Il piccolo impero economico della Marciano dinasty, protetti da o’biond e da u’pazzariell, in 21 bar della città imposte le macchinette
7 Maggio 2018 - 11:36
MADDALONI – Il clan Belforte fazione di Maddaloni coinvolto nell’ordinanza che ha portato agli 11 arresti eseguiti stamattina, alterava le dinamiche del gioco lecito, quello legale delle slot machines, imponendo il gioco abusivo o l’alterazione del software di gioco. I proventi dell’attività di spaccio della droga a Maddaloni venivano poi investiti nell’acquisto di depositi, appartamenti e impiegati nell’attività di noleggio delle macchinette videopoker.
In questa operazione risulta centrale il ruolo dei 6 fratelli Marciano, quali intranei al crimine, secondo l’ipotesi accusatoria, ed attivi nell’imposizione proprio dei videopoker ai commercianti calatini.
L’organizzazione maddalonese è risultata collegata al clan dei casalesi, vicini al gruppo Amoroso-Farina, storicamente radicato sul territorio del comune di Maddaloni. Alla famiglia Marciano era stata imposta una misura di prevenzione personale e patrimoniale nel 2012 con la confisca (ora in primo grado) di una società e due ditte di gestione delle new slot.
La “scalata” della famiglia non tarda ad arrivare: tra le ipotesi accusatorie c’è anche l’illecita concorrenza con violenza o minaccia con l’aggravante di utilizzare il metodo mafioso e di agevolare il clan di riferimento. In pochi mesi, infatti, dal maggio 2015, conquistano oltre un terzo del mercato totale delle slot di Maddaloni con fornitura agli esercenti anche di giochi da intrattenimento senza vincite e di caffè.
I nnumeri sono importanti: almeno 21 esercizi pubblici controllati, almeno 79 slot installate nella città delle due torri, almeno 10 esercizi già clienti della società confiscata, e una probabile alterazione delle schede di gioco, ipotesi, questa, ancora in corso di verifica.
Sequestrate 79 slot collocate in vari esercizi commerciali, altre 48 site nei magazzini aziendali e oltre 36 schede di gioco. Sotto sigillo è finito anche un fucile da caccia illecitamente detenuto.
Un collaboratore di giustizia ha dichiarato: “Marciano distribuisce i videopoker a Maddaloni ma anche a Napoli […] A Maddaloni ha gestito l’attività sempre con l’appoggio del clan. Tale appoggio consiste nel fatto che noi mandavamo i nostri aaffiliati presso i vari bar ai cui titolari veniva imposto di rivolgersi al Marciano e di noleggiare da lui dei videopoker […]”