Lesioni e atti persecutori nei confronti di una donna e di un’altra persona. Con la richiesta di rinvio a giudizio, Antonio Leggiero, papà dell’ex consigliera comunale di Gerardo Massaro, è un imputato a tutti gli effetti
8 Giugno 2022 - 18:05
PORTICO DI CASERTA – (g.g.) Lesioni e atti persecutori (stalking) questo il pesante capo d’imputazione mosso nei confronti di Antonio Leggiero , 57 anni, di Portico di Caserta, padre di una consigliera comunale, che ha svolto la sua funzione durante la sindacatura di Gerardo Massaro, a cui si fa risalire anche la titolarità al di là di quelli che possono essere le anagrafiche di proprietà, di un rinomato bar-caffetteria nel centro della cittadina di Portico. La richiesta di di rinvio a giudizio é dunque la rideterminazione dello status di Antonio Leggiero, dallo status di indagato a quello di imputato per lesioni e atti persecutori, è stata firmata dal pubblico ministero della procura che opera presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Valentina Bifulco.
Antonio Leggiero (coinvolto tra le altre cose anche nel processo, ancora in corso, imperniato proprio su Gerardo Massaro e relativo all’ormai arcinota vicenda del cambio di destinazione d’uso del complesso edilizia costruito dal defunto imprenditore Felice Letizia (clicca e leggi).
Tornando al procedimento di cui stiamo scrivendo oggi, Leggiero dovrà comparire dinanzi al Giudice dell’Udienza Preliminare, il dott. Pasquale D’Angelo nei primi giorni del mese di settembre prossimo, accompagnato dal suo difensore, l’avv. Stefano Vaiano.
L’indagine é partita circa un anno fa, a seguito di una denunzia presentata presso il Comando Stazione Carabinieri di Macerata Campania, in cui opera come comandante il mar. Sparaco, dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo che, per conto di due loro assistiti I.A. e I.G., avevano depositato ai militari dell’arma un’articolata denunzia con certificati medici allegati e l’indicazione di uno svariato numero di testimoni che avrebbero assistito ai presunti atti persecutori, addebitati a Leggiero e motivati a quanto pare per motivi di gelosia nei confronti di una donna tanto da determinare, secondo la formulazione del pubblico ministero dentro alla sua richiesta di rinvio a giudizio, uno stato di angoscia, di ansia e di paura e di far loro cambiare le normali abitudini di vita. Presunte minacce, ma anche una materiale aggressione, avvenuta in una pubblica via che avrebbe costretto le due vittime a ricorrere ai medici del più vicino Pronto Soccorso.