IL CASO. Per la Cassazione le intercettazioni di Nicola Tamburrino sono inutilizzabili, per CasertaCe, che non esercita giurisdizione, sono super-utilizzabili. VE LE PUBBLICHIAMO UNA ALLA VOLTA

17 Luglio 2020 - 13:14

Vi spieghiamo il senso della nostra iniziativa che si sviluppa sul terreno della relazione tra diritti. Insomma, una cosa importante che ovviamente non tanti sono in grado di comprendere in questo territorio. Partiamo con l’appuntamento a casa della madre del sindaco tra questi, l’imprenditore Salvatore Nicchiniello e il D’Ausilio dell’ufficio tecnico. Argomento: il centro polifunzionale 

 

di Gianluigi Guarino

Il tribunale del Riesame, dopo aver ricevuto la documentazione dalla Corte di Cassazione, ha revocato la custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Nicola Tamburrino, che, a meno di clamorose novità, è già ritornato o ritornerà a brevissimo (una vera e propria sconfitta da parte dello Stato), nell’esercizio delle sue piene funzioni di sindaco di Villa Literno.

Se Tamburrino, per difendere se stesso in maniera serena, senza esporre, per amore del bene comune e nel rispetto dell’istituzione da lui rappresentata, avesse rassegnato le dimissioni, nulla ci sarebbe stato da dire, al di la delle valutazioni politiche che lo vedono fortemente implicato in un gruppo di potere che ha nel consigliere regionale uscente Stefano Graziano, il suo fulcro e nel Consorzio intercomunale Asi, il luogo in cui si sviluppano tante cose ma dove, soprattutto, vengono dissipati quattrini su quattrini, com’è stato fatto, incredibilmente, a favore di Tamburrino, che negli 8 mesi di domiciliari, è stato sospeso dal governo, cioè dal Ministero degli Interni, ancora cioè dalla Prefettura di Caserta, mentre l’altro pezzo dello Stato, quand’anche attraverso sue strutture territoriali derivate, ha fatto esattamente il contrario, non provvedendo alla sospensione e dunque corrispondendo per 8 mesi un’indennità di carica all’interno del comitato direttivo che tra annessi e connessi, è costata alle casse pubbliche poco più o poco meno di 25mila

euro, la maggior parte dei quali finiti direttamente sul conto corrente di Tamburrino, nonostante questi fosse agli arresti e non potesse svolgere la propria funzione.

Questo abbiamo detto, questo abbiamo denunciato, su questo abbiamo chiesto più volte chiarimenti ai vertici dell’Asi, che ci hanno ripagati solamente con i soliti insulti e la solita volgarità.

Ed è per questa serie di motivi, che fanno del caso di Nicola Tamburrino, un vero e proprio unicum anche nell’autentico pisciaturo rappresentato dalla provincia di Caserta, che noi oggi ci vediamo costretti, per mera difesa della legalità, per informare con trasparenza di fronte alla disinformazione imperante, a rivendicare il diritto di pubblicare tutte le intercettazioni che coinvolgono direttamente Nicola Tamburrino e che sono contenute nell’ordinanza, che ne ha decretato l’arresto lo scorso 10 dicembre. 

Siamo costretti per evitare l’oblio.

La Cassazione ha svolto il suo compito, così come questo è definito dalla Costituzione e dalle leggi che da questa discendono. In poche parole, si è pronunciata affermando, con adeguata motivazione, che le intercettazioni “non sono utilizzabili“.

E’ stato soprattutto questo il motivo determinante nella decisione di liberare Nicola Tamburrino dagli arresti domiciliari. 

Siamo d’accordo fino ad ora? Benissimo, andiamo avanti: c’è un’altra parte della Costituzione, che non riguarda i poteri dello Stato, ma i diritti inviolabili dei cittadini, forse ancora più importante della prima citata. Questi diritti non sono, infatti, frutto di una costruzione nazionale specifica, ma appartengono al diritto naturale, al diritto biologico dell’uomo che nasce libero e che la sua libertà può esprimere senza limitazioni a meno che questo suo esercizio non limiti o leda l’eguale diritto di un’altra persona o anche altri diritti ad essa appartenenti in quanto tali.

La libertà di pensiero, la libertà di espressione si sviluppa attraverso un processo di responsabilità da parte di chi ne è titolare. In poche parole, questa autentica gemma della democrazia va protetta e non va sporcata da un abuso o da un suo uso smodato. Ma non è un abuso rivendicare il diritto ad informare i cittadini. La Cassazione non ha detto che quelle intercettazioni sono false, ha detto che sono inu-ti-liz-za-bi-li dentro ad una dinamica processuale e anche nella fase istruttoria, in questo caso, nella definizione strutturale dei cosiddetti “gravi indizi di colpevolezza”. Ma quelle parole, quelle righe, restano lì stampate a lettere di fuoco. Sono inutilizzabili nell’ambito dell’espressione dello Stato di diritto, che trova identità nella parte della Costituzione che definisce funzioni e poteri degli organi dello Stato, ma sono uti-liz-za-bi-lis-si-me nell’espressione di un altro pezzo dello stato di diritto, quello ancor più importante che investe i diritti del cittadino e addirittura, potremmo anche affermare, i diritti del popolo.

Si tratta di intercettazioni riguardanti il merito dell’indagine e dunque hanno rappresentato nei mesi scorsi e rappresentano oggi, per noi, un fondamentale strumento di lavoro e di erogazione informativa. Beninteso, se il signor Nicola Tamburrino ha qualcosa da dire o da replicare, la storia di CasertaCe non contiene un solo episodio di censura. Dovesse scriverci, pubblicheremmo ogni sillaba riservandoci, naturalmente, di esprimere il nostro punto di vista, sulla tesi da lui esposta.

 

QUI SOTTO LA PRIMA INTERCETTAZIONE CHE COINVOLGE NICOLA TAMBURRINO