I PRIMI NOMI. Le trans brasiliane costrette a prostituirsi con minacce e magia nera. Gioielli e vita extra lusso per chi comandava

12 Luglio 2023 - 10:56

CASTEL VOLTURNO Pamela Andress, Suzuke Salerno, Ellen Roche e Daniele D’Isanto. Sono questi i nomi di quattro degli 11 soggetti colpiti da misura cautelare emessa dal tribunale di Napoli e richiesta dalla direzione Distrettuale Antimafia per quanto riguarda un gruppo ritenuto responsabile di aver creato una situazione per delinquere finalizzata la riduzione schiavitù, la tratta di esseri umani e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le vittime venivano reclutate a San Paolo, in Brasile, da un referente dell’associazione. Dopo un periodo di “prova” nel quale erano indotte a prostituirsi in Brasile, una volta procurata la documentazione utile all’espatrio e il biglietto aereo, i cui costi erano sostenuti dall’organizzazione criminale, venivano inviate in Italia.

All’aeroporto di Milano Linate venivano prelevate da componenti dell’organizzazione e fornite di una dichiarazione fittizia di ospitalità, garantendone così l’ingresso e la permanenza legale per motivi di turismo in Italia. Successivamente, venivano condotte a Napoli, dove un ulteriore membro dell’organizzazione aveva il compito di prelevarle e portarle in auto fino all’immobile individuato, di volta in volta, a Castel Volturno, soprattutto nelle aree di Licola e Varcaturo.

I proventi delle attività sessuali delle trans sfruttate servivano a ripianare un debito di circa 10.000 euro, che i capi dell’organizzazione richiedevano per l’arrivo in Italia.

Le transgender che gestivano questo business, proprio grazie al denaro guadagnato, riuscivano a vivere in maniera extra lusso, con auto, case e oggetti costosi come gioielli dall’alto valore commerciale.