IL CLAN e la regola dei 55MILA EURO. Tre case, con valore al centesimo, comprate ai figli da Pasquale Fontana. L’ELENCO di tutti i beni sequestrati

8 Maggio 2019 - 11:25

CASAPESENNA – Tutto torna. E si capisce bene anche il motivo per cui Pasquale Fontana era diventato socio di Giuseppe Santoro nel piccolo impero di pasticcerie creato negli ultimi 10 anni. Se andate a leggere, infatti, lo stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo in basso, vi accorgerete che tra le varie rendite di Pasquale Fontana, quelle più significative erano rappresentate dai conti correnti, di obbligazioni e titoli presso la Banca Popolare di Vicenza.

Più di un rapporto contrattuale. Più di un conto. Va da se, dunque, che anche la società delle pasticcerie si andò ad appoggiare in una filiale di questa banca, quella di Casalecchio di Reno, quella in cui Pasquale Fontana aveva presumibilmente i suoi conti e le sue rendite, quella in cui opera Alessandro Cosma, pure lui indagato nell’ambito di questa inchiesta della dda di Napoli, ma iniziata dai giudici antimafia di Bologna, proprio in base ad una segnalazione di movimenti bancari avvenuti in quella filiale e riguardanti le società di Santoro e Fontana, soprattutto quella prestanome, la Butterfly, formalmente riferibile ad Antonio Napoletano, che l’Emilia, a quanto pare, non l’aveva vista neppure in cartolina.

Il resto è una posizione economica solida. Ben altro rispetto alle difficoltà che Pasquale Fontana aveva attraversato negli anni precedenti e, di cui racconta il collaboratore di giustizia Salvatore Venosa, di cui Michele Zagaria

si era fatto carico mandando Pasquale Fontana “a far fortuna” proprio in Emilia.

Altri rapporti bancari. La presenza della moglie Genoveffa Fontana, tra i clienti della banca Mediolanum, sia con un conto corrente, sia con altri investimenti in titoli e obbligazioni, sia con altri soldi messi nel Monte dei Paschi di Siena. Poi tante cose, anche in Poste Italiane. Precisamente un conto corrente libero/vincolato, tale perchè intestato ai tre figli minorenni. E sempre a questi, come facevano le antiche famiglie del buon risparmio italiano, quando gli italiani erano quelli che risparmiavano di più in Europa, buoni fruttiferi e certificati di deposito.

Poi c’è l’elemento più originale della storia: Pasquale Fontana ha comprato tre immobili, tre case, ad ognuno dei suoi tre figli. Tutte a Casapesenna, tutte, scrive il giudice per le indagini preliminari Linda D’Ancona, dello stesso valore di 55mila euro. Cose strane, cose da clan dei casalesi.

L’intero patrimonio appena citato e ancor meglio dettagliato nello stralcio in basso, è stato sequestrato a scopo di confisca, con la precisazione che si tratta di beni acquisiti dopo l’anno 2004, cioè dopo il momento in cui, secondo la magistratura inquirente, Pasquale Fontana si è affiliato al clan dei casalesi, e, più specificamente, al gruppo di Michele Zagaria.

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLO STRALCIO DELL’ORDINANZA