivatamente pretermessa, è giocoforza attendersene una reazione.

Ora, in tutta questa faccenda, i fatti sono due: o le organizzazioni sindacali hanno torto e, quindi, il direttore sconta la loro pregiudiziale avversione o esse hanno ragione. In tutte e due le ipotesi, sarebbe il caso che a Roma si dessero una mossa ad intervenire.

Comunque la si metta, è la Reggia che non trova requie: Felicori l’aveva trasformata in un luna park, la Maffei, che – bisogna riconoscerlo – almeno la manutenzione del museo la sta garantendo, non riesce ancora ad afferrare che, volente o nolente, le relazioni sindacali sono un suo obbligo. E dunque non può agire come se i sindacati non esistessero.

Un  manager che garantisca l’aurea normalità, no, eh?

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nota unitaria del 25 gennaio 2021 ter