Il caso di Emilio Chianese. Ora fuori i NOMI dei dirigenti GeoEco che hanno dato le chiavi di decine e decine di camion al suocero del sindaco di AVERSA
10 Novembre 2020 - 13:32
Il testimone Luigi Giuliano se l’è chiesto anche lui perchè ne fosse in possesso. Esiste una notizia di reato grande come una casa e la sensazione che si ha è quella di un errore strategico compiuto dai magistrati della Dda
TRENTOLA DUCENTA – E beh, Luigi Giuliano, teste chiave nell’indagine che ha vissuto una brutta battuta d’arresto l’altro giorno con le scarcerazioni in massa, decretate dal tribunale del Riesame di Napoli, di tutti gli indagati, si è chiesto pure lui, a un certo punto della storia, per quale motivo Emilio Chianese fosse in possesso di tutte le chiavi di ogni veicolo, 70 o addirittura 80 camion, più motocicli e autovetture, in dotazione al consorzio GeoEco e che quindi, dopo l’accorpamento sarebbero dovute essere ricomprese nella proprietà del consorzio unico di bacino, ormai da una vita in liquidazione.
“Non so che ruolo svolgesse Chianese nel consorzio rifiuti“. Così dichiara Luigi Giuliano. Ma a questa domanda se non hanno risposto i magistrati o gli uomini della polizia giudiziaria che lo hanno ascoltato a suo tempo rispondiamo noi: nessun ruolo. Sapete cosa diciamo ai nostri lettori? Che esiste una situazione rispetto al rapporto tra Chianese e GeoEco quindi tra Chianese e qualche elemento di GeoEco, che va assolutamente approfondita.
Il fatto che il suocero del sindaco di Aversa Alfonso Golia non possedesse tutte le chiavi, non avendo alcun titolo per averle, configura, a nostro avviso, l’esistenza di una evidente notizia di reato. Perchè se Chianese aveva le chiavi, c’è stato qualcuno all’interno della GeoEco o all’interno del Cub, che gliele ha date. E se gliele ha date, è perchè Chianese era in grado di monetizzare in nero il possesso di quei veicoli. Non sappiamo se questo sia avvenuto con il meccanismo della rottamazione e delle somme estorsive chieste ai Giuliano o se sia avvenuto solo attraverso questo sistema. Ma l’idea che ci siamo fatti noi è che qualche funzionario o dirigente del Consorzio abbia mangiato e abbia mangiato alla grande. In questa ordinanza non ci risulta che nell’elenco degli indagati abiti anche una sola figura professionale legata a GeoEco.
Per quanto riguarda i motivi per cui i fratelli Giuliano tornarono a ragionar d’affari con Emilio Chianese e Antonio Sarracino, siamo arrivati al punto dell’ordinanza in cui il mistero viene svelato. La domanda sul perchè tornarono a discutere di business, dopo che poco tempo prima Chianese e Sarracino avrebbero minacciato pesantemente, anche di morte, i fratelli Giuliano, sarebbe legata ad una condizione di totale disperazione economica dei due imprenditori di Villaricca, uno dei quali, com’è noto, stiamo parlando di Giuseppe Giuliano, fratello di Luigi, si è ucciso nel suo capannone.
Questa spiegazione viene considerata “assolutamente convincente” dal gip che ha firmato l’ordinanza, poi demolita dal tribunale del Riesame. Per quel che ci riguarda, noi non siamo giudici ma abbiamo il diritto di esprimere la nostra, la spiegazione di Luigi Giuliano, non è assolutamente convincente, bensì più prudentemente verosimile. E’ chiaro che la pubblica accusa essendosi convinta su uno scenario ben definito sia portata ad asservire varie situazioni alla realizzazione di questo scenario preciso, collegato all’idea, anche un pò emotiva, della lenta caduta di questi due fratelli che, oberati dai debiti bancari, perchè Luigi Giuliano parla anche di molte esposizioni con gli istituti di credito ma anche di quelle contratte con lo strozzino Francesco Maglione, crollano dopo aver tentato un secondo, disperato approccio con gli affari proposti dalla coppia dei consuoceri Emilio Chianese e Antonio Sarracino.
Ciò porta, probabilmente, a non valutare correttamente ed è questo forse che il Riesame ha colto, altri aspetti della questione a partire da quelli riguardanti il comportamento di qualche funzionario del Consorzio CE2 sui veicoli. Tenerlo nel novero delle persone informate dei fatti, utili a dar riscontro alle accuse a carico di Emilio Chianese e non esponendolo come indagato, è stato un calcolo, probabilmente sbagliato, da parte della magistratura inquirente, che voleva probabilmente costituire una struttura accusatoria in grado di reggere davanti ai magistrati del Riesame, non allargando più di tanto lo spettro di relazione e di concatenazione tra i vari fatti e le persone che questi fatti popolavano. Non è servito, in tutta evidenza, visto e considerato ciò che l’altro giorno il Riesame ha deciso-
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA