IL RITRATTO. La camorra e i tanti milioni del calcestruzzo. Angelo Pontillo il resiliente, è riuscito a beffare lo Stato come nemmeno i casalesi di  Michele Zagaria erano riusciti a fare

13 Settembre 2024 - 12:01

Prima di addentrarci nei contenuti del provvedimento giudiziario di sequestro, a cui si è arrivati dopo diversi anni di certosine indagini ad opera della procura della Repubblica di SMCV e dei carabinieri della stazione di Caserta, al comando del luogotenente Antonio Coppola,  che ovviamente integreremo con le nostre non poche conoscenze specifiche acquisite negli ultimi anni quando più volte ci siamo occupati di lui, riteniamo utile tratteggiarvi gli elementi, tutt’altro che comuni, sicuramente originali e ancor più sicuramente di cifra criminale superiore alla media, di questo imprenditore di Capodrise

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CAPODRISE – (Gianluigi Guarino) Angelo Pontillo è un resiliente ante litteram. Lo è, infatti, da molto primo che questa parola, letteralmente sepolta fino al 2020, tra quelle desuete, contenute nei vocabolari della lingua italiana, diventasse più celebre dei “che bacia lui, che bacia me” ossia di un tormentone estivo, divenendo pane quotidiano di tanti politici dalla zucca vuota a partire dall’allora presidente del consiglio Giuseppe Conte colui che dovette mobilitare mezzo  studio professionale in cui lavorava come avvocato-dipendente, per superare a Santa Maria Capua Vetere, raccomandatissimo, l’esame per professore ordinario di diritto privato, ci propinavano ogni mattina e ogni sera per convincerci che il vero vaccino contro il Covid più che quelli pericolosetti di Astrazeneca, Johnson & Johnson, Pfizer era costituito da un uso ampio, incontinente, della parola resilienza.

Pensate un po’ che mentre il più grande piano di aiuti all’Europa, sconquassata dalla seconda guerra mondiale, assunse semplicemente il cognome dell’allora segretario di Stato americano George Marshall il più grande piano di aiuti all’economia europea e dei paesi un po’ barcollanti. come il nostro, ossia il PNRR, ha assorbito, nel nostro paese specializzato in tormentoni, questo sostantivo, divenuto una sorta di rincoglionimento nazionale, rifugio per i tanti politici che tra il complemento oggetto e quello di specificazione incontrano già serie difficoltà espositive.

Angelo Pontillo, invece, resiliente lo è stato per davvero e non a chiacchiere. Noi un po’ di camorra casertana l’abbiamo masticata, sia dal lato pseudo gomorrista dell’agro aversano, sia “da quest’altro lato qui”, quello marcianisano, e possiamo affermare dopo aver riflettuto qualche giorno all’indomani dell’esecuzione del sequestro della calcestruzzi, ascritta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e dai carabinieri della stazione di Caserta, al comando del Luogotenente Antonio Coppola, cesellatori, negli ultimi anni di questa complessa indagine,  possiamo affermare che Angelo Pontillo è riuscito a realizzare quello che neanche il clan dei casalesi con il suo più abile e importante criminale del calcestruzzo e degli appalti, Michele Zagaria, era mai riuscito a fare.

Un resiliente con significativo pelo sullo stomaco. Angelo Pontillo ha subito sequestri pesantissimi di attività economiche, a lui intestate. E’ successo nel 2017 col primo attacco alla sua Cocem: due quote di partecipazione a due imprese con sede a Caserta, operanti nel settore immobiliare, 37 immobili nei comuni di Capodrise, Casapulla, Caserta, Dragoni, Maddaloni e Orta di Atella, e 7 conti correnti o affini bancari.

Ma il colpo forte, che avrebbe dovuto essere mortale per la carriera paracriminale di Angelo Pontillo gli fu inferto proprio nell’anno del Covid quando subì la confisca del 50% della società Polar Costruzioni e il 50% della CoCem srl, tre locali deposito tra Capodrise e Casapulla, tre autorimesse tra Capodrise e Caserta (quelle di Caserta relativamente alla metà di queste). Confiscati anche molti beni intestati alla moglie e ai due figli.

I casalesi che pure hanno tentato, secondo i racconti verbalizzati del collaboratore di giustizia Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, di far rientrare dalla finestra alcuni beni usciti dalla loro porta per effetto di sequestri e confische hanno dovuto, il più delle volte, gettare la spugna.

Il resiliente Pontillo, invece, non si è dato per vinto. Ha costruito delle figure che lui, per quello che aveva in testa, gli davano ampie garanzie quali prestanomi. Si è ripreso nelle aste giudiziarie quello che lo Stato gli aveva tolto. Ecco perchè qualche anno fa noi, leggendo alcuni documenti e ascoltando certi racconti, decidemmo di occuparci della vita e delle opere di Angelo Pontillo in maniera speciale con una focalizzazione che, raramente, anche a causa delle scarse risorse di un giornale come il nostro che ha scelto di rimanere piccolo, almeno per ora, concediamo o ci possiamo concedere su questioni riguardanti altri imprenditori più o meno collusi con la camorra. Fummo attirati da un tratto di originalità che a nostro avviso lo connotava e capimmo anche che i suoi due prestanomi, entrambi indagati in questa ultima indagine, erano persone fedeli e diligenti, evidentemente pagate bene, ma che la clientela della calcestruzzo continuava a rivolgersi ad Angelo Pontillo riconoscendolo come un punto di riferimento in grado anche di arrecare problemi ai compratori, a coloro che si approvvigionano di questa merce fondamentale nel settore delle costruzioni.

Pontillo dunque resiliente e centrale perché noi avevamo la sensazione che ci fosse qualcosa nella testa di chi doveva comprare il cemento, che lo inducesse ad acquistarlo proprio da quella calcestruzzi, da quell’impianto. Un meccanismo che riconosceva, in pratica, a questo imprenditore, che iniziò la propria attività con i fratelli Minutolo di San Nicola La Starda arrestati e condannati definitivamente per i loro rapporti diretti con il clan Belforte, una sorta di carisma intimidatorio.  Della serie “Se compri il cemento da Pontillo, non avrai problemi con la camorra” il che per un imprenditore dell’edilizia che opera a Caserta e/o in provincia rappresenta una gran cosa, un fattore decisivo nel suo ciclo produttivo.

Tutto ciò è avvenuto anche negli ultimi anni quando Angelo Pontillo, sulla carta, non aveva più niente a che vedere con quella che, sempre sulla carta, era stata la sua calcestruzzi mentre ora era la calcestruzzi del signor Luigi Ciaramella, dal quale, però, non andava a parlare nessuno. Ed è forse stata questa la necessità, ma anche il punto debole, del disegno criminale di Angelo Pontillo, dentro al quale si sono abilmente inseriti i carabinieri della stazione di Caserta che, con pazienza certosina, hanno raccolto tutti gli indizi di colpevolezza sul fatto che Angelo Pontillo rimaneva ancora il vero proprietario di tutte quelle lucrose attività.

Abbiamo voluto scrivere questo articolo soprattutto per i cultori della materia per introdurli nell’illustrazione che faremo partire già da questo fine settimana o al massimo da lunedì dei contenuti del provvedimento di sequestro firmato dalla giudice per le indagini preliminari, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Alessandra Grammatica. Racconteremo, dunque, l’ennesimo capitolo della storia di un presunto criminale che non ha nulla di ordinario, di comune. Averlo bloccato, infatti, anche nel perimetro del suo piano luciferino con il quale è riuscito a riprendersi direttamente dallo Stato quello che lo Stato gli aveva già tolto, associa alla sua persona un tratto di emblematicità esemplare che sarà utile non solo a chi deve raccontare, da giornalista, le vicende dell’immediato presente ma sarà utile, un domani, anche a chi dovrà ridelineare il racconto storico e storiografico della camorra casertana, facendolo nell’esercizio di un mestiere diverso da quello del cronista