Il clan dei CASALESI entra nel mondo dei VIP. Incontri in alberghi super stellati, cravatte di Marinella a go-go. Altro che subappalti, Nicola Schiavone monaciello comandava tutto lui

6 Agosto 2022 - 20:17

Il giudice, giustamente, considera reticente e non rispondente al vero la testimonianza di Umberto Pesce, presidente del Cda del Gruppo PSC, il quale, oltre ad additare monaciello come un ignorante, piuttosto impresentabile, afferma anche di aver avuto pochi contatti con lui. Ma in realtà il gruppo PSC ha elargito subappalti a go-go a imprese controllate dal pupillo di Francesco Schiavone Sandokan. E al pranzo a La Rosetta, c’era anche il figlio…

 

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Se considerassimo i contenuti dell’interrogatorio a cui si è sottoposto nel maggio 2019 Umberto Pesce, presidente del Cda del Gruppo PSC spa, Nicola Schiavone sarebbe una sorta di signor nessuno, uno che girava attorno ai grandi appalti da faccendiere per cercare di ottenere qualcosa. Pesce dice che lui ha avuto solo dei fugaci incontri con Nicola Schiavone e che mai e poi mai è entrato nel merito delle dinamiche degi appalti tra il suo gruppo aziendale e la Rfi.

D’altronde, dice sempre Umberto Pesce, io non avevo bisogno di intermediario perchè essendo il vertice amministrativo della Gruppo PSC potevo parlare direttamente con i vertici di Rfi. Leggendo questa testimonianza, abbiamo subito obiettato a voce alta. Non avevamo ancora letto il commento del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Giovanna

Cervo, che poi ha espresso esattamente le medesime perplessità.

Se il gruppo PSC ha concesso in subappalto lavori importanti relativi agli impianti elttrici delle sottostazioni a TEC e a GSC scarl, come è possibile che Pesce non conoscesse Nicola Schiavone o avesse con lui una scarsa frequentazione quando grazie a una decisione operativa assunta dall’azienda di cui lui era presidente due società, indubbiamente riconducibili a Nicola Schiavone, addirittura una delle due datrice di lavoro del medesimo che svolgeva, come ben sanno i nostri lettori, la funzione di direttore generale? Per cui, veramente le dichiarazioni di questo manager che vi pubblichiamo in calce,  a questo articolo, non convincono affatto.

D’altronde, uno degli incontri con Nicola Schiavone fu tutt’altro che fugace e tutt’altro che formale, visto che al noto ristorante romano La Rosetta, Umberto Pesce portò con lui anche il figlio. Ciò avveniva il 18 giugno del 2015, come si evince dai messaggi WhatsApp estratti dal telefonino di Nicola Schiavone.

Altro fatto illuminante che porta il giudice nella direzione totalmente opposta rispetto a quella tracciata da Umberto Pesce in una testimonianza che appare francamente reticente, è costituito dal rapporto tra Nicola Schiavone e Giuseppe Russo. Questi non è uno qualsiasi, ma è il direttore dei lavori del famoso lotto 11, cioè quella serie di interventi finalizzati a riqualificare gli impianti di illuminazione delle sottostazioni. Giuseppe Russo, intercettazione alla mano, parla con Nicola Schiavone come se questi fosse il vero titolare di quell’appalto e non un subappaltatario.

Da direttore dei lavori, Russo parla costantemente con Schiavone, e con lui scambia informazioni riservate riguardanti le attività di potestà di rete ferroviaria italiana, citando anche altri dirigenti tra i quali il famoso Massimo Iorani, quello dei soggiorni gratuiti a Positano.

Dunque, in queta storia, la comparsa è rappresentata proprio dal gruppo PSC, perchè se è vero che Umberto Pesce da presidente del Cda, poteva parlare con i dirigenti di Rfi, è anche vero che Nicola Schiavone ci parlava realmente ogni giorno e sempre alla pari, perchè le conversaizoni con il direttore dei lavori, non sembrano quelle formali tra il rappresetante e plenipotenziario dell’azienda committente e il titolare di un normale subappalto.

E a dirla tutta, non paiono nemmeno parole che di solito scambia un direttore dei lavori di un’azienda pubblica con chi è titolare di un affidamento. C’è una orizzontalità lessicale, che la dice lunga su quanto Nicola Schiavone contasse ed influisse in Rfi.

In questo meccanismo Schiavone, trattato con sufficienza da Umberto Pesce, il quale dice di essere rimasto sorpreso di fronte alle sue sgrammaticature, a un lessico pieno di dialettismi, ci sono poi le performance di cortesia: le cravatte di Marinella regalate a tutti partecipanti ad una convivale, organizzata all’Hotel Montemartini per mettere d’accordo le imprese che concorrerano ai subappalti, e accettate con imbarazzo (verrebbe da dire, allora perchè le avete prese?) e anche un altro appuntamento in un albergo super stellato, sempre romano, cioè l’Aldrovandi, nel cuore di Villa Borghese, dove si svolse un’altra riunione tra Nicola Schiavone, Mauro Camilli, Giuseppe Buonvino, Ponteggi e Balanaus Dina, in pratica i prestanomi di Schiavone in BBS Engeneering.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA