IL FOCUS. CASERTANA. Chi ha puntato sulle due sconfitte dei falchetti ha fatto una barca di soldi. Tutto regolare, ma D’Agostino chieda alla Figc di fare i seguenti controlli

9 Dicembre 2021 - 09:15

TUTTE LE QUOTE. Tre agenzie hanno bloccato le puntate durante una delle due partite strane. Il presidente D’Agostino ora chieda una verifica alla Federcalcio

 

 

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Inutile girarci troppo intorno: se, infatti,  fino a prova contraria, le ultime due partite disputate dalla Casertana, domenica 28 novembre, in trasferta, contro la Mariglianese, e il 5 dicembre, in casa, contro il Brindisi si sono svolte regolarmente con  esito deciso dall’andamento e dall’epilogo di una normale, canonica  sfida sportiva, con dentro  tutte le variabili, che questa può contenere, è anche vero che la storia del calcio italiano e anche di quello internazionale racconta di vittorie impossibili, impensabili, impronosticabili alla vigilia della disputa di quelle partite.

Citiamo due eventi emblematici, divenuti dei masters, autentici casi di scuola nella storia del calcio e dello sport italiani.

DUE STORICHE SORPRESONE. QUANDO LA PALLA È ROTONDA DAVVERO. Campionato di serie A 1980-81. Il Napoli,  capitanato da Ruud Krol, uno dei grandi profeti del “calcio totale” olandese, da cui sono nate zona, pressing, squadra corta eccetera, lotta a pari punti e a a quattro giornate dalla fine con la Juventus e la Roma.

A dirla, quel Napoli, che esalta comprimari quali Claudio Pellegrini, Gaetano Musella, Luciano Marangon, autore di una stagione strepitosa allenato da Rino Marchesi, sembra di gran lunga la squadra più in palla. La sua è una difesa di ferro perché attorno a Loro ha il meglio o quasi dell’,Italia, da pal e fierr  Peppe Bruscolotti,

a Moreno Ferrario, per arrivare al portiere Luciano Castellini, scudettato con il Torino quattro anni prima e secondo di Zoff in Nazionale.   La città esplode di passione e in tanti parlano di quello che sarebbe stato il primo storico scudetto della squadra partenopea.

In una giornata piovosa dell’aprile ’81 è in programma Napoli-Perugia con la squadra umbra già stra – retrocessa matematicamente e dunque considerata vittima sacrificale. Novantamila persone al San Paolo ancora privo delle poltroncine, presenti solo nella tribuna centrale, tutte ammassare per  festeggiare quella che si annunciava come una mera formalità.

Lo stopper del Napoli, l’ottimo Moreno Ferrario, scaraventa nella sua porta un pallone imparabile per Giaguaro Castellini, marcando un clamoroso autogol al minuto numero uno.

Vabbè, che sarà mai, è solo il primo minuto.  Gliene facciamo almeno cinque. è stata una cosa fatta così per scherzare e per dare un pizzico di pathos a una partita scontata.

E invece, palo, traversa, ancora palo,   salvataggio sulla linea e il portiere del Perugia, Malizia, che si erge ad autentico baluardo insuperabile.

Risultato finale Napoli 0-Perugia 1 e scudetto addio con una città che rientra nei ranghi e torna a sentirsi ineluttabilmente perdente.

Andiamo avanti di cinque anni: aprile 1986, stadio Olimpico di Roma: i giallorossi di  Eriksson sono lanciatissimi. Hanno raggiunto la Juventus in testa alla classifica dopo un inseguimento spettacolare. Non c’è un giornalista sportivo in Italia che non dia la Roma favorita nella volata finale sull’abbrivio di quella irresistibile cavalcata di vittorie consecutive.

Il Lecce è veramente una derelitta: ultima in classifica e stra- retrocessa, esattamente come quel Perugia dell’aprile ’81, cioè virtualmente da una vita, matematicamente da qualche domenica. matematicamente da tempo.

Sugli spalti dell’Olimpico, più di 80mila spettatori, che cantano a squarciagola le canzoni etnico-sportive di Antonello Venditti, Segna subito Ciccio Graziani e la festa può già iniziare. E, invece, proprio in quel momento inizia l’incubo. I salentini segnano tre volte: una con la mezz’ala, peraltro il romano ex Roma, Alberto Di Chiara, altre due volte con il regista argentino Barbas, che il Napoli di Maradona, quest’ultimo reduce dalla “Mano de Dios” contro l’Inghilterra e dal connesso  trionfo messicano, corteggiò inutilmente per tutta l’estate successiva, ripiegando poi, ma fu una grande intuizione di Pierpaolo Marino, su una grande promessa mai sbocciata del Milan e  finita addirittura nella Triestina in serie B, quel Ciccio Romano ribattezzato da Maradona la Tota, risultato poi decisivo nella vittoria dello scudetto, sancita dal pareggio contro la Fiorentina nel pareggio del magico 10 maggio 1987. Risultato Roma 2- Lecce 3 e scudetto alla solita Juventus

I CASI NAPOLI E ROMA SERVONO A BEN RAGIONARE –  Insomma, non è che se l’ultima della classifica vince sul campo della prima la cosa debba necessariamente significare che ci sia stato qualche comportamento anomalo, qualche imbroglio, qualche inguacchio da parte di uno o piu giocatori.

Per cui, vi chiediamo: siamo stati garantisti quanto basta? La domanda la mettiamo a disposizione di qualche persona di buonsenso, visto che parlare ai tifosi della sedicente area ultrà della Casertana, è totalmente inutile, perché più che farfugliare insulti nei nostri confronti non sono mai riusciti a fare, in una piazza che, non a caso, disputa meritatamente il campionato di serie D, in cui militano il Piedimonte Matese, l’Alto Casertano di, Capriati al Volturno e paesini viciniori, e “grandi centri”, grandi metropoli del calcio, come la molisana Vastogirardi, 3mila abitanti, 1500 metri d’altezza dove il sottoscritto ha avuto la fortuna di abitare, tra strade deserte e sempre innevate,  osservando una economia basata essenzialmente sulla pastorizia, negli anni ’70, quando mio padre, buonanima, dirigeva il locale Ufficio postale, dove, puntualmente, rimaneva bloccato e isolato a causa delle tormente di neve, consolandosi con formidabili trecce di scamorza, superlative burrate e sua maestà, il grande provolone molisano, tutte cose acquistare direttamente dalle case, dalle stalle e dagli ovili, di allevatori e pastori.

Dunque, Napoli-Perugia, Roma-Lecce, ma non solo. Tante sono state, infatti,  le sorpresissime. Ma se consideriamo possibile e anche auspicabile che, una volta su cento, Cenerentola batta la regina, dobbiamo pur considerare, tenendo conto della storia italiana, di tutto ciò che è successo, a partire da quella famosa domenica del marzo 1980, quando il calcio italiano perso definitivamente la sua innocenza, con decine di   furgoni dei carabinieri e della polizia ad assediare diversi spogliatoi di stadi di serie A e con le manette a tintinnare ai polsi calciatori di grande livello e di grande nome, come i laziali Bruno Giordano e Lionello Manfredonia, come il portiere, sempre della Lazio, Massimo Cacciatori. E ancora,  come i milanisti Enrico Rik Albertosi, eroe e cavaliere di Mexico 70, e il mediano Giorgio Morini e come l’avellinese Stefano Pellegrini.

L’indagine, produce una raffica di quelle che al tempo si chiamavano “comunicazioni giudiziarie”, una delle quali raggiunge anche Paolo Rossi, che poi rimedierà una squalifica di due anni,  e che oggi si chiamano avvisi di garanzia.

Coinvolto anche qualche presidente, il nome più noto quello di Felice Colombo del Milan, che poi sarà retrocesso di ufficio insieme alla Lazio

Insomma, il calcio delle commesse, che allora erano clandestine, in quanto vietate, è stato, molto di frequente, negli ultimi 40 anni, una realtà negativa dell’italica pedata.

Il calcio scommesse esistette al tempo ora narrato, con la criminalità organizzata a rastrellare montagne di quattrini grazie al proibizionismo, è esistito dopo e, state tranquilli,  esiste anche adesso.

Solo che adesso è lo Stato a fare una montagna di quattrini, stavolta con il permissivismo, antitesi, parimenti malata, del proibizionismo  grazie alle scommesse sportive ufficiali, che superano il bilancio dell’intera sanità italiana Fiumi di denaro, che inducono lo Stato ad andarci con la mano leggera.

La Federcalcio, che dipende dal Coni, che a sua volta dipende dal Governo, si mostra abbastanza attenta su quello che succede in seria A, in serie B e anche in parte in serie C, cioè nei campionati vetrina. Il resto è giungla.

UNA PAZZIA CONSENTIRE LE SCOMMESSE PER I MATCH DI SERIE D – Abbiamo deciso di scrivere questo articolo, quando, 24 ore fa, un amico ci ha detto che le scommesse sportive ufficiali si possono fare finanche nel campionato di serie D. Fatto pericolosissimo, visto che questa categoria rappresenta un’incitazione alle contabilità in nero, appartenendo ufficialmente alla Lega nazionale dilettanti ed è anche piena di mestieranti, calciatori che hanno fallito in serie C e che davanti a loro hanno solo l’obiettivo, nei 3-4 anni di carriera che gli rimangono, di guadagnare più soldi possibili.

Questa non è una verità assoluta. Non significa, infatti, che il fenomeno delle partite truccate sia, fino a prova contraria, molto diffuso in serie D. Allo stesso tempo, però, sarebbe intellettualmente disonesto non riconoscere che la precarietà dello status sportivo, a fronte dei loro obiettivi tutt’altro che dilettantistici, di  molti dei protagonisti di questo campionato, non rappresenti uno stabile pericolo di inquinamento. La Federcalcio, la Lega Dilettanti, il Coni e il Governo, però, sanno che con quasi 180 squadre in lizza, si registrerà sicuramente un volume alto di scommesse e conseguentemente bei soldoni per l’Erario, per le casse di Lega, Federcalcio e soprattutto, del Coni.

Per cui, se proprio si becca in faccia il caso lampante, magari si interviene per salvarla la sua faccia, ma centinaia e centinaia di partite, che determinano risultati sorprendenti non vengono neppure considerate tanto i riflettori dei grandi media, dei grandi numeri di tifosi, sono orientati a mille miglia di distanza da questi campetti di periferia.

Noi, che di calcio sappiamo, eccome se sappiamo e proprio per questo abbiamo deciso di non occuparcene nella farfugliante e non certo discente Caserta, ritenevamo fosse logico che in serie D non si scommettesse. E quando ieri ci hanno detto il contrario, dopo aver trasalito, ci siamo fiondati immediatamente al mitico sito diretta.it

Intanto, abbiamo controllato la storia del campionato del Brindisi Calcio, squadra decadutissima che ha vissuto un solo periodo di fulgore, ad inizio degli anni ’70, quando era allenato da Luis Vinicio che lo portò in serie B, grazie al  suo calcio innovativo che l’anno dopo avrebbe esportato, portandosi dietro il forte difensore La Palma, al Napoli, conquistando un secondo posto pieno di rimpianti dopo che il grande ex Josè Altafini segnò all’ultimo minuto con la maglia della Juventus, sancendo, davanti a 30mila tifosi del Napoli, che avevano invaso Torino, il 2-1 definitivo, in una partita da match-ball sbloccata da Roberto Bettega e pareggiata con un tiro di giustezza della grande bandiera Totonno Juliano da San Giovanni a Teduccio.

La sera, quella sera, nella galleria Umberto I di Napoli, comparse a caratteri cubitali una scritta rimasta nella storia di Napoli e del Napoli, che sarebbe stata eguagliata solo diversi anni d’oro dalla ugualmente celebre “Giulietta è una zoccola” , e dedicata ad Altafini: “Core ‘ngrato.

Oggi, invece, il Brindisi è, con rispetto parlando, una compagine sfigata: 20esimo posto in classifica su 20 squadre, con piccolissimi cenni di ripresa nelle ultime partite, attestati dai pareggi ottenuti contro il Bisceglie, contro l’Altamura e contro il Casarano, ma che fino a qualche domenica fa aveva fatto un solo punto,raccolto contro il San Giorgio a Cremano, che oggi è 18esimo in classifica.

Quattro pareggi e 9 sconfitte, insomma. Ora, poteva mai una squadra del genere vincere sul campo della Casertana, che, fino a due domeniche prima, cioè il 21 novembre, aveva conquistato la vetta solitaria dopo una serie convincente di vittorie? Anche col concorso della dea Eupalla, inventata dalla fertile e raffinatissima cultura del grandissimo Gianni Brera, sembrava impossibile.

E ORA PARLIAMO DI “BOLLETTE” – Goldbet 6,55, Eurobet 5,85, Biwin 6,50, Sisal , quella più prestigiosa antesignana del Totocalcio, a 6 e, infine, il rinomato e frequentatissimo Snai a 6,75.

C’è un dato di fatto che nessun imbecille farfugliatore che voglia criticare pregiudizialmente un nostro articolo, può negare: se c’è stato un solo coglione in Italia che ha giocato alla Snai 10 euro sulla vittoria del Brindisi a Caserta, questo coglione, evidentemente decoglionizzato, ha intascato 67 euro e 50 centesimi.

LE VERIFICHE DA FARE PER LA TRANQUILLITA’ DI TUTTI – La Federcalcio, attraverso il suo ufficio inchieste, ha svolto in passato indagini preliminari e conoscitive. Lo ha fatto senza formulare accuse contro chicchessia, ma giusto per capire e tranquillizzare.  Ha potuto accedere, con i compiti tipici della polizia giudiziaria, alle banche dati delle aziende che gestiscono le scommesse sportive.

Ciò, per verificare il volume complessivo delle puntate realizzate su un risultato ai limiti dell’irreale e anche per capire se i flussi delle stesse scommesse, attraverso il sistema live durante le partite.

Ne ricordiamo a decine di queste ricognizioni e  ricordiamo anche che molte di queste non hanno portato a nessuna incolpazione. L’intervento della Federcalcio avveniva, pressoché automaticamente, su casi anomali com’è senza ombra di dubbio quello relativo a Casertana-Brindisi.

Abbiamo sostenuto, per caso, che questo risultato è truccato? Assolutamente no. Il presidente D’Agostino dovrebbe chiedere per sua tranquillità alla Federcalcio di verificare quando, dove, come, soprattutto, quante sono state le scommesse su questa partita e quanti soldi sono girati complessivamente.

Magari sono state nella media, magari la partita ha assorbito solamente pochissimi soldi e allora siamo tutti più tranquilli ma, soprattutto, è più tranquillo D’Agostino, che continua a tirar fuori i quattrini e a farsi prendere per il culo dal sindaco Carlo Marino con la baggianata del nuovo stadio e dell’entourage del primo cittadino, che conta, quest’anno, su qualche presenza non secondaria all’interno della società.

CASERTANA – BRINDISI, MA NON SOLO – E’ chiaro che, a questo punto, se la partita Casertana-Brindisi merita un occhio di attenzione, ripetiamo a garanzia di D’Agostino che scuce i soldi, va da sé che merita lo stesso atteggiamento  anche il match disputato il 28 novembre e perso dalla Casertana sul terreno della Mariglianese per 4 a 1.

Sulla carta, un risultato a sorpresa, ma un pelo più verosimile di quello di Casertana-Brindisi visto che la Mariglianese sta comunque disputando un campionato lottato con grinta per evitare la retrocessione  e in grado di farsi rispettare soprattutto tra le mura amiche si. Oggi, la Mariglianese è centro classifica. Una posizione raggiunta soprattutto grazie a quella vittoria contro la Casertana che poi le ha fornito lo stimolo per battere, in campo esterno, per uno a zero,  domenica scorsa, 5 dicembre,  un’altra derelitta, cioè la Virtus Matino, squadra che ha raccolto 8 punti, quindi comunque uno più del Brindisi ed è ovviamente penultima.

La Mariglianese, quando ha ospitato la Casertana, era reduce da tre sconfitte consecutive, che l’avevano precipitata in piena zona retrocessione. Questa sequenza di rovesci aveva portato il “signor” Glodbet a quotare la vittoria dell squadra del Nolano a 4,55, la Biwin a 4,65, la Snai a 5,25, la Sisal a 4,70 ed Eurobet a 5,15.

Sempre quello là, cioè il coglione ,di cui prima, deve aver pensato a un colpo di culo clamoroso quando ha giocato i soliti 10 euro alla Snai sulla vittoria della Mariglianese sulla Casertana, che il 28 novembre era la capolista solitaria della classifica.

Un colpo di culo che gli ha consentito di guadagnare 52 euro e 50 centesimi. Quelli più piccoli, partendo da Efbet, vista la mala parata, a un centro punto della partita, hanno bloccato le scommesse.

E dopo la Efbet, l’hanno fatto anche la Goldbet e la Planetwin. Anche questa cosa dovrebbe allarmare il presidente D’Agostino, perché le agenzie  non è che bloccano le scommesse perché la Mariglianese, a dieci minuti dall’inizio del secondo tempo vince 3 a 0, ma perché si sono rese conto, avendo in mano i terminali, che gli permettono di capire quanti soldi siano stati già puntati su quel risultato, che se fossero arrivati fino al 90esimo, non solo avrebbero pagato le scommesse ore partita sulla vittoria del Marigliano, ma avrebbero beccato tra capo e collo una montagna di over, una montagna di gol-gol ancora più creativi.

In poche parole, se la Snai e la Sisal sono dei giganti che possono anche permettersi di prendere le mazzate su una partita,  queste altre agenzie da noi citate, decisamente  più piccole,  provano, quantomeno, a limitare i danni e ad evitare il salasso quando vedono cose strane.

Conclusione: fino a prova contraria, le partite Mariglianese-Casertana del 28 novembre e Casertana-Brindisi del 5 dicembre hanno avuto un andamento regolare. E’ la terza volta che lo scriviamo: avete letto bene?

Stra-stabilito ciò, se si è, però, persone serie e perbene non si può liquidare con una di spalle, senza alcuna analisi, le modalità con cui si sono svolte queste due partite non si può non riflettere sulla tipologia del loro epilogo e, soprattutto, sul comportamento di certe agenzie di scommesse. Riflettere, analizzare e, in conclusione, chiedere doverosamente un approfondimento, che serve, ripetiamo, e sono tre, soprattutto a quel bamboccione, che giorno dopo giorno ci viene sempre più simpatico, come ogni Calimero è in grado di fare, del presidente D’Agostino il quale, al confronto, Decio Cavallo-Caciocavallo, a cui Totò e Nino Taranto vendono la Fontana di Trevi, era più scaltro di Arsenio Lupin.