I NOMI E I RUOLI del commando dei furti tra uffici postali, gioiellerie e negozi. Il capo e quell’auto usata per i sopralluoghi

5 Febbraio 2024 - 17:57

TEVEROLA/CASTEL VOLTURNO – Per i carabinieri della compagnia di Aversa e per la procura del tribunale di Napoli Nord, con sede nella città normanna, erano chiari i ruoli dei membri della banda dei furti con spaccata, ovvero la distruzione di vetrate e porte per entrare negli edifici mirati, arrestati all’alba dello scorso 29 gennaio (CLICCA QUI PER IL VIDEO).

Si tratta di tre italiani di etnia rom, Adriano Sejdovic, Alessio Hadzovic, Hariz Hadzovic, originari del campo rom tra Giugliano e Teverola, al ridosso della zona industriale, e di Pietro Pesacane, residente a Castel Volturno.

Per gli inquirenti Il gruppo ha partecipato, insieme ad altre persone non identificate ad un’associazione a delinquere finalizzate a commette una serie di furti ai danni di uffici commerciali e uffici postali, oltre che al reato di furto e ricettazione di vetture e targhe.

Sejdovic è ritenuto il capo. 38enne, individuato dai carabinieri a Pescopagano, zona di Castel Volturno, è definito come il promotore della banda, avrebbe anche avuto il ruolo di autista del gruppo durante l’esecuzione dei furti, procurandosi e aggiustando le auto danneggiate durante i blitz e le fughe.

Adriano Sejdovic non rubava solo le auto sfruttate per i furti, ma a volte le

noleggiava in maniera legale, secondo la tesi della procura.

Per Hariz Hadzovic, invece, gli inquirenti hanno delineato un ruolo di braccio operativo, ma anche di testa di ponte. Infatti, l’uomo, oltre a compiere materialmente i furti, avrebbe analizzato gli esercizi commerciali da colpire effettuando dei sopralluoghi a bordo di una Volkswagen Polo.

Per lui, però, il GIP del tribunale di Aversa Napoli Nord ha escluso il reato di associazione mafiosa, oltre che la realizzazione di due colpi presenti nei capi d’imputazione, decidendo comunque la reclusione carceraria per Haris.

Alessio Hadzovic, 23enne, invece, avrebbe avuto un ruolo più marginale in questi furti, essendo colui che avrebbe fatto da palo durante i blitz.

L’ultimo è Pietro Pesacane, ovvero il basista del gruppo.

Nella sua abitazione di Castel Volturno, gli contestano i pm aversani, il 48enne aveva ospitato le riunioni in cui il gruppo si organizzava prima delle operazioni, mettendo a posto auto e arnesi da scasso. La banda poi tornava a casa di Pesacane dopo i furti.

Gli inquirenti hanno anche notato la presenza di alcune auto rubate all’interno dell’abitazione dell’uomo.

Ricordiamo che Pesacane si trova agli arresti domiciliari, mentre gli altri tre arrestati sono reclusi in carcere, supportati legalmente dagli avvocati Nicola Bovienzo e Marco Monica.