Il D.P.R. di scioglimento del Comune di CASERTA. Non camorra, ma stra-camorra nelle elezioni comunali del 2021. Ma quale Tar. Il decreto lo dice con chiarezza e noi vi raccontiamo tutto del Marzo-Capone contro Casale-Rondinone
13 Maggio 2025 - 18:16

LA FOTO SIMBOLO. Il Gimme Five scambiato tra il sindaco appena rieletto e il soggetto che pochi giorni prima aveva accoltellato Gennaro Rondinone unico assente, tra i criminali, alla festa della vittoria del sindaco appena confermato. Ma quale Tar. In tanti devono ringraziare il Padreterno per non essere stati arrestati per voto di scambio politico mafioso ai sensi dell’articolo 416 ter. Interessanti passaggi, sempre nel decreto, sui 14 consiglierei confermati in maggioranza tra il Marino 1 e il Marino 2
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CASERTA (g.g.) Per la fretta, stamattina, abbiamo dimenticato di dar notizia di un altro punto su cui la commissione d’accesso, operante al Comune di Caserta ha lavorato in modo da determinarlo come elemento che, insieme ad altri,
Anche in questo caso i lettori di CasertaCe conoscono a memoria la questione del parcheggio di Via San Carlo su cui si appuntarono gli interessi del clan dei casalesi, con le ditte collegate a Michele Zagaria, ma anche di alcuni professionisti a partire dall’architetto Carmine Nocera, uno dei progettisti del bunker dello stesso Zagaria e grande amico dell’allora sindaco Carlo Marino che è stato anche il suo avvocato. Nocera, non a caso, abitava proprio in via San Carlo a Caserta
In conseguenza a quelle indagini ci furono diversi rinvii a giudizio tra i quali quelli del solito ingegnere Franco Biondi che sta rispondendo in processo anche dell’aggravante camorristica Marino la scampò perché secondo il pm della Dda Vanorio l’allora primo cittadino di calunniato dall’imprenditore Michele Patrizio Sagliocchi. Tesi, questa, che, con rispetto parlando del pm Vanorio, non ci ha mai convinti
E ora cominciamo da zero ossia dall’analisi delle prime pagine del decreto del presidente della Repubblica. Si parte con il paragrafo così intitolato: contesto socio criminale di riferimento. Per quanto riguarda il contesto socio criminale viene citato il rapporto della direzione investigativa antimafia del 2023. I nomi menzionati sono quelli di punta del clan dei casalesi, con un riferimento specifico ai Capaldo, principalmente al figlio di Beatrice Zagaria e dai suoi rapporti economici con il noto imprenditore di Marcianise Paolo Siciliano patron dei supermercati Pellicano. Questa, aggiungiamo noi, è una saldatura tra gli interessi del clan dei casalesi e quelli del clan Belforte di Marcianise, a contatto del quale Siciliano ha operato a lungo.
Tutto sommato solo un cenno che avrebbe potuto essere ulteriormente integrato dedicando qualche riga alle relazioni intensissimi tra il citato clan Belforte ed alcuni capizona di Caserta a partire da Giovanni Capone proseguendo con il più datato Antonio Dell Ventura, detto il coniglio, con cui ha collaborato da autista anche a un politico casertano, i Maravita attivi nel settore della ristorazione, basta citare al riguardo il ristorante extra lux sotto sequestro, La Baita di Valle di Maddaloni
Insomma, in questo primo paragrafo il decreto è stato fin troppo misericordioso con la città di Caserta e con le interrelazioni tram politica e camorra
Il condizionamento mafiosi di politici e dipendenti comunali
Il decreto mette sul piatto un concetto interessante e cioè che è esistita una evidente continuità genetica tra la prima amministrazione d Carlo Marino, precisiamo noi quella sortita dalle elezioni del 2016 e la seconda amministrazione venuta fuori dalle elezioni del 2021. Ben 14 consiglieri comunali di maggioranza, eletti nel 2016, infatti, sono stati rieletti nel 2021. Una sorta di nocciolo duro diventato mano mano a causa delle inchieste giudiziarie piovute sull’amministrazione comunale, via San Carlo, il super appalto dei Rifiuti, le mazzette per gli appalti finisce per rappresentare un dato inquietante e non una naturale conferma di una squadra che ha operato, secondo Carlo Marino, in maniera positiva durante la sua prima consiliatura. L’altra notazione importante, al di la dei riferimenti che il decreto opera ai a sommovimenti verificatisi dopo la nomina della commissione d’accesso, con le dimissioni degli indagati Massimiliano Marzo e Emiliano Casale e con la revoca sommaria di tutti gli altri assessori, effettuata da Marino, riguarda un concetto che da giugno scorso in poi ha rappresentato il cavallo di battaglia del nostro giornale: ancor più importante della ordinanza che ha portato all’arresto di Franco Biondi, Massimiliano Marzo, Giovanni Natale e compagnia è la genetica di quel provvedimento giudiziario che parte esattamente dai rapporti provati tra alcuni politici divenuti poi pezzi da 90 dell’amministrazione comunale con elementi di punta della criminalità organizzata casertana. Il condizionamento mafiosi di politici e dipendenti comunali
Quel risultato delle preferenze, 846 a 846 tra i contendenti Massimiliano Marzo ed Emiliano Casale l’abbiamo ripetuto in cento articoli. Durante la campagna elettorale le due squadre di sostenitori sono anche scese a vie di fatto, sono volati i pugni e gli schiaffi. Ed è in campagna elettorale che Raffaele Capone, figlio del ras del clan Belforte, Giovanni Capone, ha accoltellato Gennaro Rondinone uno degli sponsor e dei grandi elettori di Emiliano Casale. Noi veramente certe volte siamo rimasti increduli su come circostanze del genere venissero sottovalutate quando era evidente che le elezioni del 2021 il loro risultato fossero stati pesantemente condizionati dall’attività della criminalità organizzata.
Nel giorno della vittoria di Carlo Marino nel ballottaggio contro Gianpiero Zinzi c’erano tutti i criminali di Caserta a festeggiare con il sindaco il quale come prova una fotografia che solo noi avemmo il coraggio di pubblicare, si scambiava il cinque proprio con Raffaele Capone che pochissimi giorni prima aveva accoltellato gennaro Rondinone e che per questo motivo, di li a poco, sarebbe stato arrestato dai carabinieri di Caserta e poi processato con condanna definitiva a 8 anni di reclusione
C’erano tutti in via G. M. Bosco quel giorno di ottobre alla festa di Carlo Marino. C’era Capone, c’era Francesco Amato, narcotrafficante dei Belforte, la cui sorella Cecilia, anch’essa arrestata insieme al fratello dalla Dda qualche anno prima, non ha sposato uno qualsiasi ma è stata portata all’altare da Eremigio Musone nipote diretto di Vittorio Musone detto Mino, arrestato più volte, condannato e considerato uno dei boss di primo piano del clan Belforte. C’erano tutti a quella festa tranne uno. Un assente giustificato, perchè Gennaro Rondinone dopo aver “lavorato” insieme a tutta la sua famiglia per Emiliano Casale, divenuto poi vice sindaco di Caserta, era temporaneamente impegnato in ospedale a causa delle coltellate infertegli da Raffaele Capone, quello del Gimme Five con Carlo Marino, nonché capo del comitato elettorale di Massimiliano Marzo, il grande rivale delle preferenze di Emiliano Casale in una campagna elettorale furiosa placatasi solo quando, manco a dirlo, il conteggio portò ad un salomonico 846 pari