Il rogo dello STIR, MINUTO PER MINUTO. Le fiamme altissime, i pompieri chiamati dai cittadini, i detenuti intossicati e il balletto (stolto) dei comunicati

2 Novembre 2018 - 12:48

SANTA MARIA CAPUA VETERE – (g.g.) Difficile essere sobri e saggi di fronte a quelle fiamme altissime, che hanno illuminato la notte, addirittura visibili a chilometri di distanza, scatenatesi probabilmente per mano dolosa, subito dopo le 9 di una giornata, forse non a caso, festiva e dunque a bassa intensità di controllo, a bassa intensità di possibili testimoni.

Però, noi dobbiamo sforzarci a essere seri sin da oggi, perchè fra due o tre giorni il rutilante mondo dei media social avrà individuato altri ossi da spolpare, altri eventi da trattare con la sua ormai proverbiale superficialità che a volte precipita nella riduzione a vero e proprio scemenzario dei tanti “professori di mandolino”.

In questo articolo, dunque, ci limiteremo ad una scrittura cronologica, ad un riassunto di tutto quello che è capitato tra ieri sera e stanotte e che per una volta, benedetta la pioggia, i vigili del fuoco sono riusciti sempre eroicamente, ad affrontare e risolvere.

Pioggia buona per spegnere, pioggia buona per abbattere al suolo eventuali scorie inquinanti così come succede nelle città che grazie alla pioggia, riescono a respirare dopo lunghi periodi di siccità e di alte pressioni, fattori di autentica pericolosità, dato che stagnando l’aria, stagnano anche le polveri sottili eccetera eccetera.

Poi ci sarà tempo, nel corso della giornata, di ragionare con calma provando a riscattare tutte le banalità che abbiamo letto e che anche persone titolari di funzioni istituzionali importanti, hanno sciorinato dimostrando la loro superficialità e la loro cattiva conoscenza di fatti e fenomeni.

E allora, questa in sintesi la ricostruzione dell’incendio di ieri sera. Verso le 20:30 i residenti delle aree più vicine allo STIR di Santa Maria Capua Vetere hanno iniziato ad allarmarsi per la vista di una nube di fumo che si innalzava dai capannoni dell’impianto di trattamento di rifiuti, meglio conosciuto come Stir.

In realtà, già nel pomeriggio, c’è stato qualche utente di facebook, che preoccupato, postava foto di una nube di fumo bianco proveniente proprio dalla zona dell’impianto.

L’incendio sembra aver avuto inizio, probabilmente, poco prima delle 20:00 anche se dall’impianto non proveniva alcun allarme antincendio e sul posto i Vigili del Fuoco sono arrivati dopo oltre un’ora perché allertati dai cittadini preoccupati. Un fatto che denota l’approssimazione organizzativa nella gestione di quello che è un asset strategico dentro all’ancor disordinatissima filiera dei rifiuti casertani.

I pompieri hanno compreso subito la gravità dell’incendio e sono accorsi immediatamente in forze.

Erano le 21 e 40 precise quando due autobotti hanno cominciato a lavorare.

Le squadre, da due sono diventate quattro, nell’arco di mezz’ora, confermando questa eccezione italiana di un corpo dello stato costituito da autentici eroi a fronte di una pubblica amministrazione che, al netto delle forze dell’ordine, è formata da un autentico 80% da parassiti.

L’incendio, stamattina all’alba era sotto controllo anche se sopravvivevano dei piccoli focolai, che la pioggia di stamattina e l’opera dei VV.F hanno definitivamente estinto.

L’INTOSSICAZIONE – Fiamme altissime e fumo irrespirabile. Una vera scena infernale. I primi a pagarne le conseguenze sono stati i detenuti del carcere che sorge proprio di fronte allo Stir. La nube ha investito tutte le celle, mettendo in allarme migliaia di detenuti. Stamattina, soprattutto tra Santa Maria e San Tammaro non si parla d’altro. C’è preoccupazione per le conseguenze dell’incendio.

La speranza è che stavolta il combinato di scienziati, formato da Arpac e Asl, non dia la stessa prova di impresentabile inefficienza, data in occasione dell’incendio della Lea di Marcianise.

Chissà da quale motivazione sono stati animati i molti amministratori locali, consiglieri comunali della zona, arrivati sul posto e profusisi, insieme alla senatrice di 5 Stelle, (l’ormai storicamente impalpabile Vilma Moronese, che se non ci fossero fatti come questi, uno se ne scorderebbe pure che sta in parlamento da 5 anni e mezzo), in una lunga esibizione di foto, tutte, naturalmente offerte al palcoscenico esibizionista di facebook.

Quelle foto hanno indignato molti e sono diventate una sorta di boomerang, perchè chi le commentava si è chiesto a cosa servissero quelle presenze quando poi nella gestione quotidiana della cosa pubblica si creano le condizioni perchè un fatto di natura criminale diventi anche un attentato alla salute e alla sicurezza dei cittadini.

LA LUNGA SERIE DEI ROGHI – Non è il primo incendio (e su questo cercheremo di ragionare e di razionalizzare la ricostruzione e il commento nelle prossime ore) di una struttura di trattamento dei rifiuti. Per la precisione non è neanche il primo incendio di uno Stir in Campania, dato che qualche mese fa, quello di Casalduni, in provincia di Benevento, è stato colpito con modalità assolutamente speculari.

E la creazione di una short list di siti sensibili presso la Prefettura senza una concreta sorveglianza di questi siti sembra del tutto inutile, come sono inutili l’80% degli atti erogati dalla prefettura di Caserta e dalle prefetture in genere che, a nostro avviso, andrebbero abolite in quelle che è la loro attuale forma organizzativa.

AMMINISTRAZIONE COMUNALE, TRA ASSENZE E PAROLE IN LIBERTA’ – Per quanto riguarda il comune di Santa Maria Capua Vetere, il sindaco Mirra che, buon per lui, difficilmente diserta le vacanze comandate e i ponti lunghi, non era sul posto, perchè evidentemente si trova lontano da Santa Maria Capua Vetere, visto che, in caso contrario, siamo sicuri che sarebbe sicuramente rientrato. Al suo posto c’era la vicesindaca Rosida Baia.

L’errore compiuto dall’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere è stato quello di voler necessariamente scrivere qualcosa, purchè fosse, sull’incendio. E così, abbiamo letto un primo comunicato tranquillizzante, dentro al quale veniva sostenuto che non c’erano pericoli per la popolazione. In un secondo comunicato invece, i cittadini sono stati invitati a chiudere le finestre.

Sarebbe stato meglio che l’amministrazione avesse taciuto o avesse spiegato ai cittadini che in un primo momento non si potevano ancora stabilire le conseguenze, invece di mandare, sempre per i soliti pruriti presenzialisti, messaggi significativamente incoerenti tra di loro.

Ieri sera e anche stamattina, siccome mancano ancora le analisi, ammesso e non concesso che quelle dell’Arpac siano valide, è frutto di opinioni personali e non certo poggiato su basi scientifiche di tipo oggettivo.

Ai cittadini, noi di Casertace, consigliamo di affidarsi al buon senso.