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IL FOCUS. SECONDA PUNTATA. Il Bilancio del Consorzio Idrico, sparito dall’Albo Pretorio, è palesemente falso. I Comuni consorziati stessero attenti a quello che votano

4 Novembre 2021 - 14:45

Nelle 31 pagine che pubblichiamo integralmente in calce, c’è di tutto e di più. Noi abbiamo focalizzato alcuni punti veramente incredibili. Roba mai vista con capitoli e poste che compaiono e scompaiono e con una nuova partita doppia tra Stato Patrimoniale e Conto Economico inventata appositamente per l’occasione

 

 

CASERTA – È questione di Bassotti.

Volendoci scherzare sopra, la storia dei fumetti che si interseca con quella dei programmi televisivi mette questa parola un po’ di qua e un po’ di là: in Topolino, l’immortale opera di Walt Disney, i Bassotti sono una rappresentazione fisica con l’uso figurato di un termine che indica in senso letterale una razza canina.
Lì c’è la banda Bassotti, che poi sono ladri che suscitano simpatia.
Cercano sempre il colpo, ma implacabilmente finiscono per essere smascherati dal cervello di Micky Mouse, che li consegna celermente all’ottimo commissario Basettoni.
Suscitano simpatia i tre Bassotti perché non gliene va bene una. E non gliene va bene una perché vivono in un mondo, quello del fumetto universale, che nascendo dall’America a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, delinea con chiarezza il confine tra il bene e il male, il reato e il non reato.

In poche parole, per ogni notitia criminis conosciuta da Topolino, questi smaschera e fa arrestare i mascalzoni. È chiaro che si tratta di un principio valoriale e mai e poi mai puoi pensare che il 100% delle notizia di reato possano innescare la procedura prevista dalla Costituzione che è definita come azione penale.
Però, va bene che non siamo a Topolinia, ma magari un 2-3%, un 2-3 volte su 100 notizie di reato potenzialmente compiute contro la pubblica amministrazione, uno se lo potrebbe anche aspettare.
Per cui, anche se mettessimo contro la Banda Bassotti un detective meno implacabile e intelligente di Topolino, rischierebbe di girare a vuoto.
In verità noi abbiamo pensato chi potrebbe essere, proprio valutando il secondo significato della parola, quella letterale riguardante la razza canina.

Gli ultracinquantenni, infatti, non possono non ricordare un cagnolino che riempì e dette struttura ad una bella canzone per bambini scritta e interpretata dal grande Bruno Lauzi, che vi portava dentro una delle tante bellezze della scuola genovese, quella delle favole di Gianni Rodari, che un altro interprete genovese, cioè Sergio Endrigo, aveva messo in musica.
Il bassotto poliziotto, al secolo Johnny il Bassotto, che non sarà Topolino ma neanche un fesso dal momento che Lauzi lo considerava “il più in gamba che ci sia”.
Nel Consorzio Idrico i bassotti ci sono.
Chiaramente non tutti, ma alcuni evocano l’articolazione apparentemente incoerente dei tre personaggi di Walt Disney.
Sono cioè dei simpaticoni nel loro agire.

Noi invece sviluppiamo la parte di Johnny il Bassotto, che indaga, scopre e mette insieme migliaia di cose poco commendevoli, ma lo fa per sport, perché tanto nella provincia più corrotta d’Italia le operazioni riguardanti i reati contro la pubblica amministrazione sviluppano numeri finlandesi, norvegesi, posti in cui quando un corrotto viene scoperto, lo portano direttamente al circo per quanto sia abilitabile al numero dell’animale raro.

Prendete questa cosa del bilancio che il 10 novembre gli sciaguratissimi comuni della provincia di Caserta che dell’Idrico costituiscono l’assemblea si preparano ad approvare.
Ieri abbiamo scritto un primo articolo in cui, come sempre, la sezione retorica, cioè l’esposizione di un nostro carattere valutativo, è stata accompagnata anzi determinata da una trattazione precisa, complessa, tecnico-contabile condotta sulle 31 pagine di una roba che al Consorzio definiscono bilancio e che invece è una elaborazione farlocca, ma neanche fatta bene, densa di errori aritmetici da terza elementare.
Ecco perché ci è scattata l’evocazione riguardante la Banda Bassotti.
Probabilmente quelli dell’Idrico fanno tanto ridere per ciò che elaborano che chi di dovere, scompisciandosi dalle risate, non riesce fisicamente a concentrare la propria attenzione anche sul secondo aspetto relativo a questi fatti: l’elaborazione di un documento del genere è dentro o è fuori alle norme previste dal Codice Penale, dal Codice Civile, e da un mucchio di altre leggi che regolano la materia?

Dove eravamo rimasti ieri, dunque? Alla mitica “nota integrativa”, che dovrebbe essere quella minuta contabile, quella sorta di mastrino in cui i vecchi ragionieri inserivano ogni operazione, corredata da un primo riscontro di partita doppia che è proprio quello che mette insieme lo Stato Patrimoniale con il Conto Economico.

LA NUOVA PARTITA DOPPIA INVENTATA AL CONSORZIO IDRICO – Ebbene, al Consorzio non sanno nemmeno cosa sia la partita doppia, che oggi non si annota più a matita o a penna nei libri mastri e nei mastrini che di questi erano parte integrante, ma sono dentro a facili applicazioni informatiche, già predisposte a trasformare in contabilità valori inseriti rapidamente vicino alle tante voci possibili.

Questi qua violano principi ragionieristici da primo anno delle superiori.
Potremmo citare più casi, ma ne prendiamo uno a mo’ di esempio, visto che ieri pur affrontando la questione di questa incredibile discrasia non abbiamo declinato un qualcosa su cui il lettore può misurarsi e utilizzare come elemento di verifica, magari cliccando in calce all’articolo sul link che apre le 31 pagine di questa roba chiamata Bilancio del Consorzio Idrico:

Alla voce C) del passivo dello Stato Patrimoniale (Trattamento di Fine Rapporto) è riportato un valore pari ad Euro 3.403.847, con un incremento di Euro 2.043.919 rispetto al precedente Esercizio (Euro 1.360.328).
Di tale incremento, alle voce di costo del Conto Economico B) 9) c) non è riportato nulla, come se nel 2020 non fosse maturato il TFR per i dipendenti.
Si comprende che la mancanza di tale voce di costo almeno pari a circa Euro 162.520 (retribuzioni/13,5), inficia totalmente il risultato economico dell’esercizio che rileverebbe una
perdita di circa 160.000 Euro e non un utile ( come riportato) di Euro 1.624.

Ma che posto è questo? Sicuri che siamo sul pianeta Terra?

NOTA INTEGRATIVA, QUESTA SCONOSCIUTA. IL GIOCHETTO DEI DEBITI – I debiti del Consorzio sono esposti in Bilancio per Euro 198.807.331 per l’esercizio 2020 a fronte di Euro 236.393.209 per l’esercizio 2019.
Dunque, sulla carta ci sarebbe stato un abbattimento del debito aggregato di circa 37 milioni di euro tra il 2019 e il 2020. Usiamo il condizionale perché poi, quando andiamo a scomporre la voce principale di questo importantissimo aggregato di Bilancio ci si accorge di una stra-movimentazione: si evidenza un brusca riduzione dei debiti verso fornitori (- 112.454.484), verso erario (-585.703) e verso istituti di previdenza (- 463.242) con un considerevole aumento della voce Altri debiti (+ 75.917.551) senza che nella nota integrativa sia spiegato alcunché.
Qui viaggiano i milioni come se fossero bruscolini.

113.503.429 il totale. Abbiamo detto che l’abbattimento complessivo dichiarato nel Bilancio 2020 rispetto a quello del 2019 è di circa 37 milioni e mezzo. Da qualche parte, dunque, c’è la differenza tra gli appena citati 113 milioni e questi 37 milioni e mezzo.
Indovinate un po’ dove l’anno messa? In una voce residuale. Per capire avete presente quando negli ordini del giorno di una qualsiasi riunione alla fine c’è scritto “Varie ed eventuali”?

Esattamente la stessa cosa: i cosiddetti Altri debiti accolgono sempre numeri esponenzialmente inferiori nella configurazione complessiva di un debite aziendale.
Non al Consorzio Idrico, dove dal 2019 al 2020 la voce “Altri Debiti” segna un saldo passivo, cioè un risultato della differenza tra la cifra approvata nel 2019 e quella in approvazione relativa all’esercizio 2020, leggete bene, di 75 milioni.

Da quando abbiamo ascoltato una grande hit di Marco Mengoni, abbiamo cominciato a credere negli esseri umani.
Per cui, nessun giudizio di losca gestione. Al contrario diamo per buona la circostanza che questa voce Altri Debiti abbia accolto, evidentemente, quattrini passivi che nel 2019 abitavano altre poste appartenenti sempre allo stesso capitolo.
Il nostro studente di prima ragioneria sa che questo tipo di partita doppia è una sorta di pro forma ed è fondamentale solo per la trasparenza di un bilancio, perché dal punto di vista sostanziale non è determinante: si chiama permutazione numeraria e riguarda passaggi di valori finanziari all’interno dello stato patrimoniale.
Occhio, però: il saldo dovrebbe essere sempre 0. Siccome qui invece, al netto, il debito aggregato del 2020 segna una riduzione di 37milioni e mezzo di euro, questo saldo lo dobbiamo trovare necessariamente nel Conto Economico e dunque nel confronto di partita doppia tra valori numerari e valori economici.

Quel che è certo, invece, è che in questo sedicente Bilancio che sciaguratamente i Comuni consorziati si apprestano a votare, non dice assolutamente nulla nella sua nota integrativa sulla conformazione e sui contenuti specifici della voce Altri Debiti, che qui non contiene il resto delle caramelle o delle sigarette, bensì una cifra iperbolica, che magari un cittadino può essere anche interessato a conoscere nella sua struttura.

C’è? Non c’è? Chissà.

LA SECONDA MACROANOMALIA – Alla voce A) punto VIII del passivo dello Stato Patrimoniale (utili/perdite portati a nuovo) non
sono riportate le perdite pregresse presenti nella stessa voce al precedente esercizio pari ad Euro
20.882.756. Per quanti sforzi si possano compiere, e dando sempre in onore alla canzone di Mengoni, credito agli esseri umani, non si comprende come sia potuta avvenire la
copertura di una tale perdita. Alla corrispondente voce della nota integrativa non è riportato, come sempre, assolutamente nulla, mancano persino le tabelle della movimentazione del Patrimonio Netto e nulla è detto nemmeno nella relazione sulla gestione.

Se questo è il Bilancio, che noi abbiamo attinto dal sito del Consorzio Idrico, dal quale però simpaticamente alla bandabassottimaniera, è scomparso ieri, subito dopo la pubblicazione della prima puntata di questo focus, se il Bilancio è questo vuol dire che è palesemente falso. Stessero attenti, dunque, i Comuni consorziati, i loro delegati Kamikaze che votano tutto senza neppure guardare.

Senza voler dissacrare una cosa importante, cosa disse Wojtyła nel famoso scorso pronunciato alla Valle dei Templi in Sicilia, all’indomani dell’omicidio del giudice Livatino, beatificato dalla Chiesa ultimamente?

“Convertitevi…verrà il giorno”.

Perché se oggi il 100% delle porcherie che si consumano nei Comuni e negli enti strumentali della Provincia resta indenne ed impunito, verrà sicuramente il giorno in cui, parafrasando Morandi, uno su cento ce la fa.

CLICCA QUI PER LEGGERE LO SCHEMA DI BILANCIO PUBBLICATO E POI MISTERIOSAMENTE SCOMPARSO DAL SITO DEL CONSORZIO IDRICO – Bilancio esercizio 2020