IL FERRAGOSTO A BAIA DOMIZIA. Il remake: monnezza, servizi invisibili, traffico, risse, i “pantaneros” del Pantano alimentano il nuovo razzismo

15 Agosto 2019 - 12:24

BAIA DOMIZIA (G.G.) – Dove eravamo rimasti? Si! Al “Palio del demente”.

Baia Domizia anche quest’anno tiene botta e, nei giorni canonici di agosto, presenta il tutto esaurito.

Però si tratta di un turismo non più strutturale, ma semplicemente generazionale: i 40enni, i 50enni, i 60enni che possiedono ancora case di proprietà le utilizzano per buona parte dell’estate, visto che la maggior parte di loro non riesce a fittarle nemmeno nella seconda meta di luglio.

I figli di queste generazioni si allontanano da Baia Domizia proporzionalmente al cammino della loro età.

Ci sono invece tante persone, tanti ragazzi appartenenti a fasce economiche tutt’altro che significative e ciò non produce granché in termini di incremento del valore aggiunto.

Insomma, o Baia Domizia si ripensa, ma tendiamo ad escluderlo, in considerazione della qualità della politica regionale, provinciale e locale, oppure il suo declino continuerà inarrestabile.

Negli anni ’70 c’era tanta gente danarosa che spendeva, consumava e alimentava, dunque, il reddito commerciale.

Oggi ci sono quelli della generazione dei proprietari ma anche tanti abusivi, persone che hanno costruito palafitte e catapecchie nella zona di Pantano, divenuta una vera e propria cittadella dell’illegalità.

Naturalmente, questi nuovi contesti di incidenza sociale, uniti alla sostanziale incapacità delle amministrazioni comunali di Sessa e di Cellole finanche di far rispettare le regole fondamentali del buon vivere, ha abbassato moltissimo il livello della fruizione vacanziera da parte di quelle fasce economiche dalla cui presenza, dalla cui stanzialità, dipende il benessere di un’economia che in quella zona è anno dopo anno più asfittica.

Il “tarzanismo” delle risse serali diventa, dunque, non una coincidenza legata alla debolezza dell’animo umano, ma una logica conseguenza di tutto quello che abbiamo scritto finora.

Oggi è il 15 agosto. Non a caso abbiamo scelto questa data per pubblicare le foto più brutte, che denotano, al di là di ogni discorso, il declino di questa località balneare.

Tra le altre cose, Salvini ha annunciato già da 48 ore la cancellazione del suo programma politico, che prevedeva il pernottamento all’hotel “Cumaja” che, a fronte di questo nome esotico, è di proprietà del solito Pezone, imprenditore dell’agro aversano trapiantato a Caserta e attraversato, da quando Carlo Marino è diventato sindaco, da una grande fortuna e da grandi guadagni, derivati per esempio dai due neo insediamenti commerciali realizzati nella città capoluogo.

Per cui, se l’arrivo di colui che sarà Ministro degli Interni ancora per qualche settimana poteva indurre le autorità a togliere un po’ di immondizia dalle strade, a ridurre l’impatto del caos automobilistico, anche questa possibilità è evaporata.

L’album fotografico è un racconto evidente: mercatini abusivi al centro di Baia Domizia trasformati in una vera e propria casba; il viale che conduce al lido largamente più frequentato dai proprietari del centro trasformato in un immondezzaio che umilia ogni giorno quelli che pagano tasse altissime ai Comuni di Cellole e Sessa Aurunca, dato che si tratta di seconde case, a fronte di servizi inesistenti.

Insomma, una rapina senza scasso o, volendola raccontare in maniera meno drammatica, un sistema, comunque criminale, di appropriazione indebita.

Pensate un po’ che questo viale, di sera, pur essendo dotato di illuminazione pubblica, è totalmente buio perché evidentemente l’illuminazione non funziona.

E’ molto facile vedere la scena di decine di flash dei telefonini accese. Da lontano hai l’idea che si tratti del popolo di un summer concert, ma in realtà servono solo a non spaccarsi una gamba cadendo.

Trasferendoci, poi, nell’area sud di Baia Domizia, la situazione è identica.

Sono le istituzioni, anche l’intero sistema della coercizione e della tutela del principio del rispetto delle leggi ad alimentare tensioni e anche forme di discriminazione nella valutazione che certe persone danno di altre persone.

E allora, se il termine gergale “pantaneros” è diventato tra i più in voga nell’estate di Baia Domizia, ciò è dovuto all’inerzia di chi dovrebbe intervenire in maniera radicale e definitiva per chiudere la partita della citata area del Pantano.

“Pantaneros” sono definiti quegli abusivi che si sono costruiti casette e baracche, piantando, molti anni fa, delle roulotte, salvo poi associare alle stesse dei piccoli recinti coperti dalla vegetazione, con conseguente apertura, nei mesi invernali, di cantieri fai-da-te, dai quali è venuto fuori un intero quartiere fuorilegge i cui residenti, e sono tantissimi, sciamano con la loro mentalità, la loro cultura e i loro modi, nel centro di Baia Domizia durante le sere d’estate, non certo accolti dagli applausi degli altri vacanzieri.

Che vogliamo fare? Se l’ipocrisia, il conformismo, il perbenismo becero e acefalo non inducessero a eludere dal dibattito socio-politico questi argomenti, tutti dovrebbero affermare che gli impulsi razzisti (oppure quelli assimilabili, visto che nel caso specifico si tratta di italiani che “schifano” altri italiani) sono frutto esclusivamente dei disordini di uno stato che nel Sud, in Campania in particolare, dà il peggio di sé, a causa di una classe dirigente (non parliamo solo dei Comuni, ma anche e soprattutto delle Prefetture) che, al confronto, quella oleografica dipinta da Tomasi di Lampedusa attraverso il suo personaggio, fondamentalmente autobiografico, del Principe di Salina, appare formata nell’efficienza di Düsseldorf.

Questa è Baia Domizia, nel giorno clou dell’estate 2019.

Si riesce sempre a fare peggio rispetto all’anno precedente. Ma voi ritenete, cari lettori di Casertace, che ci sia un sindaco, un assessore, un consigliere comunale che semplicemente, ripetiamo semplicemente, si ponga il problema?