Il manoscritto di Nicola Schiavone finisce nel processo. “Ucciso perchè offese Michele Zagaria”

10 Dicembre 2019 - 17:32

CASAPESENNA – Nel processo per l’omicidio Di Nicola Villano detto Zeppetella è stato ascoltato stamattina il pentito Nicola Schiavone. Davanti alla Corte d’Assise di Napoli, il collaboratore di giustizia ha spiegato i dettagli del delitto nel processo che vede imputati Michele Zagaria e Antonio Iovine. Schiavone ha ricostruito l’omicidio, indicando mandanti e movente. Ha anche scritto un documento di 4 pagine che è finito agli atti del processo.

Il pentito ha riferito che il “gruppo degli aversani facente capo a Raffaele Della Volpe, Salvatore Orabona, Michele Barone e lo stesso Nicola Villano. Sulla zona di Aversa, San Marcellino e Trentola vi era una competenza di Michele Zagaria e dei suoi più stretti collaboratori“.

Il problema con il gruppo degli aversani era riguardava le estorsioni: “Della Volpe e i suoi uomini si lamentavano di non aver più spazio in zona perchè tutte le estorsioni venivano chiuse dagli uomini di Zagaria. Fermarono un lavoro“, scrive Schiavone, ma il pizzo “era stato già chiuso da Michele. Agli Aversani non interessò la cosa e a loro volta pretesero i soldi dell’estorsione”.

Dopo l’episodio ci fu un incontro e gli aversani colsero l’occasione per affermare la competenza nel loro territorio e probabilmente Villano ad offendere Zagaria dicendo al suo emissario che “da

quel momento ad Aversa non doveva più andare don Michele“.

Da qui il delitto. Due auto beccarono Villano in un autolavaggio e lo attinsero “con fucili da caccia carichi a pallettoni e con armi semiautomatiche 9×21“. Quel giorno doveva morire anche Della Volpe che “si salvò perchè era in auto con la famiglia ed il gruppo di fuoco pur fermando la vettura su cui viaggiava il bersaglio lo risparmiarono“.