IL PIP DELLA CAMORRA. Gaetano Vassallo sembra passato lì per caso, ma conferma: su LUSCIANO fu accordo imprenditoriale tra la famiglia Cesaro e il gruppo Bidognetti

13 Luglio 2020 - 12:41

Abbiamo estrapolato qualche risposta tratta dal contro-esame del testimone il quale ripete come una cantilena che a lui di quell’affare non interessava granchè o proprio nulla

 

LUSCIANO(g.g.) Diciamo che Gaetano Vassallo conferma, sostanzialmente, quello che ha dichiarato in fase di indagine e cioè che Bernardo Cirillo, esponente di spicco del gruppo Bidognetti al quale pure Vassallo apparteneva, gli avrebbe detto che Luigi Cesaro in persona avrebbe trattato direttamente con i vertici del clan per l’affare dell’area Pip di Lusciano.

In effetti, la testimonianza che Vassallo ha fatto davanti ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere è, diciamo così, un pò svogliata. In più di un’occasione, come potrete leggere nello stralcio che pubblichiamo, lui che, aggiungiamo noi, era uomo applicato full time al business dei rifiuti, era tutt’altro che interessato alle vicende relative alle speculazioni edilizie.

Avrebbe svolto un ruolo di contatto perchè Lusciano è stata sempre una roccaforte dei Bidognetti, ma all’uscita dal carcere di Luigi Guida, detto ‘o drink, capo designato direttamente da cicciotto, lui, cioè Vassallo, si era defilato assumendo informazioni da altri.

La strategia difensiva degli avvocati si sviluppa soprattutto sulla volontà di mettere il testimone in difficoltà sulla natura del presunto accordo tra i Cesaro e il gruppo Bidognetti del clan dei casalesi. Più volte, infatti, viene chiesto a Vassallo se lui non abbia considerato la possibilità che se intesa c’era stata, questa rappresentasse la riproposizione del solito schema dell’azienda che per lavorare, deve subire e adempiere al ricatto estorsivo della camorra. Ma su questo cosa, Gaetano Vassallo tiene il punto e ribadisce ogni volta, ad ogni singola domanda postagli dai difensori degli imputati di questo processo, che l’intesa ci fu e non ebbe un connotato estorsivo ma aprì una sorta di orizzonte in cui gli interessi dei Cesaro e quelli del clan dei casalesi, sarebbero andati a braccetto-

Nello stralcio che pubblichiamo si parla di una riunione in cui l’accordo sarebbe stato stipulato. Attenzione, però, l’interrogatorio è un pò confuso. Chi ne legge il resoconto dattiloscritto è portato a confondere questa riunione con altre presunte riunioni in cui sarebbe stato presente addirittura Luigi Cesaro. In effetti, l’incontro di cui Vassallo parla è di tipo tecnico. Vi partecipa un assessore di Lusciano, altre persone che lui afferma di non conoscere e anche Luigi Guida in veste di capo del gruppo Bidognetti.

Sempre in questo interrogatorio Vassallo dice di aver conosciuto direttamente il parlamentare. Aggiunge ancora che nel corso di un incontro che però noi non riconosciamo per logica come lo stesso incontro di cui abbiamo scritto prima e di cui si parla nella parte iniziale dell’interrogatorio ma che probabilmente è un altro incontro, un altro evento, dentro al quale era presente anche Luigi Cesaro in rappresentanza degli interessi dei fratelli, si sarebbe parlato anche dell’area ex Texas prospiciente a Viale Kennedy, su cui com’è noto da anni si sono concentrati gli interessi della famiglia Cesaro che di quell’area è divenuta proprietaria.

Dunque, può essere considerato verosimile che in una ipotetica riunione si sia parlato anche di questo argomento. Non è che ciò determini una decisa valutazione nella considerazione di veridicità conclamata di ciò che Vassallo racconta, ma ripetiamo, noi che abbiamo seguito quegli eventi in maniera dettagliatissima, sappiamo bene che era sicuramente possibile, per l’appunto, verosimile, che in un ipotetico accordo tra la famiglia Cesaro e il clan dei casalesi, si potesse parlare, in quel periodo, anche del nodo irrisolto da anni area ex Texas.

 

QUI SOTTO GLI STRALCI DELL’INTERROGATORIO